<< I ventimila che, in meno di 5 giorni, si sono messi in fila per vedere la Madonna di Foligno (nella foto) ci dicono qualcosa di molto importante (intanto, che non è vero che con la cultura “non si mangia” o, meglio, che non si possa “mangiare”) e ci consentono di immaginare con maggiore concretezza uno scenario in cui gli eventi di qualità e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale siano le leve da azionare per rivitalizzare le nostre città e i nostri borghi. Se è vero - ha commentato Giorgio MENCARONI, Presidente Confcommercio della Provincia di Perugia - che in ventimila si sono messi pazientemente in fila per osservare da vicino, anche solo per pochi minuti, il capolavoro di Raffaello eccezionalmente tornato nella chiesa che lo aveva anticamente ospitato, possiamo legittimamente chiederci cosa sarebbe successo se questo evento avesse avuto una durata maggiore e se, soprattutto, ci fossero stati i tempi necessari per mettere in moto una efficace campagna di comunicazione e di promozione. Quale ritorno ci sarebbe stato, insomma, per l’intera città di Foligno? E forse per tutta la Regione?

Le molle che hanno spinto i ventimila possono essere le più diverse e disparate. Anche gli specialisti si sono detti sorpresi dall’enorme richiamo esercitato da questa seppure straordinaria opera d’arte su tante persone che magari fino ad oggi non sapevano nemmeno della sua esistenza o non ne conoscevano il legame con l’Umbria. La mostra di Foligno è però un fantastico precedente: un successo ma anche un monito - ha concluso MENCARONI. L’Umbria, come tutta l’Italia, ha un incredibile patrimonio artistico e culturale. È colpevole miopia non valorizzarlo e non comunicarlo al mondo. Noi lo diciamo da sempre, ma non ci stanchiamo di ripeterlo: la materia prima per costruire il nostro futuro ce l’abbiamo in casa, a portata di mano. Bisogna rimboccarsi le maniche e realizzare insieme (istituzioni, ma anche imprenditori e società civile) le condizioni, tutte le condizioni, perché le nostre incomparabili ricchezze siano meglio conosciute, apprezzate, agevolmente fruite; perché possano diventare motore e occasione di sviluppo non solo per il turismo, ma per tutti i settori dell’economia umbra >>.