A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

<< E’ di questi giorni la notizia che a Palombara Sabina è stato costituito un comitato composto dai rappresentanti di alcuni comuni della Sabina romana per il passaggio dalla provincia di Roma a quella di Rieti come primo passo della trasformazione della Provincia di Rieti in Provincia Sabina. E’ un’idea che questa Radio sottopone alla attenzione di tutti gli abitanti della Sabina, geopolitacante intesa, fin dal 1990, epoca nella quale il Parlamento italiano approvò la legge sul riordino degli enti locali che non è stata mai applicata. Diciotto anni trascorsi inutilmente quando invece già avremmo potuto assaporare qualche effetto positivo.
L’argomento è stato da me trattato in tutti questi anni con molti articoli su Mondo Sabino, i più significativi dei quali costituiscono il capitolo intitolato “La Provincia Sabina” del libro “Almanacco di fine millennio” pubblicato in occasione della celebrazione del ventennale della testata, e che i lettori potranno richiedere per posta all’indirizzo di Mondo Sabinio, 02100 Rieti - via delle acque n°1, inviando due francobolli da euro 0,60 ciascuno, necessari per la spedizione a domicilio.
L’iniziativa dei comuni della Sabina romana viene allo scoperto proprio nel momento nel quale nel comune di Leonessa, uno di quelli dell’alta Sabina, ferve il dibattito per il chiesto referendum che ha per oggetto il tentativo di traslocare quel comune nella provincia di Perugia. Due iniziative diametralmente opposte che dimostrano la confusione mentale che regna sovrana nelle teste dei piccoli uomini politici di casa nostra.

Il male principale della provincia di Rieti è quello di essere una provincia che, pur vasta nel territorio, è sottodimensionata dal punto di vista demografico ed economico.
Centocinquantamila abitanti appena, divisi in settantadue comuni, alcuni dei quali con qualche centinaio di abitanti, tutti con una economia fortemente depressa, compreso il capoluogo Rieti, pur registrandosi in loco una forte ricchezza finanziaria che genera solo rendita parassitaria.
La stessa legge di riforma del 1990 prevede per una provincia un minimo di duecentomila abitanti.
Ma il male peggiore risiede nella presenza nel territorio della Regione Lazio della città di Roma, un asso piglia tutto che per risolvere i suoi problemi assorbe quasi tutte le risorse a disposizione lasciando alle altre quattro province le briciole, marginalizzandole.
Questa situazione ha provocato uno scontento ormai al limite della sopportazione perché non si intravede all’orizzonte alcun segno di inversione di tendenza e delle reazioni scomposte, spesso dettate più dalla demagogia e dall’interesse immediato di parte, piuttosto che dal reale interesse della popolazione.
Il caso di Leonessa è emblematico, la richiesta di andarsene con l’Umbria nasce più dalla incapacità di esprimere una azione politica positiva che di risolvere il problema. Leonessa è marginale nel Lazio e rimarrà marginale nell’Umbria, per intanto serve per dare ai promotori dell’iniziativa argomenti per la prossima campagna elettorale amministrativa.
I comuni della Sabina romana invece hanno capito che se vogliono continuare ad esistere con una propria autonomia debbono allontanarsi definitivamente da Roma che fino ad oggi li ha utilizzati come valvola di sfogo delle negatività di una megalopoli. Per non dire che se l’Area metropolitana di Roma dovesse inglobare quei comuni essi per legge perderebbero tutti i poteri importanti che la legge oggi riserva ai comuni, come quello di programmare lo sviluppo urbanistico del territorio e di poter prefigurare ipotesi di sviluppo in via autonoma. Infatti la legge del 1990 prevede che questi poteri saranno tutti trasferiti al Campidoglio.
Così a Palombara qualcuno ha suonato il peana della riscossa. L’ex vice sindaco Santivetti ha promosso un comitato di politici che in via trasversale si sono dati il compito di chiedere, in attesa della applicazione della legge 142/90, se mai sarà applicata, il passaggio dei comuni della Sabina romana dalla provincia di Roma a quella di Rieti.
Ho ascoltato l’intervista rilasciata da Santivetti a MEP Radio Organizazione. Egli ha capito perfettamente il problema e propone in sostanza di allargare il territorio della provincia di Rieti, facendola diventare la Provincia Sabina con duecentomila abitanti ed un territorio più ampio sul quale programmare il proprio futuro. La cosa è intanto possibile a seguito della recente riforma costituzionale che consente una procedura più snella di quella precedente.
Non abbiamo però ancora registrato un interesse reale dei politici della provincia di Rieti che dovrebbero essere felici che qualcuno dia loro una mano per tentare una rinascita.
Qualche mese fa il presidente della Provincia di Rieti Melilli annunciò a gran voce l’intenzione di percorrere questa strada. Non ci pare che ad oggi abbia manifestato entusiasmo per l’iniziativa della Sabina romana. Ci sbagliamo?
Non è la prima volta che si afferma con solennità una cosa e poi in concreto se ne fa un’altra! Questa volta però l’iniziativa viene dal mondo della politica e non potrà essere ignorata.
A noi basta la consolazione di sapere che almeno per una volta la nostra fatica è riuscita a far breccia nell’angusto mondo delle idee politiche di casa nostra.
Staremo a vedere! Intanto il 14 novembre andremo alla presentazione del Comitato che è stata preannunciata a Rieti >>.

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