A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

<< Girando nel tessuto urbano della città di Rieti molti si domandano: perché tutte queste case nella cinta esterna della città?
Le cause di questo fenomeno sono varie. La prima è che la mancanza di un piano particolareggiato del centro storico (che fu affossato definitivamente dai sindaci socialisti dell’epoca) ha impedito ai piccoli proprietari della città antica di ristrutturare i loro immobili a beneficio di quelle imprese edili che avevano acquistato grosse porzioni, ai quali sono stati approvati progetti di risanamento e di ristrutturazione ed ha costretto chi avrebbe voluto acquistare una casa nel centro storico di indirizzare la ricerca nelle zone di espansione esterne alla cinta delle mura medievali.
La seconda deve essere ricercata nella continua approvazione di lottizzazioni convenzionate, proposte dai privati nei luoghi più remunerativi ed approvate ad personam in assenza di un piano regolatore che ne individuasse l’interesse generale per la città.
L’unica azione di calmiere fu esercitata dalle zone da destinare ad edilizia convenzionata legata alla possibilità di accedere alle agevolazioni statali per le fasce meno abbienti, in applicazione della legge 167.
Questa politica fu messa in atto dalle Giunte municipali della prima repubblica e quando Antonio Cicchetti di AN divenne sindaco ci saremmo aspettati una inversione di tendenza, anche perché quando era consigliere di minoranza aveva manifestato aperta contrarietà all’andazzo dell’epoca.

Ma ciò non è stato. La politica a favore delle imprese edilizie del reatino ha continuato imperterrita il suo iter. Per lunghi anni ancora si è continuato sulla via delle lottizzazioni convenzionate e sui progetti di risanamento urbano ad personam, fino alle ultime modifiche del piano regolatore sulle quali si sono scatenati gli appetiti dei sostenitori delle Giunte di centro destra che si susseguono nel comune di Rieti dal 1994 ad oggi.
La politica è sempre la stessa con l’aggravante che adesso sono diventate terreno di speculazione edilizia anche le aree di edilizia convenzionata.
Per capire meglio la situazione bisogna partire da alcune domande che nascono da una attenta osservazione di alcuni fatti che emergono in tutta la loro chiarezza a chi abbia la capacità di una qualche attenta osservazione.
Le elenco tutte insieme perché solo così è possibile rendersi conto delle perplessità nel loro complesso.
Con quali criteri infatti sono state individuate le aree da destinare ad edilizia convenzionata?
In che modo le imprese accedono all’assegnazione delle aree?
I meccanismi prescelti favoriscono la concorrenza e quindi il vantaggio degli acquirenti, oppure favoriscono un comportamento di tipo oligopolistico?
Le convenzioni prevedono controlli nei confronti delle imprese?
Un appartamento di 95 mq venduto al prezzo di euro 200.000,00, a Rieti, può dirsi a prezzo convenzionato?
Le nuove costruzioni dovranno essere adeguate ai nuovi standard che sono più restrittivi rispetto al passato, ma sono ancora lontani dall’eccellenza e dalle potenzialità tecniche. Perché in Trentino costruiscono le case popolari in classe B (standard casa clima) mentre da noi a Rieti, edilizia convenzionata e non, più o meno in classe D? Non rischiamo di costruire case obsolete?
Conoscendo come vanno le cose da noi, queste domande suscitano molte inquietudini.
I criteri di scelta delle aree sono il frutto di pressioni di coloro che le hanno già messe in caparra. L’assegnazione delle aree viene fatta solo ed esclusivamente in base ad una spartizione tra gli edili che sono del giro, mentre i meccanismi prescelti tutto faranno meno che favorire la concorrenza, anzi sbarrandola. I controlli, anche se previsti, o non saranno fatti o, se fatti, lo saranno solo pro forma. Con 200.000,00 euro a Rieti si compra in qualsiasi luogo un appartamento di mq 95, quindi la convenzione non porta nessun calmiere al mercato. Infine il comune non impone alle imprese, come invece fanno in alta Italia, una edilizia di migliore qualità che, quanto meno, giustifichi l’alto prezzo. Quindi case peggiori e a prezzo più alto!
E tutto questo perché? Perché da oltre trent’anni, magari cambiano i colori politici delle amministrazioni in carica, ma non cambiano gli speculatori dell’edilizia che, spalleggiati da una ragnatela di connivenze che si annidano nei gangli della politica locale, riescono sempre e comunque a fare lucrosi affari sviluppando la città secondo i propri interessi e non quelli della collettività, e facendola diventare sempre più brutta.
Da ultimo ci si sono messe anche le cosiddette cooperative. Cosiddette perché hanno la forma giuridica prevista per le cooperative, ma operano come delle vere e proprie imprese private che garantiscono utili sostanziosi, anzi in qualche caso ancor più sostanziosi, ai loro gestori che sono sempre le solite imprese, con la copertura di tutti i partiti politici da sinistra a destra, senza eccezioni di sorta. Mentre i prezzi degli appartamenti sono sempre gli stessi.
Come vedete da trent’anni una fitta ragnatela di interessi, che ha la forma di una mano nera, grava sulla città capoluogo della Sabina rendendola schiava degli interessi di pochi, e nessuno ha mai cercato di porvi rimedio. Anzi non appena si riesce a conquistare una maggioranza, anziché cambiare, si preferisce cercare l’accordo per sostituirsi all’amministratore di prima.
Ce la faremo a vedere almeno un tentativo di inversione di tendenza? >>.

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