<< Occorrono misure urgenti per il territorio della Valnerina, colpita ripetutamente dagli eventi sismici del 2016 e messa di fronte ad un bivio molto importante per il suo futuro, dal momento che le scelte che si compiranno potranno segnare l'avvio di una rinascita o sancire il declino di un territorio di elevato valore ambientale e storico-culturale >>. Questa la dichiarazione di Gino EMILI (nella foto) che, con il sostegno di altri sindaci della Valnerina, ha predisposto un documento finalizzato a chiedere agli organi preposti interventi straordinari per evitare lo spopolamento di un’area di per se già fragile non solo per le caratteristiche morfologiche e demografiche, ma anche per la mancanza di posti di lavoro e di servizi adeguati. Al fine di evitare la desertificazione e l’ulteriore spopolamento del territorio, il cui tessuto sociale è a rischio anche per la profonda crisi economica che attanaglia il Paese, si chiedono interventi legati non solo alla ricostruzione materiale degli edifici pubblici e privati ma anche legati agli aspetti socio-economici e culturali dell’intera Valle del Nera. In particolare, il primo aspetto da tenere presente è la viabilità perché senza arterie stradali si spegne anche la speranza di una rapida ripartenza economica.

 

Per questa ragione, vengono chiesti immediati interventi sulla SS 685 e per evitare che di fronte al ripetersi degli eventi sismici i territori rimangano isolati per lunghi periodi si propone di prendere in considerazione lo studio di fattibilità (già esistente) di un percorso alternativo in piena sicurezza che colleghi la bassa con l’Alta Valnerina attraverso la Valle del Tessino e la Valle del Corno, ipotizzando anche la realizzazione di nuovi trafori. Viene chiesta anche l’immediata apertura della SR 209 (Triponzo-Visso); delle strade provinciali 477-1; 477-2; 477-3 di Castelluccio e quelle del versante marchigiano (SP 129 Trisungo - Tufo; SP 89 Valfluvione; SP 34 Forca di Presta; SP 134 Visso - Castelsantangelo sul Nera; SP 135 Visso-Ussita; SP 136 denominata “Piano Perduto”) e soprattutto del traforo di Forca Canapine per ricreare immediatamente i presupposti per uno sviluppo socio-economico. Diverse sono anche le misure chieste per il rilancio economico, culturale e sociale del territorio: è fondamentale, infatti, mantenere i servizi di base superando i parametri relativi alle scuole ovvero i contingenti numerici degli alunni per ogni classe, al fine di scongiurare le cosiddette “pluriclasse” che comportano inevitabilmente la migrazione delle famiglie verso le scuole di altri territori.

Analogo discorso per i servizi sanitari con il potenziamento sia delle strutture ospedaliere che dei servizi territoriali di prossimità nonché del sistema pubblico dei trasporti. Tra le misure richieste emerge anche l’attivazione di sportelli polifunzionali, l’esenzione pluriennale delle imposte di carattere patrimoniale; la sospensione dei mutui per almeno tre anni, il sostegno finanziario a fondo perduto per il mancato lavoro. Inoltre, si richiedono agevolazioni per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro come, ad esempio, sgravi fiscali per le assunzioni nel settore privato ovvero delle imprese che hanno sede o che intendono investire nei comuni terremotati. Per i sindaci della Valnerina ulteriori ritardi nell’attuazione di questi interventi, esporranno le imprese ad un significativo rischio di chiusura in tutti i settori, innescando così un irreversibile spopolamento dell’area che finirà per sancirne il definitivo declino.