di Gianfranco PARIS

Il lieto motivo di gennaio di quest'anno sono state le Primarie del centrosinistra. Confesso che il risultato mi ha sorpreso non poco, ma non per questo mi assocerò a tutti coloro che hanno salutato la vittoria del giovane Simone PETRANGELI di SEL come l'inizio di una svolta nella politica locale che parte da sinistra. Prima di festeggiare, i suoi sostenitori avrebbero dovuto riflettere bene su quel che è accaduto e sul come è accaduto. Alle Primarie del centrosinistra si sono fronteggiati tre schieramenti: quello di SEL con il candidato PETRANGELI, quello del PD con due candidati: A. M. MASSIMI, con alle spalle tutto lo staff dirigenziale che domina quel partito da oltre un decennio con MELILLI in testa, e SIMEONI, con alle spalle la triplice sindacale, l'IdV di MARONI, mentre quello di CAVALLI stava dietro alla MASSIMI, e i contestatori dall'interno di MELILLI. I voti si sono divisi in tre parti: 1/3,1/3 e 1/3. Se il PD, anziché dividersi per ragioni di potere, avesse individuato una candidatura credibile al di fuori delle cordate che lo dilaniano dall'interno, PETRANGELI non avrebbe vinto. Ma quella di Simone è una vera vittoria? I penso di no, sia che dovesse realmente essere eletto Sindaco sia che non lo dovesse essere. Ma procediamo con ordine. Esaminiamo prima il caso di presunta elezione. Se eletto, PETRANGELI lo sarà con i voti determinanti delle due fazioni del PD. Nel qual caso è giocoforza che lo stesso debba formare la sua Giunta concedendo agli sconfitti di oggi e a coloro che stanno dietro di loro fette rilevanti di potere.

Sono gli stessi che da oltre un decennio, operando in stretto contatto con settori trasversali del PdL & C. mantengono in piedi un potere di sinistra in provincia ed un potere di destra in comune. Questi signori non hanno alcun interesse a far eleggere al Comune un Sindaco che metta in discussione i loro disegni e soprattutto i loro interessi e, in caso di imprevista elezione, sono lì pronti a reclamare la loro fetta sostanziosa di potere. Simone PETRANGELI avrà la stoffa e la forza di opporsi a costoro e di fare le scelte promesse con l'opuscolo “Abbiamo altri programmi per la città”? A giudicare dal come i compagni della sinistra cosiddetta radicale, di cui fa parte anche SEL, si comportano in provincia appoggiando la Giunta MELILLI per un piatto di lenticchie e come si comportano in comune, con una opposizione che raramente si è fatta sentire, la cosa appare molto improbabile. Così se anche PETRANGELI dovesse diventare sindaco con i voti del centro sinistra, sembrerà di aver cambiato tutto, ma non sarà cambiato niente! Vediamo ora la questione dal lato peggiore della mancata elezione di Simone a Sindaco. PETRANGELI è uno dei rari quadri politici locali che avrebbero potuto imprimere veramente una svolta politica alla Sabina nel suo complesso. Lo dico con convinzione. Così come sono andate le cose è evidente che si è lasciato strumentalizzare pensando al percorso apparentemente più facile per soddisfare le sue ambizioni. Già il 22 gennaio si sono registrati evidenti segni di questa strumentalizzazione. Sono circolati molti biglietti da venti euro nei pressi dei seggi, certamente messi in circolazione da coloro ai quali la candidatura a Sindaco di Simone fa comodo, diversi dagli elettori di SEL. E' chiaro infatti che sarà più facile chiedere da destra il voto agli elettori moderati del PD agitando il solito spettro del comunista! E Simone questo spettro se lo porta dietro senza ombra di dubbio. Se perderà, inoltre sarà ridotto a continuare nel fare quella opposizione che fino ad oggi non è parsa molto a lui congeniale e continuerà l'inciucio di sempre tra centro destra e centro sinistra e non cambierà niente. Come, volevasi, dimostrare. Se invece Simone e quelli di SEL si fossero uniti a tutti coloro che non ne possono più dello inciucio che affossa la politica della sabina da troppo tempo, sarebbe stato possibile trovare un candidato Sindaco presentabile, giovane o maturo poco importa, capace di farsi eleggere senza l'appoggio degli inciuciatori di sempre e avviare un vero e proprio processo di rinnovamento della politica partendo da sinistra. SEL ha ripetuto l'errore che fece quando decise di appoggiare il candidato sindaco di Fara in Sabina, ricavandone una sonora sconfitta. L'odore delle poltrone spesso fa perdere di vista i proclami quotidiani! La stessa cosa vale anche per la destra. Subito all'esito delle primarie del centrosinistra si è riaffacciato alla finestra ROSITANI. Ora che è morto il ponte sullo stretto, il ritorno a casa è d'uopo. Egli ha subito cominciato a sostenere che anche il centro destra deve celebrare le sue primarie. ROSITANI è una vecchia volpe e gli è stato chiaro subito il quadro della situazione. Facciamo finta di essere democratici imitando il centrosinistra e costringiamo tutta la diaspora del centro destra di questi ultimi tre anni a ricompattarsi. E' un sistema per tornare all'inizio del quasi ventennio, quello iniziato nel 1994. Così chi si illuderà di vincere le primarie, se vincerà, dovrà accontentare le “fauci” di chi lo ha sostenuto, se perderà sarà costretto a collaborare con il candidato che vincerà le Primarie diventandone automaticamente un gregario e diventando soprattutto una pedina dell'inciucio destra-sinistra che continuerà a soffocare la città. Anche a destra ci vorrebbe un colpo di timone, ma per farlo ci vorrebbe un timoniere nuovo di zecca! Come vedete amici lettori, il Gattopardo è sempre in agguato. E' … che sa mimetizzarsi sempre meglio. Ed è per ciò che questa volta bisogna avere il coraggio di scegliere fuori dal solito schema sinistra destra e dare fiducia a chi avrà il coraggio di fare senza di loro!