A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

<< Oggi cercheremo di capire meglio il senso del dibattito svoltosi nella sala del consiglio comunale di Rieti che gli ascoltatori di questa radio hanno potuto ascoltare in diretta qualche giorno fa. Si parlava di bilancio comunale e naturalmente si parlava di tasse, che del bilancio sono la partita più importante.
E’ noto come il patrio governo presieduto dal cavaliere abbia di recente abolito l’ICI per la prima casa, tassa che veniva riscossa in toto dai comuni d’Italia e che costituiva una delle principali entrate del comune e realizzava in concreto quel federalismo fiscale tanto invocato dai leghisti, principali alleati di Berlusconi. Quella tassa è stata abolita perché il cavaliere lo aveva promesso in campagna elettorale e dopo tante bugie non mantenute negli anni scorsi, questa volta non poteva fare a meno di mantenere anche infischiandosene del federalismo di Bossi & C.
Ai comuni Tremonti, il fantasioso stratega della economia creativa di origini montanare (viene dalla Valtellina), ha fatto sapere che il mancato introito dell’ICI verrà trasferito nelle casse comunali con i fondi dello stato, ma non ha spiegato né con quali fonti di denaro né quando ciò potrà avvenire. Questa volta la fantasia creativa del valtellinese ha fatto cilecca!

Intanto i comuni, ricorrendo la stagione dell’approvazione dei bilanci annuali, si sono trovati subito a fare i conti con dei buchi spaventosi che la legge impone di colmare subito, pena la non approvazione degli stessi. Insomma i sindaci, nel redigere i bilanci, non possono aspettare che il patrio governo spedisca ai comuni i soldi che mancheranno dalla riscossione dell’ICI sulla prima casa e debbono trovare subito le fonti di entrata sostitutive.
Ora è noto a tutti che, per mantenere una spesa pubblica oltre ogni immaginazione, gli italiani sono soggetti alla pressione fiscale più alta d’Europa che per essere tale ha soggetto a tassazione ogni cosa possibile, e al momento non sembra ci sia più niente da tassare.
E allora che cosa può fare una amministrazione comunale, a quale santo deve votarsi, atteso che di questi tempi anche i santi sono in astinenza di miracoli?
E se anche la fantasia creativa del Tremonti è venuta meno, figurativi quella dei vari sindaci della penisola!
Qualche anno fa, nel tentativo di rendere appena più intelligibile una legislazione fiscale la cui interpretazione in Italia è da sempre materia per soli specialisti, il governo del tempo decise di sfoltire i vari tributi e di accorparli in poche voci che consentissero ai cittadini di capirci appena un po’.
E così fu fatto, anche in quel caso si strompazzò di aver eliminato alcuni balzelli, ma per verità furono accorpati sotto altra voce. Così alcuni nomi di tasse scomparvero, anche se quella tassa si pagava lo stesso sotto altro nome.
Così ora, non sapendo che cosa fare, l’amministrazione comunale di Rieti ha rispolverato la tassa sui passi carrabili e qualche altro ex balzello, gonfiandone a dismisura la previsione di entrata allo scopo di portare in pareggio le entrate e le uscite del bilancio per consentirne la legalità.
Lo stato da parte sua, dovendo trasferire ai comuni la somma sostitutiva dell’ICI abolita, dovrà pur trovare qualche altra fonte di entrata nelle imposte dirette o nell’aumento delle tasse che gravano i vari servizi, e all’orizzonte già si intravedono ulteriori ineludibili balzelli!
Insomma si dice che si aboliscono le tasse, cosa che vogliono tutti: lo hanno detto anche ieri il governatore della banca d’Italia e la nuova presidente degli industriali Marcegaglia, ma appena si toglie qualcosa bisogna subito inventare con che cosa far restituire ciò che è stato ridato, con una tecnica che somiglia tanto a quella dei ladri di Pisa che alla fine si derubavano tra di loro.
E’ un gioco perverso che coinvolge governanti e governati, con pari responsabilità. Il governante per mantenersi al potere deve fare promesse che, se mantenute, si ripercuotono negativamente sulla pelle dei governanti!
Un cane che si morde la coda facendosi male da se stesso, ma la parte che subisce il dolore è solo la coda, cioè i governati, perché la testa che morde è rappresentata dai governanti i quali stanno sempre a galla e traggono beneficio dalla imbecillità dei governati.
Il povero Prodi, il cosiddetto parroco di campagna che non conosce le furbizie degli astuti montanari, aveva cercato di metter riparo in qualche modo al caos nel quale è piombata l’Italia a seguito della fantasia creativa di una oligarchia che si arricchisce ogni giorno sempre di più.
Aveva solo il torto di parlar chiaro e di richiamare tutti al senso di responsabilità cominciando a dare il buon esempio assumendosene le proprie. Ma nessuno ha voluto ascoltarlo, nemmeno i suoi sostenitori che hanno preferito riconsegnare i cosiddetti operai nelle fauci del cavaliere piuttosto che aiutarli a capire che la politica deve stare lontana dalla demagogia.
La democrazia è un bene che il popolo deve sapersi conquistare, qualche volta anche a caro prezzo, sempre comunque attraverso l’educazione.
Gli italiani la democrazia l’hanno ricevuta come dono grazioso dagli alleati che hanno vinto la seconda guerra mondiale senza pagare alcun prezzo perché i guasti della guerra se li erano procurati da soli, il processo educativo verso la democrazia si è arrestato sul nascere durante il risorgimento con la sconfitta di Giusppe Mazzini da parte dei Savoia, complice in qualche modo anche Garibaldi. Si aggiunga che dal 1946 ad oggi la scuola è notevolmente peggiorata perché consegnata ad un corpo insegnante la cui preparazione va sempre più assottigliandosi, mentre lo stato è incapace di difendere le sue prerogative arrendendosi alle mene di controllo confessionali della chiesa che, ringalluzzita dal concordato prima di Mussolini e poi di Craxi, beneficia di un'altissima connivenza tra le fila dei governanti.
In questa situazione capire diventa sempre più difficile e speriamo che non giunga il momento tragico nel quale dovremo gridare forte: si slavi chi può! Mo credo che ci siamo quasi arrivati >>.

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