di Gianfranco PARIS

Carlo Azeglio CIAMPI (nella foto) è stato certamente il mazziniano che ha raggiunto il più alto gradino del potere in Italia. Quando dico mazziniano non mi riferisco ad una parte politica, voglio solo affermare che Egli è frutto di quella cultura risorgimentale repubblicana che riuscì, pur nel sacrificio della rinuncia istituzionale, a compiere il processo di Unità nazionale. Dal 1861 in poi, mai un mazziniano era riuscito a contare nella più alta istituzione italiana, nemmeno dopo la proclamazione della Repubblica a seguito del referendum del 1946. Uomini politici come il Conte SFORZA, PACCIARDI, LA MALFA hanno occupato posti importanti nel Governo della Repubblica, ma non sono riusciti a lasciare nello esercizio del potere una impronta importante del pensiero mazziniano. Ci è riuscito Carlo Azeglio CIAMPI che della politica non aveva fatto la sua professione, ma che aveva scelto nella pratica della vita di tutti i giorni il modello disegnato dal pensiero filosofico di Giuseppe MAZZINI, che aveva come cardine il trinomio Dio, Popolo e Famiglia, praticandolo in concreto nella vita di tutti i giorni.

 

Così quando la sorte lo volle trasferire dal mondo del lavoro a quello della politica, Egli applicò il modello mazziniano alla sua azione di governo prima e a quella di Presidente della repubblica poi durante il suo settennato. Lo dimostrano fatti non contestabili. Nel rispetto delle sue convinzioni religiose (era cattolico convinto) Egli esercitò la rappresentanza dello Stato con rispetto assoluto dei principi laici sui quali lo stato era nato. Basti citare che in tutte le cerimonie ufficiali che prevedevano una messa, Egli non volle mai prendere la comunione, che pur prendeva in privato, per rispetto di tutti gli italiani che rappresentava. Quando si trattò di cominciare a rendere più concreta l’idea di Europa, quella di cui aveva parlato MAZZINI fin dalla metà del secolo precedente, Egli si impegnò al massimo per realizzare la moneta unica, vista come primo passo per la realizzazione degli Stati Uniti d’Europa. Accortosi che la gestione del potere aveva ridotto al lumicino la credibilità della politica nella considerazione degli italiani, si diede a rianimare il senso di identità nazionale utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per suscitare nel Popolo, ma soprattutto nei giovani, l’orgoglio di essere italiani e di cantare l’inno della Nazione.

La sua apertura al mondo giovanile è stata la premessa indispensabile per consentire che l’Italia non finisse nel vortice della crisi istituzionale. Non secondario l’esempio della conduzione nella vita familiare per la quale è stato fedele al modello mazziniano. Purtroppo il suo esempio non ha prodotto emuli dello stesso livello, come sarebbe stato necessario per portare l’Italia fuori delle secche della crisi morale che la sta soffocando. I presidenti della Repubblica il più delle volte sono frutto di manovre e compromessi del potere, e di uomini politici che si ispirano a MAZZINI oggi non ce ne sono più anche perché le idee del grande pensatore sono state riposte nel cassetto e bandite anche dalla scuola. Grazie CIAMPI per averle tenute vive e per tutti gli anni che hai regalato alla politica italiana, i Mazziniani Ti porteremo sempre come esempio da imitare.