Il vento della crisi soffia ancora in Umbria, ma sta diminuendo di intensità. E' quanto emerge dall'ultima indagine congiunturale di Unioncamere Umbria relativa alle imprese manifatturiere e commerciali. I risultati del secondo trimestre 2013 confermano i timidi segnali del periodo precedente: si attenua lentamente il trend negativo dell'economia regionale che dura da almeno 4 anni e che sembra aver toccato la sua fase più critica nel quarto trimestre 2012. Per quanto riguarda il manifatturiero, il campione su cui si basa l’indagine è composto da oltre 500 imprese. La variazione della produzione rimane ancora negativa rispetto al trimestre precedente (-0,3%). Ma il calo si riduce in modo drastico, sia rispetto a quello accusato nei primi tre mesi del 2013 sia rispetto a quello dell'ultimo periodo del 2012 (-3,0%). Netto il miglioramento nel confronto delle cifre con quelle del secondo trimestre del 2012 (-4,7%). Sono le imprese più piccole, la grande maggioranza di quelle che compongono il tessuto produttivo dell'Umbria a pagare il prezzo più alto della lunga crisi economica. Invece, vanno meglio le imprese di grandi dimensioni nelle quali, per la prima volta le indicazioni per un aumento della produzione superano quelle relative ad una diminuzione (52% contro 24%). Timida ripresa anche riguardo il fatturato. Ancora una volta i risultati migliori si registrano sul fronte dell'export. I segnali che prefigurano il superamento della fase più acuta della crisi arrivano soprattutto dal settore della moda e da quello della chimica.

Segnali ancora molto negativi invece dal comparto del mobile e del legno e dalle industrie dei metalli che presentano variazioni negative, sia per la produzione che per il fatturato. Per quanto riguarda il commercio l'indagine congiunturale evidenzia tendenze contrapposte: diminuiscono le vendite degli esercizi al dettaglio a specializzazione alimentare mentre, in controtendenza rispetto ai due trimestri precedenti, migliorano lievemente i risultati degli altri esercizi commerciali. Ma se i numeri, seppur di poco migliorano, non cresce la fiducia: la maggior parte delle imprese commerciali dell'Umbria in un prossimo futuro si aspetta una ulteriore diminuzione delle vendite e degli ordinativi ai fornitori. Segnali migliori arrivano dal cruscotto statistico, grazie al quale Unioncamere Umbria fotografa in modo periodico lo stato dell'economia attraverso i dati aggiornati di un campione di oltre 58.000 imprese: il secondo trimestre del 2013 mostra un notevole rafforzamento numerico del sistema imprenditoriale umbro; le iscrizioni sono state infatti poco meno di 1.500, circa il 29% in più delle cessazioni. La crescita delle imprese "straniere" rimane lieve. Segnali di dinamismo arrivano invece dalla imprenditoria “femminile” e dalle imprese “giovanili”. Il 31% circa delle nuove iscritte sono imprese “femminili”; quelle che rientrano nella categoria delle “giovanili” arrivano al 33%. Su base semestrale (primo semestre 2013, rispetto a primo semestre 2012), si osserva invece un aumento dell’1% delle imprese “femminili” e una diminuzione di quasi il 3% delle “giovanili”.