Nonostante le condizioni metereologiche avverse, alcune centinaia di famiglie, molte delle quali giovani, si sono ritrovate nella cattedrale di San Lorenzo attorno al loro Arcivescovo, Mons. Gualtiero BASSETTI, per celebrare la 34^ edizione della “Giornata Nazionale per la Vita”, indetta dalla CEI, e concludere il “Mese della Famiglia”, promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare. “Mese” che si è aperto lo scorso 30 dicembre, Festa della Sacra Famiglia di Nazareth, e che avuto altro momento molto significativo il giorno dell’Epifania del Signore con la Sacra rappresentazione dei Magi in cattedrale. Un mese in cui la Pastorale familiare è stata impegnata anche nella fase di preparazione della partecipazione dell’Archidiocesi perugino-pievese all’atteso VII Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano (giugno 2012), programmando una serie di incontri di sensibilizzazione a livello di Zone pastorali a partire dall’incontro diocesano del prossimo 4 marzo a Perugia. << Il tema che oggi è al centro di questa 34^ Giornata Nazionale della Vita mette in evidenza una questione fondamentale, oserei dire decisiva, per la nostra società: i giovani aperti alla vita - ha dichiarato Mons. BASSETTI durante l’omelia. Faccio mie alcune parole del messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per introdurre questa breve riflessione: “Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centrale.

Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fatica”. La grande questione della sfida educativa, dunque, si ripropone come uno dei più importanti temi di riflessione che investono oggi la società moderna. Innanzitutto, perché riguarda tutti, indistintamente, uomini e donne, di ogni cultura, credo e ceto sociale. In secondo luogo perché è in gioco il futuro, non solo della nostra civiltà ma anche quello della Chiesa Cattolica. Quello che è in discussione, infatti, è il futuro dell’intera umanità. Quello che noi offriamo ai giovani (e che siamo chiamati a testimoniare con la nostra vita) è, dunque, un messaggio d’amore - ha sottolineato il Presule perugino. Un amore fortissimo e incondizionato così come Gesù l’ha mostrato sulla croce per la nostra salvezza. L’amore, diceva San Giovanni della Croce, “non è solo un sentimento è la presenza dell’amato nell’amante”. E Questa presenza è Gesù Cristo nostro Signore. Oggi però questo messaggio d’amore è in qualche modo offuscato da un messaggio completamente opposto che ribalta completamente l’annuncio del messaggio cristiano. Quello che dovrebbe essere amore e rispetto per il proprio corpo, inteso come tempio dello spirito, viene interpretato, invece, un impedimento al raggiungimento del piacere, sempre più concepito quasi alla stregua di un diritto naturale >>. L’Arcivescovo si è posto anche delle domande: << Che tipo di educazione ricevono, infatti, oggi i nostri giovani all’interno delle famiglie, nelle scuole e, più in generale, nella società? E soprattutto, che tipo di società è questa che sembra aver smarrito anche le più basilari bussole della vita comune? Voglio utilizzare le parole profetiche di Paolo VI che già nei primissimi anni Settanta, per interpretare la società urbana del tempo, parlava della diffusione di una permissivismo sessuale ostentato e “degradante”. Oggi, tutto quello che più di quarant’anni fa suscitava stupore, è invece diventato senso comune condiviso e diffuso. Non solo non suscita scandalo o indignazione ma è diventato un fatto normale. La normalità ha preso il posto dello stupore e dello sbigottimento. Mi chiedo quale messaggio d’aiuto vero, autentico e basilare per la propria vita un giovane adolescente può ricevere da un’educazione sessuale a scuola che si traduce, nelle migliori delle ipotesi, in un corso per l’utilizzo dei contraccettivi e, nelle ipotesi più sconfortanti, invece, nella diffusione della cultura dell’identità di genere la quale sostiene che gli esseri umani non si dividono in uomini e donne ma in base al proprio orientamento sessuale. Come non comprendere che tutto ciò produce un enorme ridimensionamento, anzi un totale svilimento, della concezione dell’uomo e della donna? >>. BASSETTI ha concluso esortando alla speranza le famiglie e i giovani: << … non abbiate paura, aprite le porte della vostra esistenza a Cristo, perché la vostra stessa vita è il frutto di questa apertura, di questa disegno di amore. Non dimenticate mai ogni giorno il contatto con Dio e non abbiate paura di tendere verso l’alto, verso le altezze di Dio, ma lasciatevi guidare in ogni azione quotidiana dalla sua Parola. Infatti, anche se ci sentiamo poveri, inadeguati e peccatori, sarà Lui a trasformarci secondo il suo amore >>.