Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Federico GILETTI, capogruppo di minoranza della lista “Salisano si Rinnova”:

<< Durante il Consiglio comunale, tenutosi lunedì 29 settembre, erano previsti molteplici punti all’ordine del giorno di cui soprattutto due riteniamo essere di particolare interesse per la popolazione di Salisano, non solo per la loro importanza, ma anche per la cattiva informazione che da sempre e oggi ancor di più continua a contornarli: Casa di Riposo e Scuola. Per quanto concerne la Casa di Riposo ci aspettavano dal Sindaco proposte più adeguate a risolvere in maniera duratura e dare concreta stabilità a questa ventennale e importante Istituzione, diventata centrale nel tessuto economico e sociale di Salisano, per le occasioni di lavoro che dà, oggi diventate rare, per il reddito che il suo indotto genera a favore di tutte le attività commerciali in affanno per la crisi che stiamo vivendo e per la opportunità che offre alle persone anziane deboli e sole, bisognose di compagnia, di ospitalità e cure, a partire da quelle che risiedono nel paese. A riguardo, il Sig. Sindaco ha espresso nel Consiglio comunale tenutosi il 29 settembre 2014 le determinazioni che il Comune di Salisano intenderà adottare per la casa di riposo; di fatto, il sindaco ha riferito che da adesso si rende necessario mettere a bando pubblico la gestione della Casa di Riposo, e poiché potrebbe accadere che ad aggiudicarsi la gara sia un’altra cooperativa (che sempre secondo il sindaco licenzierebbe sicuramente tutti gli attuali dipendenti), ha quindi più volte rimarcato la volontà di convincere gli attuali dipendenti a costituire una nuova cooperativa propria, anche se non si capisce perché, visto che gli attuali dipendenti costituiscono già una cooperativa essendo soci lavoratori della Nova Gulliver.

Sorgono, inoltre, alcune domande spontanee alle quali non abbiamo ottenuto risposta durante il Consiglio, e più precisamente: 1) perché solo adesso si rende necessario fare un bando pubblico quando la normativa in materia è rimasta invariata da 25 anni a questa parte?; 2) perché se rimanendo Cooperativa NOVA GULLIVER bisogna fare la gara e invece costituendo una nuova cooperativa la gestione si potrebbe affidare direttamente?; 3) il Sindaco è certo che un’eventuale cooperativa esterna che si aggiudicasse la gara licenzierebbe tutti i dipendenti, ma per scongiurare questo basterebbe fare un bando di gara che preveda per il vincitore il riassorbimento di tutti i dipendenti, come accade attualmente per altre categorie. Ma forse tutta questa disinformazione serve per “convincere” gli attuali soci-lavoratori a non avere paura della situazione lavorativa futura, per nascondere responsabilità e diritti del passato che i soci non hanno mai realmente esercitato (statuto, bilanci, ecc …), o che lo hanno fatto nell’unica assemblea dei soci convocata al fine di far rinunciare o pagare di tasca propria le indennità e gli scatti di anzianità (circa 25.000,00 euro), com’è avvenuto con la vicenda della conciliazione del 2013 presso la Direzione Territoriale del Lavoro di Rieti. Qual’é l’interesse a costituire una nuova squadra, a cambiare maglia, quando la squadra con i giocatori già esiste ed è sufficiente cambiare solo l’allenatore, perché pure il presidente è stato riconfermato? Inoltre, l'affidamento alla cooperativa che intende fare il Sig. Sindaco verrà fatto ai sensi dell'art. 5 della L. 8.11.1991 n. 381 come modificato dall'art. 20 della L. 06.02.1996 n. 52. Questo dà la possibilità di affidare direttamente a Cooperative Sociali di tipo “B” ai sensi della L.R. 24/1996 che svolgono servizi per “attività diverse, agricole, artigianali industriali, commerciali, di formazione professionale o di servizi” e non servizi socio sanitari ed educativi (Cooperative Sociali di tipo “A), per un importo inferiore alla soglia comunitaria (la soglia comunitaria così come modificata dalla Commissione Europea in data 13.12.2013 è pari ad € 207.000,00). Il Sig. Sindaco ritiene che il servizio prestato nella casa di riposo sia di tipo generale e quindi affidabile direttamente, ma ciò non è vero, in quanto la D.G.R. Lazio n°1035/2004, che definisce i parametri delle "Strutture residenziali e semiresidenziali per anziani", tra cui sono ricomprese le "case di riposo per anziani" (punto III.B.3.1), al paragrafo prestazioni III.B.3.4 recita: agli anziani ospiti delle case di riposo sono assicurati: servizi specifici a carattere socio-assistenziale e socio-sanitario (per cui è la regione stessa che dice che il servizio della casa di riposo è anche di tipo socio-sanitario, la convenzione che ha stipulato richiama servizi di tipo socio-sanitario e pertanto escluso dall'affidamento diretto a cooperative sociali ai sensi dell'art. 5 L. 381/1991). Se questo è vero come mai, tanto per citare un esempio, i dipendenti della casa di riposo di Salisano, (come riportato sulle convenzioni approvate con delibere di giunta del Comune di Salisano n°13 del 19.03.2011, DGC n°18 del 15.03.2012 e DGC n°21 del 21.03.2013) somministrano le terapie mediche agli ospiti? Inoltre, se tutti i dipendenti della casa di riposo decidessero di fare una cooperativa sociale questa non potrebbe essere costituita in quanto allo stato attuale gli invalidi soci rappresentano il 20% (come scritto nella convenzione sono 2 su 10) e dovrebbero trovare altri invalidi da inserire nella cooperativa per arrivare al 30%, come prescritto dalla vigente normativa. Ma ancora ammesso che sia lecito l'affidamento, (e non lo è), non appena avverrà l'ampliamento previsto della struttura, e quindi ci sarà necessità di un aumento di personale, basterà l'assunzione di una sola persona per superare la soglia europea e quindi il servizio non potrà più essere dato direttamente alla cooperativa trovandoci di nuovo in questa fase di decisione. Non converrebbe risolvere il problema una volta per tutte? Per non essere complici di forzature o comunque di soluzioni a nostro avviso irregolari e non idonee, che possano oltretutto comportare una condizione di alto rischio per gli attuali dipendenti, dei quali invece dovrebbero essere maggiormente tutelati diritti e dignità, il gruppo di minoranza ha proposto diverse soluzioni più opportune e meno rischiose di quelle in atto: 1) dividere i servizi generali da quelli socio-sanitari, creare una cooperativa che si occupi dei servizi generali il cui affidamento sarà inferiore ad € 207.000,00 e assicurare il posto già ad alcuni lavoratori. Per quanto riguarda il servizio socio-sanitario si dovrebbe, come impone la legge, fare una gara di affidamento con procedura aperta ad offerta economicamente più vantaggiosa dove assegnare il massimo punteggio possibile al partecipante che assicura la riassunzione del massimo numero di lavoratori con qualifica di operatore Socio Sanitario già presenti in cooperativa (consideriamo che sono 4 ad oggi); 2) la creazione di una società in house o di un’Istituzione, soluzioni percorribili con cui l’ente potrebbe gestire direttamente la casa di riposo. Bisognerebbe però analizzare i costi (sicuramente aumenterebbero in quanto ai lavoratori cambierebbero il regime retributivo con tredicesime, quattordicesime etc.). Infine, il Sig. Sindaco nel trattare l’argomento Casa di Riposo per ben 3 volte ha tirato in ballo il discorso del corso sostenuto, dichiarando che si tratta del corso conforme alla qualifica di "Operatore Socio-Sanitario", ma non siamo del tutto convinti perché nell'attestato non c'è la definizione di “Operatore Socio-Sanitario”. L’unica sua certezza è l’affermazione verbale di un ex Dirigente della Regione che gli avrebbe assicurato verbalmente che il corso è conforme ai dettami della L.R. 41! Se ci dovessero essere controlli sicuramente sarà sufficiente citare le parole di quell’ex Dirigente! E anche perché poi ha aggiunto che è un problema dei lavoratori e basta adeguarlo con le 400 ore che mancano. Ma se è conforme perché deve essere adeguato? Invitiamo pertanto tutti coloro che presero parte a tale corso a verificare la conformità dell’attestato conseguito consultando la delibera D.G.R. 22.03.2006 n. 129, nella quale viene descritto un corso di 1.000 ore per l’ottenimento dell’attestato di “Operatore Socio-Sanitario” e uno di 600 per la trasformazione del personale già possessore della qualifica di “Operatore Ausiliario Socio-Sanitario” in “Operatore Socio-Sanitario”. Per quanto riguarda la scuola, invece, anche in questa occasione sono emerse le infinite contraddizioni di questa maggioranza, dalle quali traspare una riconferma alla effettiva esistenza delle problematiche che affliggono la nostra struttura scolastica fino ad oggi messe in evidenza dal nostro gruppo consiliare e prontamente smentite e insabbiate dalla maggioranza. Nell’incontro tenutosi presso l’edificio scolastico in presenza di alcuni amministratori di maggioranza, di una rappresentanza del nostro gruppo e del dirigente scolastico Romano RENZI, si era parlato della necessità da parte dello stesso di compensare il mantenimento delle due pluriclassi con la perdita di un ulteriore pomeriggio, quello del giovedì che insieme a quello del venerdì già mancante dagli scorsi anni, avrebbe significato per un “tempo pieno” la perdita di due pomeriggi di lezioni e quindi di attività didattica. Allo sgomento dei genitori presenti e su proposta mossa dal nostro gruppo, i rappresentanti di maggioranza si affrettarono a dichiarare completa disponibilità nel compensare i pomeriggi mancanti attraverso uno stanziamento economico, di forze e di infinita, e come apparì quel giorno, illimitata disponibilità da parte dell’Amministrazione comunale. Nella seduta del Consiglio esponenti della maggioranza hanno invece sostenuto che il preside parlava di sottrazione di una sola ora di lezione del giovedì. Nella mattinata di martedì abbiamo contattato il Preside per verificare meglio queste affermazioni, il quale non ha fatto altro che confermare quanto detto al precedente incontro: dato il numero esiguo degli alunni sarebbe stato costretto a imporre una monoclasse ma vista anche la delusione dei genitori ha accordato la “biclasse” ma con la sottrazione del giovedì pomeriggio che il Comune si era impegnato a rimpiazzare a proprie spese. L’accordo così raggiunto era stato anche argomento di discussione tra il Preside e un Assessore del Comune in un incontro tenutosi successivamente presso la sede di Poggio Mirteto: il giovedì pomeriggio sarebbe stato assicurato con mezzi dell’Amministrazione anche tramite volontariato. Bisogna stare molto attenti perché c’è il rischio che se salta l’accordo si possa tornare alla monoclasse! Per l’Amministrazione le cose sono cambiate e ci chiediamo come mai apprendiamo oggi che non ci sono fondi da destinare alla scuola, all’integrazione, al potenziamento e all’arricchimento delle attività didattiche, contrariamente a quanto manifestato nella riunione con il dirigente scolastico e con i genitori degli alunni? E’ vero che verrà installata la linea ADSL e l’acqua calda, cosa di cui ci complimentiamo visto che siamo nel 2014 e non nell’800, ma domandandoci però come mai ci sia voluta la presenza di un’opposizione per far capire il bisogno di queste elementari necessità? Come mai al nostro invito di destinare anche poche migliaia di euro per il coinvolgimento di un insegnante extra, sulla scia di quanto già accade in altre scuole come quella, a detta del dirigente RENZI, di Poggio Mirteto Scalo, ci è stato risposto che non ci sono soldi? Risposta questa che non ci saremmo mai aspettati da un comune che vanta inesorabilmente e con tanta insistenza il proprio bilancio e il benessere delle proprie casse! A questo punto ci chiediamo, nella consapevolezza che problematiche che possano scoraggiare eventuali genitori ad iscrivere i loro figli alla scuola di Salisano esistono, ma perché allora non prenderne atto e cercare piuttosto di risolverle? Mi sembra che gli accorgimenti per la scuola ad oggi in essere siano frutto dell’insistenza del gruppo di minoranza e ci chiediamo come mai si preferisca utilizzare i pochi ma preziosi fondi ad oggi disponibili non per un argomento importante e nobile quanto necessario come la scuola e il miglioramento delle condizioni e dell’offerta didattica dei giovani di Salisano ma per, a detta dell’Amministrazione, ripulire una zona, fonte puzzo? L’Amministrazione dovrebbe ricordarsi che in campagna elettorale abbiamo denunciato la presenza di aree con presenza di amianto abbandonato per cui il Comune avrebbe dovuto fare solo un’ordinanza (forse già da qualche anno) di sgombero e non ci risulta sia stata fatta! L’Amministrazione non ha mai sollecitato la Polizia Municipale (ad eccezione di una lettera da noi espressamente richiesta al Tecnico comunale per cui non abbiamo nemmeno la certezza che sia stata inoltrata) ad intraprendere azioni contro coloro che non hanno provveduto agli sfalci delle siepi, sembra che nessuno della maggioranza percorri via Rocca! Ci teniamo a ricordare che amministrare significa fare il bene di tutti o almeno della maggioranza e non soddisfare i capricci di qualcuno! >>.