Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Gigi BORI, Coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà:

<< Adesso la destra fa allarmismo, ma se ne stava zitta zitta quando noi di SEL, qualche buon mese fa denunciavamo il fallimento “di fatto” di Umbria TPL. Dove sono stati l’On. Rocco GIRLANDA e suoi “berluscones” in tutti questi anni? Non mi pare che abbiano mai esercitato veramente il ruolo di controllo assegnato alle opposizioni. Erano ligi al metodo di gestione consociativa del “sistema Umbria”, forse per salvaguardare la loro piccola fetta. Le cose dette dal l’esponente del PdL, per le notizie che abbiamo, sono esagerate, ma la situazione continua ad essere gravissima. Anzi dopo che è stato nominato il nuovo management è peggiorata. Un direttore che costa un sacco di soldi mentre i dipendenti prendono lo stipendio “a tozzi e bocconi” (a proposito lui lo pagano a rate come gli autisti, gli operai e gli impiegati o invece incassa gli emolumenti a tariffa piena?). Sbaglio o i dirigenti dovrebbero essere giudicati per i risultati? Visti quelli della nuova gestione, in qualsiasi azienda del mondo i proprietari lo avrebbero licenziato in tronco. GIRLANDA dunque scopre l’acqua calda. Sono mesi che parliamo di esuberi, della necessità che i sindacati, invece di girare la testa dall’altra parte per disturbare gli amministratori e non richiamarli alle loro responsabilità, impongano un accordo quadro che garantisca gli attuali posti di lavoro e i diritti acquisiti in termini contrattuali, anche in presenza di nuove società, di nuovi soci e di nuovi proprietari.

Il documento firmato qualche settimane fa, dopo la nostra sollecitazione pubblica, non rappresenta un impegno vincolante per gli acquirenti. E la storia degli esuberi è purtroppo una ipotesi vera che sta sopra il tavolo dei soci da più di un anno. Una brutta storia che qualcuno intenderebbe risolvere o con uscite premature dal lavoro verso il pensionamento (quelle che hanno creato, con le nuove regole migliaia di esodati) o con una revisione, al ribasso, degli stipendi (anche attraverso una riassunzione di tutto o parte del personale ai minimi contrattuali) o con entrambe le opzioni in campo. Speriamo che siano solo voci incontrollate e ipotesi che nessuno prenderà in seria considerazione. Speriamo che i diritti dei lavoratori vengano salvaguardati. In ogni caso noi ci batteremo al loro fianco, perché nessuno scarichi sui dipendenti le responsabilità di una classe dirigente che ha fatto fallimento >>.