<< Come umbri, siamo orgogliosi di appartenere alla terra di San Francesco, figura universale, che appartiene a tutti, credenti e laici, simbolo di amore per il creato e per la pace ed il dialogo >>. Questa la dichiarazione di Catiuscia MARINI, Presidente della Regione Umbria, intervenuta a Roma, insieme all’Assessore regionale alla Cultura Fabrizio BRACCO, all’inaugurazione della mostra “Francesco. Tracce, parole, immagini” (nella foto), ospitata dalla Camera dei Deputati a Palazzo San Macuto. Una esposizione di opere manoscritte antichissime ed uniche, conservate nel Fondo antico della Biblioteca comunale di Assisi, presso il Sacro Convento di San Francesco. Si tratta di sedici opere tra le più significative esistenti, che comprendono manoscritti del XIII e XIV secolo, e bolle papali. La MARINI, nel sottolineare anche << … l’orgoglio dell’Umbria di custodire questo ricco patrimonio archivistico, documentario, storico e culturale >>, ha voluto richiamare il rapporto di Francesco con << … la sua terra, che ha voluto legare nel momento della propria morte al suo corpo per il quale - come ha scritto Dante nella Divina Commedia - “non volle altra bara”.

E cosa sarebbe l’Umbria - si è chiesta la Presidente - senza la potenza universale del messaggio francescano, senza l’influenza che questo messaggio esercita nel paesaggio, nelle città, in tutti i luoghi della nostra regione in cui Francesco ed i francescani hanno vissuto la loro straordinaria testimonianza di vita. Questa è l’Umbria della pace, del dialogo tra i popoli e tra le religioni. Valori che hanno nei secoli formato e segnato profondamente l’identità di questa terra e di chi la vive. A noi, amministratori pubblici, la responsabilità di custodire un aspetto del francescanesimo che ci riguarda: il rispetto e la tutela del paesaggio, dell’ambiente, che solo nella cura - ha concluso la MARINI - può onorare il carico di spiritualità che abbiamo alle spalle >>. << Bisogna esprimere profondo apprezzamento ai curatori di questa mostra straordinaria, e alla Presidenza della Camera dei Deputati che l’ha sostenuta - ha aggiunto BRACCO - se ci hanno messo a disposizione “monumenti” storico-documentari, che, organizzati in un percorso coerente e appassionato, ci raccontano una storia vera e soprattutto viva. La paleografia si trasforma, anche per il visitatore comune, nella rara possibilità di accesso ad un mondo lontano, che ha generato una “legenda” che ancora dura e concretamente ci parla, nel suo messaggio ancora e sempre attuale >>.