Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota della Confederazione Nazionale dell'Artigianato di Rieti:

<< Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che dalla prima rata dell’IMU (la nuova tassa degli immobili che ha sostituito l’ICI) è arrivato un gettito di 9,6 miliardi. Una cifra che fa ritenere che l’obiettivo di 21,4 miliardi di euro previsto nel decreto “Salva Italia” potrà essere raggiunto applicando le aliquote base, cioè lo 0,4% sull’abitazione principale e lo 0,76% sugli altri immobili. Se si considera che l’IMU è nelle stime governative, basate sulle aliquote di legge, il doppio dell’ICI, si può ragionevolmente chiedere ai Comuni di diminuire o almeno di non aumentare l’aliquota applicata sugli immobili destinati alle attività produttive in un momento particolarmente acuto della crisi. Come è noto i Comuni hanno la facoltà di aumentare o diminuire le aliquota base e per gli immobili di proprietà delle imprese l’aliquota può essere aumentata dello 0,3% o ridotta sino allo 0,4%. Ora se è difficile immaginare che i Comuni rinuncino totalmente al gettito prodotto dall’imposta, dovendo destinare oggi all’erario lo 0,38% dell’imponibile, è però altrettanto difficile pensare che le imprese possano versare, di una imposta già prevista nell’aliquota base allo 0,76%, una maggiorazione fino allo 0,3% che la porterebbe a 1,06%. I Comuni, che avranno comunque tempo sino al 30 settembre per decidere o rivedere le aliquote, possano oggi fare valutazioni più attendibili perché basate sul gettito effettivo e non sulle stime.

Per l’insieme delle argomentazioni chiediamo oggi di riconsiderare l’importo perché intanto è peggiorata sia la situazione economica delle famiglie che quella delle imprese, come confermano tutti gli indicatori economici. Tra l’altro alcune imprese sono solo virtualmente proprietarie degli immobili, sedi delle loro aziende, perché alcuni di essi sono frutto di investimenti programmati in tempi di espansione e realizzati in tempi di crisi. Su di essi gravano, perciò, mutui pesantissimi e l’IMU in alcuni casi rischia di essere prima che un’imposta una beffa >>.