Domenica scorsa, in località Vallecanapina, successo della 1^ edizione del Raduno regionale del Cane da Tartufo della Valnerina “Grifo Nero Valnerino”. In uno scenario di incomparabile bellezza naturalistica ed ambientale ha trionfato il connubio cane e tartufo, da sempre protagonista della cucina e prodotto di eccellenza per lo sviluppo turistico e gastronomico della Valnerina. L’originalità della manifestazione hanno fatto registrare una grandissima partecipazione di pubblico e suscitato un particolare interesse nel mondo dei tartufai e non solo, in quanto per la prima volta si sono poste le basi per poter iniziare un percorso di selezione di una “razza di cane da tartufi” tipicamente della Valnerina e quindi umbra. Questo percorso è possibile grazie ad una popolazione canina già esistente di cani da tartufo, gelosamente custodita nei secoli dai tartufai della Valnerina e che presenta delle caratteristiche sia morfologiche sia caratteriali e di lavoro ben definite per la ricerca del tartufo. Nel pomeriggio, a completamento della manifestazione, si è svolto a Sellano un convegno sul tema “Tartuficoltura in Valnerina, il cane da tartufo nella tradizione locale e le potenzialità di sviluppo della cultura tartuficola”, con la presenza dell’ideatore e coordinatore della manifestazione, Antonio GUERRINI, dell’Assessore provinciale Roberto BERTINI, del Sindaco di Sellano, del Presidente della Comunanza Agraria di Cammoro, del Presidente dell’Associazione Tartufai e Tartuficoltori “Pietro FONTANA”. Sono intervenuti anche relatori di livello nazionale: Umberto BERNARDINI, Presidente della F.I.T.A.; Marcello RAGLIONE, esperto in suoli e terreni; Alvaro MANTOVANI, Presidente del Gruppo Cinofilo Perugino.

Dal dibattito che ne è seguito è emersa con forza la necessità di salvaguardare la risorsa tartufo, attraverso azioni volte al miglioramento della legislazione vigente ed all’adozione di un piano strategico mirato al potenziamento ed allo sviluppo della tartuficoltura, in un territorio particolarmente vocato come quello della Valnerina, prendendo anche come esempio quanto avvenuto nel recente passato nella Regione Marche. Tutto ciò può essere, in ogni caso, realizzato soltanto attraverso misure specifiche, da programmare nel prossimo Piano di Sviluppo Rurale, che rendano conveniente investire sulla tartuficoltura. I relatori hanno auspicato l’intervento da parte della Regione Umbria nei confronti della Comunità Economica Europea, questo affinché le piantagioni tartuficole siano considerate attività agricola, come avviene in Spagna ed in Francia.