L’Umbria si candida come laboratorio per la costruzione di un modello sperimentale di riordino istituzionale. È questa la proposta che è stata avanzata dalla Presidente della Regione Umbria, Catiuscia MARINI, e dall’Assessore regionale alle Riforme, Fabio PAPARELLI, al Ministro per gli Affari Regionali, Maria Carmela LANZETTA, intervenuta al seminario sulle “Riforme istituzionali in Umbria alla luce della legge DELRIO (nella foto), che si è svolto alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Una proposta che ha incontrato il favore del Ministro, che ha espresso apprezzamento per l’attività dell’Umbria nel campo delle riforme e per la sua Scuola per amministratori pubblici che ne fanno, ha detto, un laboratorio per sperimentare buone pratiche di attuazione della legge DELRIO. Nel ringraziare il Ministro LANZETTA per la disponibilità al confronto con Regioni e istituzioni locali nel percorso di costruzione del nuovo assetto istituzionale che deriverà dall’applicazione della legge DELRIO, con il conseguente riordino delle funzioni attualmente esercitate dalle Province, la MARINI ha voluto sottolineare che << … l’Umbria non vuol smontare i gioielli migliori delle Province, come ha saputo costruirli in anni di riforme, né tornare ai modelli di assetto istituzionale degli anni ’70 e ’80 non più adeguati alle esigenze di sviluppo e crescita della Regione >>.

La nuova Provincia << … non dovrà diventare una ‘bad company’ dello Stato destinata alla chiusura, ma un nuovo ente che insieme alla Regione e ai Comuni dovrà essere parte integrante di un sistema pubblico sempre più efficiente e sostenibile. È una sfida alta quella che ci attende - ha detto ancora - e che, partendo dall’esperienza di questi anni, deve vedere tutti i livelli, sindaci, amministratori e tecnici, comunali e provinciali, impegnati nel percorso di costruzione del nuovo ente, ben diverso dalle vecchie Unioni dei Comuni. I tempi sono stringenti: martedì prossimo - ha riferito - come Regioni saremo chiamati a dare il nostro parere sulla bozza di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che fissa criteri generali e scadenze per la redistribuzione delle funzioni delle Province e che saranno adattabili alle forti differenze regionali esistenti. Entro ottobre - ha specificato - quando è previsto che, dopo le elezioni, si insedi la “governance” politica del nuovo ente di area vasta che subentrerà alle Province, vogliamo che sia completato l’iter di approvazione della legge-ponte regionale che lo metterà subito in grado di operare. Una legge - ha detto - che vogliamo sia il più partecipata e condivisa possibile >>. Tra i “nodi” attuativi che la Presidente MARINI ha annunciato che sottoporrà martedì in sede di Conferenza Stato-Regioni, c’è la sostenibilità economica e finanziaria del riordino istituzionale. << Un aspetto non secondario e che desta grande preoccupazione - ha affermato - anche per i tagli di risorse cui sono state soggette le Province e che riguarda tutte le Province italiane. Per parte nostra, continueremo a sostenere con le risorse regionali le funzioni assegnate al nuovo ente, ma il riordino istituzionale richiede grande responsabilità e l’impegno congiunto di Governo, Regioni e Comuni anche sotto il profilo delle risorse necessarie >>. A illustrare l’iter e le tappe con l’Umbria sta preparandosi ad attuare la legge DELRIO è stato l’Assessore PAPARELLI. << È una grande legge di sistema, la più importante del governo locale da 25 anni a questa parte - ha detto innanzitutto - che pur essendo una legge-ponte che ha l’obiettivo con la riforma del Titolo V della Costituzione di traguardare l’abolizione delle Province, riconosce la necessità dell’esistenza di enti di area vasta, ineludibile in un Paese caratterizzato da tanti piccoli e piccolissimi municipi. L’elemento innovativo è che saranno enti di secondo grado, i cui organi sono composti da sindaci eletti da sindaci e consiglieri comunali, con un’autonomia statutaria molto ampia >>. L’Assessore ha evidenziato i principali nodi attuativi, fra cui la ridistribuzione delle risorse umane, finanziarie e strumentali e la situazione finanziaria delle stesse Province. << La Regione Umbria - ha detto - nel corso degli anni ha affidato alle Province e ai Comuni tutte le funzioni che la norma nazionale di riferimento consentiva, spingendo al massimo il principio della sussidiarietà e del rapporto diretto tra le istituzioni e il cittadino. Ecco perché - ha spiegato - grazie a questa sua particolare propensione e il suo spirito riformatore, oggi si candida a fungere da laboratorio per la costruzione di un modello sperimentale di riordino istituzionale, a beneficio di tutto il territorio nazionale >>. Nell’illustrare il complesso quadro riformatore che l’Umbria si è data dal 2011, PAPARELLI ha ricordato come << … per riallineare la normativa regionale alla nuova normativa nazionale, la Regione Umbria abbia attivato un tavolo di “governance” al quale partecipano tutti i soggetti istituzionali e che accompagnerà il generale complesso di riforma in atto. In questo quadro - ha detto - si è colta l’occasione che la legge DELRIO ci fornisce per ridisegnare il nostro quadro normativo ponendo anche rimedio alle eventuali incongruenze, in un’ottica di semplificazione del sistema e perseguendo il principio “un ente, una funzione, una risorsa” >>. La legge-ponte che la Regione sta predisponendo prevede che << … poiché la nuova Provincia sarà di fatto un’associazione di Comuni, siano riallocate alla Regione funzioni in materia di sismica, urbanistica e programmazione faunistico-venatoria che presentano manifeste incompatibilità con la nuova natura del nuovo Ente >>. Un discorso a parte per la materia del mercato del lavoro, sulla quale si è in attesa di conoscere gli intendimenti di Governo e Parlamento, ma dove la Regione Umbria chiede di salvaguardare le competenze fin qui costruite, sostenendo l’ipotesi di una << … Agenzia regionale per il lavoro. L’obiettivo e l’impegno della Regione Umbria - ha concluso PAPARELLI - è di approfittare dell’occasione che la legge DELRIO ci offre, affinché rappresenti un’opportunità e non un ostacolo per la realizzazione di una pubblica amministrazione più semplice, più efficace, più trasparente e più efficiente, che funga da volano di sviluppo per tutta la società >>.