Quali stipendi saranno erogati ai dipendenti delle Province nel 2015? E per quanti di loro? Quali servizi saranno mantenuti e quali non si sarà più in grado di erogare ai cittadini? Tutto ciò non ha ancora risposta a due giorni dalla chiusura del 2014. Per questo la mobilitazione dei dipendenti della Provincia di Perugia non subirà stop neanche durante il Capodanno. Due linee di azione e di lotta sono quelle individuate dall'assemblea del personale (nella foto). La prima volta a sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema per molti aspetti sottovalutato nella portata devastante che avrà nei servizi e nell'andamento dei consumi. La seconda di mobilitazione costante e pressante nei confronti dei soggetti istituzionali chiamati a impedire che i dipendenti delle Province vengano discriminati rispetto ai colleghi del pubblico impiego e diventino il capro espiatorio di un processo di smantellamento dello Stato i cui effetti potrebbero nei giro di pochi anni comportare pesanti ricadute sul Paese.

Nella mattinata di martedì 30 dicembre, presso Villa Umbra, si svolgerà un presidio e un incontro tra ANCI e UPI. A seguire, alle ore 12.00, la prima riunione dell'Osservatorio regionale a cui prenderanno parte oltre che i presidenti MISMETTI e DI GIROLAMO, l'Assessore regionale PAPARELLI e rappresentanti delle Prefetture di Perugia e Terni. << Dobbiamo avere certezze su funzioni, risorse e posti vacanti nelle piante organiche degli altri enti - hanno detto con decisione tutti gli intervenuti - anche degli uffici periferici dello Stato di cui al momento si ha soltanto una vaga idea. Una vertenza che deve vedere tutti uniti >>. Critiche sono state rivolte alla classe politica sia nazionale che regionale paventando che le imminenti elezioni regionali possano condizionare una protesta che << … deve trovare risposte prima delle elezioni stesse >>. Soddisfazione è stata espressa per la notizia che per 52 precari della Provincia di Perugia impegnati nei Centri per l'Impiego è stato prorogato di un anno il contratto. << Ma - hanno sottolineato in vari interventi - questo non vuol dire abbassare la guardia. Perché entro questo anno occorre dare risposte per una tutela del lavoro più ampia e non bisogna dimenticare che ci sono altri quattro precari impegnati in altri settori che dal 1 gennaio rischiano di andare a casa >>.