<< Più volte ho lanciato appelli contro i rigidi vincoli del Patto di stabilità che, con varie gradazioni (le più pesanti, guarda caso, per le Province … le più leggere, guarda caso, per le Regioni!) impongono agli Enti Locali di non spendere risorse fresche, disponibili in cassa, in quanto esse debbono essere destinate all’abbattimento del debito pubblico complessivo. All’altare delle grandi banche e della finanza speculativa, che sono responsabili di tanta parte della crescita del nostro debito pubblico, nonché della perdita di sovranità del Paese, si immolano così gli interessi dell’economia reale, dei lavoratori, dei piccoli e medi imprenditori, degli artigiani, che in virtù di leggi scellerate non possono ricevere i dovuti pagamenti dalle Pubbliche Amministrazioni per le quali eseguono prestazioni d’opera. Il Patto di stabilità, voluto da BERLUSCONI e non modificato, bensì appesantito da MONTI, con la regia di un Unione Europea tutta in mano all’alta finanza, sta provocando sempre più, in un vortice inarrestabile, insolvenze, fallimenti a catena di piccole e medie imprese, stallo o regresso della produzione di beni e servizi . A chi giova tutto questo? Certamente non a chi lavora e produce ! Certamente non agli Enti Locali, specie alle Province. La Provincia di Perugia, prima dell’introduzione di questo vincolo assurdo (istituito oltretutto senza tener conto della diversa capacità di carico di Governo, Regioni, Province e Comuni), era un Ente che pagava a 30/60 giorni le prestazioni lavorative di artigiani e piccole-medie imprese. Avrebbe continuato a farlo, se da parte del Governo non si fossero pigiati gli unici pedali dei tagli e dei vincoli finanziari crescenti. Così non si può più andare avanti!

I parlamentari e il Governo hanno prestato ascolto al grido di dolore di tante aziende artigiane che in tutta Italia e nei nostri territori non vedono onorati i pagamenti per prestazioni eseguite? Governo e parlamentari sanno che decine di imprenditori e di lavoratori si sono suicidati a decine per colpa di vincoli e strozzature che hanno giugulato a livelli intollerabili le loro attività e la loro economia familiare ? Le associazioni di categoria della piccola e media impresa, i sindacati, cosa stanno concretamente facendo per ottenere la revisione di leggi inique, persino bestiali, che stanno distruggendo la capacità di spesa delle Pubbliche Amministrazioni e con essa l’economia nazionale? Dal canto mio credo sia venuto il momento di alzare il tono della protesta: nei prossimi giorni presenterò un organico documento contro il Patto di stabilità voluto da BERLUSCONI e MONTI e scriverò alle segreterie nazionali di tutte le forze politiche affinché, a partire dalla prossima legislatura, si intraprenda un processo di rinegoziazione dei vincoli con l’Europa. L’Europa o è dei popoli o semplicemente non è : se è tale, non può difendere gli interessi di banchieri e finanzieri d’assalto con un direttorio autoritario, non eletto da nessuno, quale è la Banca Centrale, ma deve varare un nuovo Piano per la rinascita economica di tutto il Continente, varare un grande Ponte eurasiatico teso verso Russia e Cina, premiare l’innovazione e la ricerca, stimolare l’occupazione giovanile, ridare fiato ad agricoltura e settori ad alto valore aggiunto, mettere gli Enti locali nelle condizioni di promuovere lo sviluppo sostenibile >>.