Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

<< Il Comitato Rinascita Norcia, con la lettera allegata inviata al Presidente CONTE (nella foto) il 31/12/2019, insieme al Coordinamento dei Comitati dei Terremotati del Centro Italia, vuole richiamare l'urgenza e l'attenzione delle istituzioni sull'avvio del cantiere più grande d'Europa, che oltretutto sarebbe un volano per la ripresa economica non solo delle zone terremotate, ma di tutta la nazione. La dimenticanza del Presidente nella conferenza di fine anno, con la quale si é ricordato solo il dramma del ponte di Genova omettendo quello delle quattro regioni colpite dal terremoto, ci riempie di preoccupazioni. In contrapposizione cogliamo l'occasione per esprimere soddisfazione, leggendo che alcuni Sindaci della Valnerina si sono finalmente accorti che la ricostruzione è ferma e che siamo stati abbandonati, anche se non molto tempo fa, presso sedi istituzionali si proclamava che "Norcia sta’ tornando alla normalità".

 

Tutto questo mentre noi, da oltre un anno, stiamo cercando in tutti i modi di denunciare la gravità della situazione, scrivendo a tutte le istituzioni, manifestando in piazza localmente e a Roma, informando i media, rilasciando interviste, tappezzando la città di Lenzuoli Bianchi di protesta e denuncia, diffondendo il tutto anche sui social. Per questo siamo stati anche accusati di remare contro, di non conoscere la realtà. Ora forse, il nostro Comitato può rivendicare questo piccolo risultato di presa di coscienza e consapevolezza della drammatica situazione in cui tutti gli amministratori ci hanno fatto sprofondare: tre anni di nulla. Comunque continueremo a essere vigili ed attivi sempre con l'obiettivo di far rinascere Norcia più bella, più vivibile e più civile di prima. Buon 2020 a tutti sperando che sia l'anno della nostra rinascita >>.

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Prof. Giuseppe CONTE - Roma

Sig. Presidente,

il Comitato Terremotati Centro Italia ha seguito con molta attenzione la Sua conferenza stampa di fine anno tenutasi oggi 28/12/2019 presso Villa Madama in Roma. Purtroppo abbiamo constatato, con nostra grande delusione e rammarico, che tra gli argomenti trattati nel corso della conferenza non è stato affrontato minimamente il drammatico problema che stanno vivendo i terremotati del centro Italia ed i ritardi nell’opera di ricostruzione delle abitazioni, delle attività economiche, dei servizi e delle opere pubbliche. Delusione perché ritenevamo Lei, Presidente, un riferimento sicuro con cui dialogare per trovare soluzioni certe al fine di ricostruire rapidamente questa parte disastrata d’Italia, una fiducia che ritenevamo ben riposta visti gli incontri interlocutori avuti con Lei nei mesi scorsi, e visto gli importanti risultati normativi che hanno accolto alcune delle nostre istanze. Constatato, inoltre, che nessuno dei 37 giornalisti presenti ha sentito il dovere di sollevare il problema del terremoto, vengono purtroppo convalidate le nostre preoccupazioni più volte espresse, che il nostro dramma ricade nuovamente nel dimenticatoio della politica, ma anche dell’opinione pubblica italiana.

Lei, Signor Presidente, ha citato la ricostruzione del ponte di Genova come un esempio positivo dell’attività del governo, un esempio che se da una parte ci da una speranza, perché vuol dire che se si vuole si è in grado di ricostruire le opere pubbliche con rapidità e sicurezza, dall’altra suscita una profonda rabbia perché nella zona dell’epicentro sismico centinaia di opere pubbliche (ospedali, scuole, strade, caserme, case di riposo, case popolari, cimiteri, ecc …) ancora devono essere ricostruite e nella maggior parte dei casi non hanno raggiunto neanche la fase progettuale. Opere pubbliche che ospitano importanti servizi indispensabili per il normale vivere di una collettività. Ricostruire il Centro Italia terremotato significherebbe attivare il cantiere più grande d’Europa e insieme alla istituzione di una Zona Franca Speciale potrebbe costituire il volano di quella ripresa economica tanto sbandierata da tutte le forze politiche. Ci domandiamo perché la stessa celerità non sia stata applicata, per esempio, per ristrutturare la nostra viabilità. Dopo 3 anni e mezzo, i lavori sulla ss685 ancora non sono finiti e permangono deviazioni e impianti semaforici. Molte strade terremotate che collegano alcuni centri montani non sono state ristrutturate e permane una situazione di degrado e di pericolo.

Lei, Presidente, conosce bene la nostra drammatica situazione, e ci auguriamo che la dimenticanza di oggi sia solo un disguido e che permanga invece il Suo impegno verso noi terremotati più volte dichiarato e concretamente dimostrato in diverse occasioni. Per le suddette ragioni ci sentiamo in dovere di chiederLe spiegazioni nel merito e comunque, provvedimenti concreti in favore dell’opera di ricostruzione a partire da un provvedimento normativo che dia la precedenza agli interventi nelle zone degli epicentri sismici e delle zone più danneggiate del cratere, visto che gli uffici speciali della ricostruzione, già sottodimensionati, vengono impegnati prioritariamente per la ricostruzione di fabbricati pubblici e privati fuori del cratere. Inoltre, chiediamo che il Commissario dia l’opportunità di un confronto ai comitati e alle associazioni professionali per esporre pareri e richieste necessarie ad una veloce ricostruzione in sede di ordinanze attuative della recente legge approvata in parlamento. Con questo auspicio restiamo in attesa di un positivo riscontro nel merito.

Il Coordinamento dei Comitati dei Terremotati del Centro Italia