<< Parlare oggi di pari opportunità e di differenze di genere non perché vi sia una carenza normativa ma perché sono ancora molte le situazioni in cui va invocata l’applicazione delle leggi e laddove la normativa è esistente, è rimasta un esemplare espressione di principi senza un’idonea traduzione in servizi a sostegno dell’obiettivo parità uomo-donna >>. A parlare è l’Avv. Laura MORLENI, e l’occasione è il convegno sul tema “Questione femminile: pari opportunità, differenze di genere al tempo della crisi” (nella foto), promosso dall’Associazione Politico Culturale “Enrico BERLINGUER” e prende spunto dall’attuale situazione economica congiunturale i cui effetti maggiori si riscontrano sulle fasce più deboli. E tra queste ci sono le donne nei loro rapporti con il mondo del lavoro e la famiglia. Dopo i saluti iniziali, da parte dell’Assessore provinciale Stefano FELIGIONI e del Presidente dell’Associazione Mario Andrea BARTOLINI, si è proceduto ad una riflessione sul nuovo ruolo che le donne sono chiamate a svolgere dinnanzi ai cambiamenti della società imposto anche e soprattutto dalla crisi economica. L’Assessore provinciale alle Pari Opportunità, Ornella BELLINI, ha concentrato il suo intervento nel passaggio da una società fordista taylorista di stampo marcatamente industriale con un’organizzazione sociale fondata su esigenze maschili ad una post industriale, dove centrali sono divenuti i servizi, anche quelli avanzati, l’ITC, la globalizzazione, le imprese in rete, il know how.

<< Ed è in questo passaggio - ha dichiarato la BELLINI - che dobbiamo cogliere un’opportunità per le donne. Può essere una società senz’altro migliore ma a patto che il sistema delle tutele e garanzie venga conservato >>. L’Assessore ha spiegato come nella fascia di età 35-44 anni, tra il 1993 e il 2006, per ogni 100 donne occupate, 75 siano del nord, 68 del centro e 42 del sud Italia. << Emerge da questi dati un’enorme differenza tra nord e sud e la mancanza di politiche unitarie sul tema >>. Tra le piaghe di questa società rientra, inoltre, la violenza perpetrata nei confronti delle donne. << Si tratta di un fattore - ha aggiunto la MORLENI - legato inscindibilmente al fattore povertà, aggravano una situazione già di per sé complessa e critica. E’ evidente che una donna che non sia economicamente indipendente o che viva in un contesto degradato è alquanto improbabile che possa sottrarsi dalle violenze consumate nell’ambito delle mura domestiche così come è invece probabile se non addirittura certo che una donna o una bambina che è oggetto di violenze può vedere irrimediabilmente danneggiate le sue capacità lavorative ed essere vittima di discriminazioni sociali, compreso il negato accesso all’istruzione >>. Sono intervenute anche: Daniela ALBANESI, Presidente del Centro Pari opportunità Regione Umbria; Lorena PESARESI, Assessore del Comune di Perugia; Vanda SCARPELLI, della CGIL Perugia. Ha coordinato gli interventi Barbara BOTTONE.