A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

Sono stato uno di quelli che anni fa si opposero alla costruzione del nuovo carcere di Rieti. Gli argomenti per gli immemori stanno scritti nella collezione di Mondo Sabino.
A Rieti si costruiscono solo caserme (Carabinieri, Questura, Finanza) o palazzi pubblici come l’INPDAP e case private. Niente che possa essere utile allo sviluppo economico della città e della Sabina. Intanto molte istituzioni pubbliche e private che potrebbero dare impulso all’economia sono sparite con grave danno per tutti noi.
Comunque il carcere, fortemente voluto da una maggioranza traversale centro sinistra-centro destra, ha iniziato i lavori.
Durante il corso degli stessi è emerso che la ditta appaltatrice apparteneva ad un gruppo di imprese di matrice leghista che ricevevano gli appalti a trattativa privata, senza alcun controllo stante la specialità dell’oggetto dei contratti che rientrava nel segreto di stato. Appalto assegnato dal ministro della giustizia leghista ing. Castelli.
Durante i lavori abbiamo notato, anche se da lontano, che nel cantiere la quasi totalità degli operai era di matrice extracomunitaria e che gli stessi mangiavano e dormivano all’interno del cantiere. Solo la sera e la notte potevano andare in giro in libera uscita, come i militari in una caserma. Ciò avveniva mentre a Roma “ladrona” il ministro della giustizia si batteva per cacciare gli extracomunitari dall’Italia.

Sempre durante i lavori di costruzione de carcere, a Vazia, località nella quale era situato il cantiere, si verificarono una serie di furti negli appartamenti della zona dei quali i Carabinieri e la Polizia non riuscivano ad individuare gli autori. Nelle cronache dell’epoca sono rintracciabili i particolari di tutto questo che durò tutta una estate, il periodo di maggior assenza dei proprietari dalle loro case.
Finalmente i ladri furono scoperti, si trattava di alcuni operai del cantiere del nuovo carcere, naturalmente extracomunitari. Ma la cosa fu tenuta nascosta. Gli arrestati furono portati a Terni nel più assoluto segreto e non se ne seppe più nulla!
Solo Mondo Sabino riportò la notizia. Ma fu come dare un pugno ad un muro di gomma.
Completati i lavori, il carcere rimase in attesa di apertura per oltre un anno. Quando tutti sanno in che stato di sovraffollamento vive la popolazione carceraria in Italia. Non si è mai saputo il perché. Un muro di gomma cinge in Italia l’istituzione carceraria!
Finalmente nel mese di ottobre appena scorso sono arrivati i primi secondini e i primi carcerati. Pochi per verità, malgrado una capienza di 300-500 detenuti.
Ieri il Segretario generale dell’OSAPP - Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria - Leo Beneduce ha fatto sapere che “malgrado impianti nuovissimi, la ditta costruttrice non sarebbe in grado da mesi di rendere funzionante il sistema di video-sorvaglianza e all’interno il personale deve comunque chiudere a mano i cancelli automatizzati”. Prosegue Leo Beneduce “Gli aggiustamenti a lavori già conclusi costano almeno il doppio”.
Siamo alle solite. Non c’è argine che tenga!
Ciò che più infastidisce però è l’ipocrisia imperante nel mondo politico italiano. Si dice un cosa e se ne mette in pratica una diversa e opposta. Il leghista Castelli in ogni occasione non fa che ripetere che l’unica soluzione alla criminalità dilagante è quella di costruire nuove carceri. La legge Bossi-Fini è una delle principali responsabili dello intasamento carcerario. Così come la legge sulla droga.
Un terzo dei carcerati sono extracomunitari. Un altro terzo sono condannati per la scellerata legge sulla droga. L’altro terzo è composto da detenuti in attesa di giudizio e da condannati per altri reati.
La popolazione carceraria aumenta mensilmente a velocità esponenziale. Il caso del carcere i Rieti dimostra che chi afferma che questo problema può essere risolto solo con la costruzione di nuove carceri, come fa anche il ministro Alfano, è in malafede. Egli lo può fare solo perché il livello medio del comprendonio politico nazionale è basso e perché ognuno bada ai fatti propri infischiandosene di quelli della collettività. Per ridurre la popolazione carceraria bisogna rimettere mano alla legge Bossi-Fini e alla legge sulla droga e, nell’ attesa, varare una amnistia per tutti i reati minori compresi quelli relativi alle due leggi appena citate >>.

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