<< Stracciare. Straccia appena letto >>. Ma a quell’ordine di Benito MUSSOLINI, Claretta PETACCI non obbedì. << Non distruggere, è storia >>, rispose. E così le 318 lettere inviate tra il 10 ottobre 1943 e il 18 aprile 1945 dal Duce alla sua amante oggi sono arrivate a noi, recuperate nel 1950 e finalmente raccolte per iniziativa dell’Archivio Centrale dello Stato in un volume curato da Luisa MONTEVECCHI. “A Clara. Tutte le lettere a Clara PETACCI 1943-1945”, epistolario edito da MONDADORI Electa e finora mai pubblicato, sarà presentato presso il Teatro Manlio, il prossimo 31 marzo, con la partecipazione della curatrice e di Agostino ATTANASIO, Sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato, autore di uno dei saggi introduttivi. Gli altri sono a firma degli storici Elena Aga ROSSI e Giuseppe PARLATO. Interverranno: Alfredo GRAZIANI, Sindaco del Comune di Magliano Sabina; Domenico SCACCHI, Consigliere delegato alla Cultura della Provincia di Rieti; Marica SALVITTI, storica della Fondazione NENNI.

<< Grazie all’approccio scientifico impresso dall’Archivio Centrale dello Stato - si legge in una nota degli organizzatori - l’epistolario sfugge a ogni pruderia scandalistica. La maggior parte delle lettere di MUSSOLINI, pur di carattere personale, contiene riferimenti a vicende politiche, ad operazioni militari, alle riunioni del Consiglio dei Ministri, alle persone ricevute in udienza, ai rapporti con le personalità tedesche, agli spostamenti, al suo entourage e alla stampa. Non mancano i ricordi, sia dei giorni attorno al 25 luglio, sia della nostalgia per le giornate al Terminillo, le corse al mare, i pomeriggi nella Sala dello Zodiaco, leggendo riviste e ascoltando musica. Nel volume, costituito da 404 pagine e un ricco apparato di note, anche stralci delle 500 lettere che Claretta PETACCI scrisse a MUSSOLINI. L’epistolario coincide sostanzialmente con il periodo della Repubblica di Salò. La sua importanza risiede soprattutto nella ricostruzione che è possibile trarne circa il clima all’interno del partito fascista repubblicano. Nello stesso tempo le lettere appaiono interessanti anche per il lettore comune: chiariscono infatti l’atteggiamento del Duce nella sua ultima fase della vita e ne rivelano l’aspetto intimo ed umano. Un uomo che, almeno stando al carteggio che sarà presentato a Magliano Sabina, resosi conto della tragedia del Paese e del proprio fallimento, si rifugia nell’unico elemento positivo rimastogli: l’amore per una donna >>.