di Gianfranco PARIS

Ricorrono nel mese di febbraio di ogni anno due anniversari di eventi che hanno segnato la civiltà del nostro paese e non solo e che, nella quotidianità della sgangherata Repubblica Italiana di oggi, sono passati quasi nel dimenticatoio. Si tratta della proclamazione della Repubblica Romana che avvenne il 9 febbraio del 1849 e del rogo del filosofo Giordano BRUNO che avvenne il 17 febbraio del 1600. La Repubblica Romana fu il primo grande capolavoro del pensiero politico italiano che, dopo i primi lumi arrivati nel nostro paese con le armate di Napoleone BONAPARTE, generò quel filone di pensiero politico che, partendo da MAZZINI (nella foto) attraversò tutto il Risorgimento fino all'unità nazionale, percorse tutto il periodo del Regno d'Italia sotto la casa SAVOIA, generò la costituzione della Repubblica Italiana approvata nel 1948, per prolungarsi fino ai nostri giorni. I nomi di questi pensatori, sempre impegnati nella politica, furono dopo Giuseppe MAZZINI, CATTANEO, GIOBERTI, GHISLERI, BOVIO i quali attraversarono tutto l'800, GOBETTI, MATTEOTTI, CALAMANDREI, i fratelli ROSSELLI, SPINELLI, SALVEMINI, JEMOLO, Ernesto ROSSI, CONTI, BOBBIO, EINAUDI, Ugo LA MALFA, PANNELLA. Tutta gente che concepiva la politica saldamente ancorata ai principi della laicità dello stato e al reale governo del popolo.

La Repubblica Romana fu il primo parto politico di questo filone di pensiero saldamente ancorata ai principi elaborati da Giuseppe MAZZINI nel suo “Doveri dell'uomo”, che iniziava con un primo capitolo indirizzato agli operai italiani, e fu approvata dalla costituente di quella Repubblica Romana nel successivo mese di luglio, prima che le armi francesi sfrattassero i deputati costituenti dalla loro sede. Essa fu il primo esempio di costituzione democratica e repubblicana in senso moderno della storia mondiale, e la ricorrenza della proclamazione di quella Repubblica che ne consentì la realizzazione dovrebbe rappresentare per l'Italia un grande giorno di festa paragonabile al significato della Bastiglia per i francesi. E lo fu in verità per i cosiddetti padri costituenti della attuale Repubblica Italiana di oggi che, sulle macerie della seconda guerra mondiale, ebbero la lucidità di ispirarsi a quella del 1849 per concepire quella che attualmente è posta a fondamento della nostra Repubblica. Ma questo entusiasmo durò poco perché dovette fare i conti subito con la cultura dominante dell'epoca, molto cambiata cento anni dopo l'epoca della Repubblica Romana, che doveva fare i conti con la rientrante cultura cattolica riportata in auge dal concordato voluto da MUSSOLINI e con la nuova cultura marxista introdotta dalla volontà egemone del comunismo internazionalista. I frutti di questa nuova situazione si videro subito perché dopo la promulgazione del 1948 è stato fatto del tutto per non applicarla e per vanificarne i principi fondamentali che sono rimasti solo sulla carta. Ognuno lo potrà constatare facilmente solo guardando quel che succede tutti i giorni nella più assoluta violazione dei suoi principi. E nulla può contro questa azione dissennata nemmeno la Corte Costituzionale che pure si applica per farne rispettare i principi. In questo quadro è facile capire perché la data del 9 febbraio è stata quasi cancellata dalla memoria collettiva del nostro paese e perché la politica fa del tutto per estirparla definitivamente. E' per questo che chi ha a cuore le sorti del nostro paese deve richiamarla alla memoria degli italiani. Se oggi c'è qualche speranza di salvare le nostre istituzioni repubblicane è necessario che quei principi sanciti nella costituzione della Repubblica Romana trasferiti nella nostra costituzione tornino ad albergare nella mente e nei comportamenti degli italiani, se ciò non avverrà non ci sarà alcuna speranza di salvare la Repubblica. L'altra data importante di febbraio è quella del 17 febbraio, il giorno nel quale il filosofo Giordano BRUNO fu “abbrugiato”, come dicono le cronache del tempo, nel rogo di Campo de' Fiori a Roma, sotto lo sguardo vigile del Cardinale BELLARMINO. Giordano BRUNO è il più grande pensatore italiano del Medioevo, si fece frate perché a quei tempi era il solo modo per poter studiare e abbeverarsi alla fonte del sapere. Studiando e osservando la natura e gli astri arrivò a conclusioni che contrastavano con la cultura dominante del suo tempo permeata dalla peggiore inquisizione. Egli divenne in breve il campione del Libero Pensiero e non poteva certo essere lasciato fare dalla chiesa che rappresentava il vero potere dell'epoca in tutto il mondo occidentale. Fu tollerato un pò con l'invito a tornare nell'alveo della grande madre, fu poi combattuto e poi arrestato con la complicità di un bigotto veneziano che se ne era proclamato protettore. Fu invitato a ritrattare con la tortura e con l'afflizione di ogni sofferenza, ma tenne duro, seppe tener testa ai suoi carnefici fino all'ultimo respiro sul rogo di Campo de' Fiori con la bocca chiusa dalla mordacchia perché temevano ogni suono della sua voce. Fu “abbruggiato” vivo come scrisse il cronista dell'evento nel suo rapporto alla “santa” sede. Oggi i protagonisti di quegli eventi sono scomparsi dalla storia, non lo è invece il grande filosofo nolano. Bruno è diventato da quella data in poi il simbolo della libertà di pensiero, l'esempio più elevato di onestà intellettuale che non cede di fronte alla bugia, nemmeno sotto tortura e a costo della propria vita. Un esempio del genere oggi fa sorridere la moltitudine degli intellettuali proni di fronte a padroni, non potenti come quelli che distrussero BRUNO, ma corruttori di coscienze per benefici materiali. Questa situazione sta portando la coscienza collettiva degli italiani alla deriva, e nessuno riesce a capire come andremo a finire. L'esempio di BRUNO può certamente aiutare a ricordare che la dignità umana non si baratta con nessun vantaggio materiale, nemmeno con la vita del corpo che Bruno ha ritenuto meno importante delle sue idee. E aveva ragione Giordano, perché il suo corpo fu distrutto da quel rogo, ma le sue idee sono vive e vegete e domani 17/02/2014 dalle ore 16.45 in poi a Campo de' Fiori a Roma saranno ricordate con fermezza da tutti coloro che vorranno partecipare alla manifestazione colà indetta dalla Associazione Nazionale del Libero Pensiero Giordano BRUNO nel suo nome.