Un progetto per integrare prevenendo. Il progetto Aleph ha celebrato il suo convegno conclusivo (nella foto), analizzando e discutendo i risultati raggiunti nelle finalità che prevedevano l’intervento nei due ambiti di maggiore criticità del tema immigrazione a livello regionale: i servizi sanitari e quelli penitenziari. Due ambiti che il progetto, finanziato dal Fondo Europeo per l’integrazione dei cittadini dei paesi terzi e che vede come capofila la Provincia di Perugia, con la Provincia di Terni e Cidis ONLUS, ha perseguito attraverso percorsi di aggiornamento degli operatori pubblici in ambito sanitario e penitenziari, con una formazione in aula e una sperimentazione sul campo con l’affiancamento di mediatori culturali ed esperti di settore. Al convegno finale hanno partecipato: l’Assessore provinciale alle Attività Culturali, Donatella PORZI; l’Assessore alle Politiche Sociali e Culturali della Provincia di Terni, Marcello BIGERNA; Vanessa TURRINI del Settore Pianificazione del Territorio e Sviluppo Economico della Provincia di Terni; il Direttore dell’ufficio dei Detenuti e del Trattamento, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria per l’Umbria, Settimio MONETINI; la responsabile dell’Ufficio Formazione dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, Anna TEI; Daniela BICO della Cidis ONLUS; Paola ZAMPETTI, funzionaria della Provincia di Perugia; Maurizio TERZETTI, dirigente del Settore Cultura della Provincia di Perugia, che ha disegnato il quadro di riferimento complessivo del progetto, nelle finalità e nelle intenzioni.

<< Un progetto che - ha dichiarato la PORZI - ha come comune denominatore quello di valutare l’immigrazione non come problema ma, come risorsa. Un progetto che s’inquadra in un percorso di monitoraggio della realtà immigratoria che vuole e vorrà essere minuzioso e circostanziato >>. BIGERNA ha affermato che la crisi economica, secondo lui, equivale ad una sorta di seconda caduta del muro di Berlino, perché ciò che caratterizza il problema immigrati è che si sta instaurando una sorta di onda di ritorno dei nuclei familiari nei paesi di origine, per cui i giovani di seconda e terza generazione nati e vissuti in Italia dobbiamo considerarli come italiani che migrano all’estero, con tutte le problematiche che ciò comporta e valutando come, ora, il vero problema comincia ad essere non l’integrazione ma la convivenza, la quale significa decisamente un insieme di diritti e doveri. TURRINI ha ripercorso, poi, le attività messe in atto dalla Provincia di Terni, nello specifico del progetto, mettendo l’accento soprattutto su quelle riguardanti l’approccio al problema dei minori di origine straniera e quelle riguardanti il fenomeno dell’autolesionismo tra i detenuti. Di particolare rilevanza l’intervento di MONETINI, ricco anche di dati statistici sulla popolazione carceraria straniera e volto a dare rilievo ad una mediazione culturale intesa come approccio alla vita vissuta del migrante carcerato di cui va valutato il contesto che ha causato la deriva criminale cui è giunto. TEI ha raccontato delle iniziali difficoltà a dare forza e vitalità al progetto che ha poi cominciato a procedere speditamente anche per il contributo dato dagli operatori che, volontariamente, si sono dedicati al progetto. Infine, BICO ha ripercorso linee guida e metodologia alla base del progetto. Al termine della discussione numerosi gli interventi degli operatori presenti in sala.