Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota del Dott. Antonio BONCOMPAGNI, Segretario provinciale di CODICI:

<< Codici torna ad interessarsi delle sorgenti Le Capore-Peschiera; tema annoso di grande interesse per tutti coloro che ritengono che lo sviluppo del territorio passa per la valorizzazione della nostra risorsa “acqua”. Da un lato si accolgono positivamente le prime dichiarazioni del neo Assessore all’Ambiente Fabio REFRIGERI della Regione Lazio, circa la necessità di concludere nel breve periodo la vertenza sul ristoro economico conseguente allo sfruttamento idrico così come deliberato dalla stessa Regione Lazio nel lontano 2006. Questo senza riduzioni delle quote economiche previste a favore della Provincia reatina, così come preteso dai Comuni di ATO 2, Roma, nell’aprile 2012. E speriamo che gli 80 milioni di euro accumulatesi per il pregresso storico arrivino presto! D’altro canto riguardo al rilascio della concessione per lo sfruttamento trentennale delle nostre sorgenti rimaniamo perplessi e preoccupati nel leggere quanto scritto nella legge Finanziaria regionale, pubblicata nel Bollettino Ufficiale Regione Lazio, in data 30 aprile 2013. Ricordiamo brevemente che la concessione è scaduta nel lontanissimo 1996 e che dal 2002 la Regione Lazio è l’Ente concedente del titolo; concessione che a tutt’oggi non è stata rilasciata.

La Regione Lazio, a guida del Presidente ZINGARETTI, nella sua legge finanziaria, all’art 3 indica “… è differita al 31 dicembre 2015 la durata delle concessioni delle utenze dell’acqua pubblica che siano scadute e non siano state rinnovate … purchè non sia intervenuta una dichiarazione di decadenza da diritto di derivare acqua pubblica”. Tradotto a noi pare di capire che la concessione per la derivazione della acque dalla Provincia reatina alla Capitale è “prorogata” dalla stessa Regione per quasi tre anni; concessione ricordiamo scaduta nel lontano 1996 che produce oltre 400 milioni di euro di fatturato ogni anno; concessione che fino al 1996 era in capo ad ACEA S.p.A. Una scelta politica fortemente penalizzante per il nostro territorio visto che la delibera del 2006, quella che quantifica il ristoro economico da riscuotere, è esecutiva il giorno dopo che il Comune di Roma, e non altri, acquisirà la concessione regionale. Una disposizione tecnica, questa del dilazionamento della validità di una concessione scaduta nel lontano 1996, che a nostro avviso merita un approfondimento da parte della Autorità di Controllo preposta; a questo riguardo CODICI ha già dato mandato all’Ufficio Legale di avviare l’azione più opportuna per la tutela degli interessi collettivi, nella convinzione di dover preservare l’opportunità di sviluppo offertaci dalla ricchezza “acqua” >>.