Pubblichiamo integralmente una nota di Luca BALSANA (nella foto), Capogruppo consiliare di “Norcia Domani”:

<< La vicenda politica dell’APSP di Norcia merita senza dubbio un’interpretazione per dovere di chiarezza nei confronti della città che osserva un simile avvenimento. Le dimissioni dei tre consiglieri DI CURZIO Pasquale, FEBBI Primo e SEVERINI PERLA Alessandro, rappresentano una chiara volontà di sfiducia nei confronti dell’operato dell’ex Presidente COCCIA Domenico ad un anno dall’insediamento del Consiglio di Amministrazione che coinvolge tutte le forze politiche che attualmente siedono in consiglio comunale. L’ex Presidente COCCIA, venne nominato direttamente dal Sindaco il quale probabilmente conosceva ed apprezzava la forte componente di scaltrezza che caratterizza la Sua figura; scaltrezza che non ha tardato ad emergere fin da subito nelle scelte programmate in ordine alla gestione dell’Ente Pubblico; ma c’è scaltrezza e scaltrezza e qui probabilmente, a mio parere, è nato l’equivoco che ha tradito la buona fede e le attese positive del Sindaco STEFANELLI. Tant’è che la prima decisione dirompente dell’ex Presidente COCCIA è stata quella di avocare a sé, in attesa della modifica dello Statuto, mediante apposita delibera, il ruolo di Direttore dell’APSP, cancellando così la naturale distinzione tra il ruolo amministrativo e il ruolo politico che è fisiologico per un corretto equilibrio di un Ente Pubblico; una scelta di questo tipo comporta inevitabilmente come ha poi effettivamente comportato ripercussioni nei normali rapporti tra personale e organo di governo.

La seconda e ancor più esplosiva decisione dell’ex Presidente, è stata la proposta unilaterale di modifica dello Statuto che aveva nei tratti essenziali le seguenti precise volontà: indebolimento del naturale collegamento tra Consiglio Comunale e Consiglio APSP per aver eliminato il riflesso nel Consiglio dell’Ente dei rapporti di equilibrio tra maggioranza e minoranza in seno al consiglio Comunale di Norcia; rafforzare ulteriormente i poteri del Presidente consentendogli di approvare le delibere anche senza la maggioranza dei consiglieri prevedendo che il proprio voto nelle delibere valesse doppio; togliere ai consiglieri il diritto al libero accesso degli atti amministrativi, subordinando anche per la sola visione degli atti dell’APSP a formulare una richiesta formale al Presidente da parte dei consiglieri; modifica in diminuzione del quorum necessario per deliberare in ordine a: modifiche statuarie, bilancio, alienazioni e patrimonio. E’ evidente che una tale impostazione, fortemente privatistica e assai poco pubblica, non poteva e non doveva essere condivisa dai consiglieri dimissionari che, correttamente confrontatisi anche con i capigruppo consiliari di maggioranza e col Sindaco, hanno cercato prima ancora delle dimissioni, di aprire un sereno dialogo con il Sig. COCCIA il quale, nonostante un primo rinvio “indotto” della seduta del 16 maggio nonché i successivi incontri tenuti, non ha inteso recepire gli emendamenti propostigli volti principalmente a riportare la trama di modifica dello statuto nell’ambito di principi democratici e all’interno del contesto di trasparenza e legalità che gli spettava. Per tali ragioni di assoluta responsabilità nei confronti di tutti, gli stessi amministratori non hanno più esitato a rassegnare le proprie dimissioni e a chiedere lo scioglimento immediato del consesso nelle more delle vigenti leggi sugli enti locali. Non convinto di essere ormai più che sfiduciato, l’ex Presidente COCCIA Domenico, con una sfrontatezza senza pari, invece di rassegnare umilmente le proprie dimissioni nelle mani del Sindaco STEFANELLI, ha addirittura cercato di spostare su questioni giuridiche il proprio fallimento politico, per aver immediatamente avanzato al Sindaco stesso una formale richiesta di surroga dei consiglieri dimissionari e ciò come a voler ipotizzare che le stesse forze politiche che lo hanno prima sfiduciato, possano cambiare idea e magari in stato di ebbrezza risostenere il suo operato con consiglieri diversi! Sig. Domenico COCCIA, il problema della caduta del Tuo Consiglio di Amministrazione non si risolve sul piano tecnico-giuridico dove tenti disperatamente di portarla Tu, ma al contrario si è già risolta sul piano politico-istituzionale dove, per merito squisitamente Tuo, non potrà mai più esistere un piedistallo come quello che Ti era stato a suo tempo affidato che sia disposto a reggerti ancora >>.