Un carcere all’avanguardia per oltre 300 detenuti, che potrebbe contribuire ad alleviare il problema del sovraffollamento nel Lazio, attualmente utilizzato a meno di 1/3 delle sue capacità con 78 posti attivati e già sovraffollati da oltre 100 detenuti. E’ questa la vicenda paradossale della nuova Casa Circondariale di Rieti che il Garante dei Detenuti del Lazio, Angiolo MARRONI, ha denunciato al Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Angelo ZACCAGNINO. Il nuovo complesso reatino, che si estende su un’area di 60.000 metri quadrati, ha tutte le carte in regola per essere un modello di istituto all’avanguardia visti gli spazi interni ed esterni destinati non solo ad accogliere 300 detenuti e detenute sia comuni che di alta sicurezza, ma anche idonei per attività di formazione scolastica, professionale e trattamentale. Dell’intera struttura, oggi è in funzione uno solo dei due padiglioni detentivi (la cui capienza è di circa 70 posti), che ospita oltre 100 detenuti in due sezioni di due piani; i reclusi sono stipati in celle singole o doppie che contengono quattro persone ognuna, comprese sei celle di isolamento. << In queste condizioni - ha scritto MARRONI - le attività previste si svolgono nelle tre aule scelte per la didattica e in una stanza, in origine adibita ai colloqui con gli operatori, che attualmente funge anche da biblioteca visto che lo spazio per la biblioteca centrale è previsto, come altri spazi ricreativi, nel Padiglione G, purtroppo inutilizzato >>.

Nel padiglione ancora chiuso ci sono tre reparti, ognuno dei quali ospita tre sezioni suddivise in tre piani. Il campo da calcio viene usato sporadicamente, per tornei organizzati. Il teatro è chiuso perché non in regola con le normative sulla sicurezza, e la palestra è sprovvista di attrezzature. Dal punto di vista sanitario, inoltre, gli spazi destinati agli ambulatori e alla degenza non sono mai stati aperti per carenze di organico e di strumentazioni mediche. << Questo - ha aggiunto il Garante - causa un continuo via vai di trasferimenti verso l’ospedale di Rieti, causando destabilizzazioni tra il personale di Polizia Penitenziaria specializzato e quello addetto al normale controllo. La situazione del carcere di Rieti è l’emblema di come funzionano le cose nel campo della detenzione in Italia. Se solo funzionasse a pieno regime, le cose nel Lazio andrebbero un pò meglio dal punto di vista del sovraffollamento e della qualità della vita in carcere. Invece, la carenza di agenti di polizia penitenziaria e di fondi fa si che una struttura modello debba funzionare ad un terzo delle sue potenzialità. Per questi motivi - ha concluso MARRONI - ho scritto al provveditore per valutare cosa si può fare per superarla positivamente questa situazione, visto anche il grado di affollamento degli istituti della Regione >>.