A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

<< Oggi cerchiamo di capire vi racconterà una favola vera per cercare di capire che Rieti e la Sabina, malgrado tutto, fanno parte a pieno titolo dell’Italia e che potrebbero esserlo sempre di più solo che sapessero offrire ai giovani migliori condizioni per realizzarsi.
Ed ora passiamo alla favola.
Nacque nel 1966 nel giorno dell’Ascensione una vispa bimba alla quale fu imposto il nome di Gloria. Il nome ai genitori lo fece pensare anche la coincidenza di quella festività, e spesso le coincidenze non sono casuali.
All’età di diciotto anni, dopo aver frequentato con profitto il Liceo scientifico "Carlo JUCCI", decise di seguire il suo istinto e prese il treno per Parigi dove si dette a studiare per inserirsi nel mondo del teatro. Una aspirazione che certo non poteva trovare molte occasioni di apprendimento qui da noi.
Dopo dieci anni di studi teorici e di apprendimento pratico era pronta per affrontare l’incognita di una carriera artistica. Prima il palcoscenico, poi la regia. E ben presto scoprì in quest’ultimo impegno la dimensione migliore delle sue aspirazioni.
In poco tempo riuscì a farsi largo nel difficile ed affollato mondo teatrale francese e si conquistò un posto stagionale nello storico Teatro dell’Athené di Parigi, un piccolo tempio della cultura teatrale francese, dove mise in scena autori contemporanei come COPI e COCTEAU.
Ma la sua cultura presto la riportò a contatto con gli autori italiani, quelli che le avevano fatto nascere la passione per il teatro. GOLDONI in primo luogo e poi Eduardo DE FILIPPO, il grande Eduardo quasi sconosciuto al di là delle Alpi, che sa parlare al cuore trasmettendogli i messaggi più semplici e puri della tradizione popolare. Così mette in scena Filumena MARTURANO in una versione francese che la spoglia di tutte le piaggerie napoletane e che ne mette a nudo la sua essenza ed il suo valore letterario. Naturalmente con i sopratitoli in italiano.
E con Eduardo, dopo il successo parigino, approda in Italia per la sua prima volta. Prima al Teatro Valle di Roma e poi al Teatro Mercadante di Napoli due teatri storici della cultura teatrale italiana.
Al Valle lo spettacolo termina proprio oggi, il pubblico e la critica lo hanno accolto bene, e da martedì a domenica prossima Filumena MARTURANO di Eduardo DE FILIPPO con la regia di Gloria affronterà il giudizio dei napoletani, sarà nella fossa dei leoni!

Ma non vi ho raccontato questa favola vera solo per intrattenervi, penso che essa possa esserci utile per cercare di capire alcune cose.
In primo luogo che la gioventù reatina è di grande valore. Questa è una città nella quale i giovani hanno tutte le caratteristiche per inserirsi nella vita a pieno titolo, farsi onore e farci onore. Non è la prima volta che registriamo punte di grande soddisfazione e di orgoglio cittadino. La più recente il giovane Andrew HOVE, reatino a tutti gli effetti perché è cresciuto qui da noi e fa parte del nostro mondo e della nostra cultura, che ha conquistato la medaglia d’argento ai campionati del mondo di atletica leggera nel salto in lungo. Oggi questa giovane che parte dal nulla e torna sulla via maestra e attraverso la porta giusta per dire la sua, farsi onore e farci onore anche Lei.
Una seconda considerazione riguarda i genitori, che spesso sono freno dei figli per egoismo egocentrico e per vizio di possesso. Si preferisce che i figli stiano accanto alla chioccia in aurea mediocrità piuttosto che farli realizzare da se stessi.
Per terzo c’è l’handicap della mancanza di strutture e di occasioni per crescere. La mancanza di strutture è colpa esclusiva del potere pubblico nel suo insieme. Non siamo stati capaci di creare, come è stato fatto nelle altre città capoluogo di provincia del Lazio, luoghi di formazione dei giovani all’altezza dei tempi. Ci fu l’occasione della clinicizzazione dell’Ospedale di Rieti che avrebbe potuto fornire ai nostri studenti in medicina un livello di preparazione universitaria, ma dava fastidio ai baroni dell’epoca e l’occasione andò perduta.
Non siamo stati capaci di creare una università vera a Rieti quando la cosa era facile, pensate che c’è riuscita Cassino! E oggi ci dobbiamo accontentare, buoni ultimi, di corsi di lauree brevi che certo non rappresentano l’eccellenza.
Così se un giovane aspira ad uscire dall’aurea mediocrità deve andarsene lontano, sempre che i genitori abbiano voglia di assecondarne le aspirazioni.

E’ per questo che vi ho raccontato la favola vera di Gloria, per invogliare tutti ad uscire dalla mediocrità. Bisogna avere il coraggio di osare e di operare in concreto uscendo dl chiacchiericcio del bla, bla, bla in tutti i campi da quello pubblico a quello privato e familiare.
Solo così questa nostra bella Sabina potrà uscire dalle secche di un sottosviluppo culturale che non fa bene ad alcuno >>.

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