<< Intervenire su 29 Province non ha alcun senso, non produce risparmi, anzi come scrivono i tecnici del Senato, comporterebbe nuove spese, fermo restando che il ruolo delle Province e la loro collocazione nel quadro istituzionale del Paese quali enti di governo di area vasta non può in alcun modo essere messo in discussione. Noi vogliamo rilanciare. Si stralcino le norme ordinamentali dalla manovra e si approvi subito una modifica della Costituzione per rivedere in modo coerente le dimensioni di tutte le Province in modo in ogni regione ognuno deciderà quali enti accorpare, come modificare i confini provinciali e quali eliminare, istituendo le Città Metropolitane. Ma il processo non sarà calato dall’alto, le esigenze delle comunità e dei territori saranno prioritarie, rispetto alla dilagante propaganda di chi fa politica dal centro e preferisce proclamare vuoti slogan piuttosto che pensare al buon governo dei cittadini e della pubblica amministrazione >>. Questa la proposta lanciata dal Presidente dell’UPI, Giuseppe CASTIGLIONE (nella foto), al termine dell’incontro con i Presidenti delle Province sotto i 300mila abitanti, che la manovra economica di agosto potrebbe cancellare. << Alla Commissione Affari Costituzionali della Camera - ha proseguito CASTIGLIONE - sono state presentate a luglio dal PdL, PD e Lega tre diverse proposte che vanno tutte in questa direzione: sta al Parlamento portarle a termine e portare a termine una riforma che tutti, le Province per prime, aspettano >>.

Dunque, queste le richieste che l’Unione delle Province d’Italia ha definito, insieme ai Presidenti delle Province intervenuti, e che saranno presentate nel corso dell’audizione sulla manovra prevista in Senato: approvazione urgente di una riforma costituzionale del Parlamento e della composizione dei consigli regionali; e definisca in modo chiaro e organico i limiti dimensionali minimi delle circoscrizioni territoriali delle regioni, delle Province e dei Comuni; stralcio delle norme ordinamentali, in particolare degli articoli 15 e 16 della manovra, che non avendo alcun rilievo economico e non avendo presupposti di necessità ed urgenza, non trovano nel Decreto la giusta collocazione e sono in contrasto con le procedure previste dall’art. 133 della Costituzione; revisione dell’art. 133 della Costituzione , spostando la competenza legislativa dallo Stato alle Regioni per la modifica delle circoscrizioni provinciali che non raggiungono limiti dimensionali adeguati per l’esercizio delle funzioni di area vasta e per la soppressione delle Province nelle quali sono istituite le Città Metropolitane; approvazione subito in Senato, e in via definitiva alla Camera, della Carta delle Autonomie locali, definendo ruoli e competenze di Province e Comuni; previsione di una norma nella manovra economica che elimini tutti gli enti strumentali intermedi (enti e agenzie strumentali, ATO, BIM, Consorzi di Bonifica, società di servizi, ecc.) e assegnazione delle competenze da questi esercitate ai Comuni e alle Province. La norma consentirebbe un risparmio immediato quantificabile in non meno di 2,5 miliardi di euro, il costo vivo dei soli compensi dei Consigli di Amministrazione.