di Gianfranco PARIS

L'esito delle Primarie del centrodestra ha confermato in pieno tutti i miei pensieri espressi nei due articoli dedicati all'argomento, subito dopo quelle del centrosinistra. In linea teorica le primarie dovrebbero essere uno strumento per consentire al popolo di partecipare attivamente alla scelta dei candidati, una riappropriazione del potere di decisione del quale i cittadini sono stati espropriati ad opera dei partiti. Ma i fatti dicono che questa avviene molto raramente. Magari in situazioni particolari dove la lotta politica non ha ancora superato i limiti della decenza. Nel caso reatino, e in altri casi, dove la lotta politica non conosce più alcun tipo di decenza (vedasi quello che è successo a Palermo dove interessi di alleanze di potere regionale hanno indotto elettori di LOMBARDO a sostenere un iscritto al PD ribelle), le Primarie sono una specie di resa dei conti tra fazioni interne di partito, o tra gruppi di alleati, che hanno lo scopo di ridurre anticipatamente al silenzio i meno “forti”. Con la parola forti indico coloro che detengono il potere interno nei vari gruppi e che si servono di questo potere per sopraffare con ogni mezzo gli altri. E spesso questi gruppi riescono a condizionare anche la scelta dei candidati in campo avverso mandando a votare per il candidato dell'altra sponda che fa loro più comodo (è successo a Rieti e a Palermo alle Primarie del centrosinistra). Qualcuno sostiene che è avvenuto anche questa volta con quelle del centrodestra.

In questa situazione ingaggiare una battaglia di rinnovamento dallo interno di questi gruppi appare una impresa disperata, quasi impossibile. A meno che non si verifichino situazioni particolari come è accaduto a Milano. COSTINI e RINALDI sono stati anche loro vittime di questa situazione. Il gruppo che detiene il potere nella città di Rieti, composto da ex AN diventati berlusconiani e ex PdL che ruotano intorno al Senatore CICOLANI, hanno scelto di mantenersi saldamente al potere appoggiando la candidatura di Antonio PERELLI, e hanno usato tutti i mezzi a loro disposizione per riuscire nello scopo. I metodi li conosciamo bene: pressioni di ogni genere per favori ricevuti o promesse in attesa di soddisfazione, mobilitazione completa dello apparato comunale e dintorni per il raggiungimento dello scopo, SMS di ogni tipo. COSTINI e RINALDI non potevano avere miglior sorte. Entrambi erano scesi in campo presentandosi come “campioni” di una svolta epocale, anche se le due posizioni erano molto differenti. COSTINI, certamente non verginello rispetto al passato (vedi le delibere dei Piani Integrati), auspicava comunque una amministrazione diversa rispetto a quella degli ultimi anni, RINALDI si presentava per un più credibile rinnovamento a destra. Io credo che entrambi abbiano peccato di non poca ingenuità. Ma come è possibile credere che di questi tempi sia possibile un rinnovamento partendo dall'interno degli attuali partiti politici italiani? Oggi la lotta politica non è più il risultato di un confronto di idee, è solo ed esclusivamente una lotta di potere. Combattere dall'interno un “leviatano” che conosce solo le regole per automantenersi è un'impresa titanica, una specie di David contro Golia. Ho letto or ora la seconda lettera agli elettori scritta da RINALDI dopo la sconfitta. Come ha potuto credere che il popolo reatino andasse a votare per lui fidando sulla sua assoluta buona fede e sulla sua volontà di rinnovamento? Ma non è stato egli fino ad oggi sostenitore di quel sistema? Egli inoltre ha combattuto con le stesse armi degli altri: amicizie e potentati a lui vicini. In una sola cosa ha ragione lui, quando afferma che in fin dei conti 999 voti presi non sono pochi! E' vero non sono pochi, ma sono meno degli altri due perché egli aveva meno potenti a sostenerlo. Avevo scritto che se COSTINI voleva fare una battaglia di rinnovamento non avrebbe dovuto accettare di partecipare alle primarie, avrebbe dovuto presentarsi candidato Sindaco con una o più liste di sostegno. E avevo ragione. Ora ha perduto ancora prima di cominciare. Un bel risultato davvero! Ha criticato dall'interno la maggioranza di centro destra almeno dalle ultime elezioni provinciali, poi è andato a fare l'Assessore all'Urbanistica, ha ottenuto i Piani Integrati che tanto anelava e ora, partecipando alle primarie, ha legittimato coloro stessi che ha duramente criticato. Sembra quasi incredibile. Anzi, a giudicare dal suo eloquio fluente, sembra impossibile! Per rinnovare bisogna ripartire da zero, bisogna garantire agli elettori che non ne possono più di quel che accade a Rieti, e ve ne sono molti e diversi da quelli che sono andati a votare alle primarie e sono la maggioranza, che dopo le elezioni non continueranno inquinamenti e inciuci nella amministrazione della cosa pubblica reatina. E' questo di cui ha bisogno la città per uscire dal tunnel in cui staziona da venti anni. Il risultato delle due primarie, quelle del centrosinistra e quelle del centrodestra, non poteva essere peggiore: ancora una volta si fronteggeranno le stesse forze che in questi ultimi venti anni hanno fatto finta di combattersi, mentre con accordi sottobanco hanno consentito la peggiore amministrazione comunale di tutti i tempi, tra l'altro al limite del default. Ma di questo riparleremo subito dopo le elezioni perché i nodi vengono sempre al pettine. Ma forse questa volta ci sono tutte le premesse perché l'elettorato che non ne può più possa guardarsi intorno e cambiare veramente. La situazione è ancora fluida, chissà se i metodi di sempre di fronte a novità vere, continueranno a funzionare ancora?