<< L’Assessore LUDOVISI ha perso un’altra occasione per tacere e mascherare l’effimero che esprime da quando è stipendiato dai cittadini. Ad oggi possiamo ricondurre alla sua attività una babele di espressioni filosofiche in cerca di un nesso e ai numerosi viaggi (da noi pagati), all’estero forse alla ricerca della Sua identità urbanistica?. Di iniziative concrete, della costruzione di strumenti e percorsi per stimolare il settore, cioè di cantieri e gru, non se ne parla. Dopo aver contestato per anni il contenuto del nuovo P.R.G. la Giunta PETRANGELI e per essa l’Assessore LUDOVISI, non riesce a fare altro che trovare riparo nei comunicati attraverso i quali informa che intende attuare il contenuto di tale strumento, anche con previsioni prive di ogni ragionevole analisi. L’Assessore filosofo però è abile ad associare ogni banale, scontata attività, a iniziative collegate con episodici eventi, da ultimo il progetto europeo Vital Cities, con cui condire il vecchio modo di fare urbanistica. Vorrei dire all’Assessore architetto che l’urbanistica è l’urbanistica e non è né vecchia né nuova; Ciò che cambia è l’approccio che tiene conto delle esigenze e degli strumenti disponibili al momento.

 

Non si può certo parlare di nuova impostazione se il riferimento è solo ed esclusivamente lo stesso P.R.G., cioè lo stesso strumento peraltro mai condiviso in passato dal Sindaco PETRANGELI e da tutto il centro-sinistra, che oggi si afferma volerlo modificare ma che di fatto si sta utilizzando a pieno. Il P.P.A. Programma Pluriennale di Attuazione, adottato è la più chiara dimostrazione delle contraddizioni continue della Giunta PETRANGELI. Con il P.P.A. adottato si prevede di “consumare” tutto il territorio urbanisticamente significativo, senza lasciare margini a futuri scenari. L’Assessore parla di una proposta equilibrata e con una forte coerenza interna. Con tendenza presocratica mi viene da chiedere “che vor dì”? Il Programma è stato contestato anche dai consiglieri di maggioranza; Dopo aver seguito una “logica” iniziale, sono state inserite aree, comprese quelle appartenenti alla famiglia del Sindaco, senza alcun presupposto, non si è tenuto conto del reale fabbisogno e non si è ricercato equilibrio fra incrementi e insediamenti produttivi, creando i presupposti per aumentare il caos e i rischi imprenditoriali.

La Regione Lazio, invitata a considerare alcuni aspetti sia di carattere normativo, sia di carattere tecnico, della proposta, si è cimentata in una disquisizione il cui unico obiettivo sembra quello di ammonire a non voler disturbare il conducente. Non sfugge che la richiesta di “annullamento” della deliberazione di adozione del P.P.A. non poteva essere recepita sic et simpliciter dall’Ente Regione anche se una più approfondita e articolata disamina avrebbe portato a considerare le analogie fra il programma pluriennale e le deliberazioni e i provvedimenti comunali che autorizzano interventi non conformi a prescrizioni degli strumenti urbanistici o dei regolamenti edilizi o comunque in contrasto con la normativa urbanistico-edilizia vigente al momento delle loro adozione, ma sembrerebbe che la stessa regione confonda il Programma con il Piano. Circa la durata del Programma la legge prevede che spetta al Consiglio comunale stabilire se debba essere di tre o cinque anni. La Regione nel richiamare tale disposizione, non considera che il Consiglio comunale aveva già stabilito attraverso le Norme Tecniche del P.R.G., approvato dalla regione stessa, che lo strumento urbanistico generale fosse attuato per programmi triennali.

Una diversa decisione dovrebbe incidere sull’atto precedente rispetto al quale in questo caso non si può procedere a una revoca perché incardinato in un procedimento complesso. La Regione non può ignorare tutto ciò e se la previsione contenuta nelle N.T.A. non poteva essere recepita, non si capisce perché non ha stralciato il contenuto in sede di approvazione del P.R.G. come ha fatto per altri argomenti; restiamo a vedere come renderà comprensibile le proprie competenze anche in riferimento alle altre osservazioni formulate e annunciate dall’Assessore. Ciò detto, sembrava evidente che l’osservazione formulata come Consigliere comunale aveva ed ha lo scopo di spronare un dibattito politico sulle varie tematiche riconducibili all’argomento sperando che si abbia tale occasione in dibattiti costruttivi con posizioni non precostituite >>.