Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Stefano VINTI (nella foto), Assessore alle Infrastrutture Tecnologiche Immateriali:

<< Nella bozza della programmazione dei fondi strutturali 2014/2020, elaborata dagli uffici del Ministro per la Coesione Territoriale, non c’è traccia di assegnazione dei fondi europei alle infrastrutture digitali; si prevedono, infatti, solo fondi nazionali per lo “sviluppo e coesione” (ex FAS). Se il testo venisse confermato sarebbe a rischio, per mancanza di risorse, l’intero impianto dell’Agenda Digitale, soprattutto relativamente alle questioni più impegnative legate alle nuove reti a banda ultra-larga, i data-center della Pubblica Amministrazione, le piattaforme cloud. L’esperienza italiana insegna che le risorse strettamente nazionali, destinate alle infrastrutture tecnologiche e al digitale, restano spesso solo sulla carta, come insegna la vicenda degli 800 milioni per la banda larga evaporati in un batter d’occhio sotto il Governo BERLUSCONI. Ad oggi tutte le infrastrutture tecnologiche, le reti, a banda larga e ultra-larga, sono progettabili e realizzabili quasi esclusivamente grazie ai fondi della programmazione europea che si è conclusa. Anche l’Umbria ha partecipato all’ultimo bando per l’eliminazione del digital divide, usufruendo di 7 milioni di euro a cui si aggiungono 3 milioni del bilancio regionale.

Un pacchetto di 10 milioni, indispensabili per abbattere il digital divide. Occorrono ulteriori, ingenti, nuove risorse per raggiungere gli obiettivi prefissati: garantire i 30 megabit a tutti e i 100 megabit al 50% della popolazione entro il 2020, così come ha indicato l’Agenda Digitale Europea. Sarebbe semplicemente suicida, per l’economia italiana, tagliare risorse, urgenti ed indispensabili, per dotare il nostro paese della tecnologia necessaria per reggere il confronto con altri paesi, che già partono da una posizione molto avanzata in termini di sviluppo del settore ICT. Pertanto, per l’Italia e per l’Umbria, la necessità di risorse adeguate anche per le infrastrutture digitali nella programmazione 2014/2020, impone che la bozza sfilata dal Ministro della Coesione Territoriale cambi radicalmente. Diversamente da questo le condizioni della ripresa economica e produttiva sono messe seriamente a rischio, lasciandoci solo l’orizzonte di un inevitabile declino >>.