Presso l'Archivio di Stato, giovedì scorso, si è svolta l'annunciata presentazione del libro di Luciano TRIBIANI “La Massoneria nel reatino 1863-1864” (nella foto). Davanti ad una platea affollata di ascoltatori, dopo la introduzione del Dr. Roberto LORENZETTI, Direttore dell'Archivio di Stato di Rieti, che si è soffermato sul valore storico della indagine effettuata dall'autore del libro sui documenti patrimonio dell'archivio, l'unico in Italia a possedere verbali di una loggia massonica del secolo XIX, iniziata con la mostra del 150° anniversario dell'unità nazionale e conclusasi oggi con la pubblicazione del libro, l'Avv. Gianfranco PARIS, nella sua veste di Presidente della Associazione Culturale Amici della Sabina, ha spiegato i motivi che lo hanno indotto a promuovere la pubblicazione dell'opera. Subito dopo ha preso la parola Luciano TRIBIANI, che si è soffermato sul contenuto dell'opera. La Massoneria nacque a Rieti il 18 maggio 1863 quando due massoni della Loggia Fede e lavoro di Perugia portarono le credenziali firmate dal Gran Maestro CORDOVA che consentirono l'innalzamento delle colonne del tempio reatino.

Primo Maestro Venerabile fu il Sottoprefetto MASTRICOLA, capo ella sottoprefettura del Circondario di Rieti della Provincia di Perugia di cui Rieti faceva parte. Questo testimonia il forte legame che aveva unito i liberali, che avevano partecipato attivamente al risorgimento, alla massoneria che operava a Perugia fin dai tempi di Napoleone. E' infatti ormai storicamente accertato che la massoneria ebbe un ruolo importante in molte azioni del risorgimento come ad esempio nella organizzazione della spedizione dei mille. Non è un caso che GARIBALDI, ad unità nazionale compiuta, fu acclamato Gran Maestro di tutti i massoni italiani, con particolare entusiasmo da quelli siciliani. Tra i protagonisti della loggia Sabina ebbe un ruolo importante Lodovico PETRINI, al quale oggi è intestata la loggia risorta nel 2005, il quale aveva partecipato attivamente all'epopea risorgimentale fin dal 1831, anno nel quale si iscrisse alla Giovine Italia di Giuseppe MAZZINI, impegnandosi durante il breve periodo della Repubblica Romana nel 1849, nel periodo del plebiscito del 1860 e, come capitano della colonna sabina, durante la Campagna dell'Agro romano che culminò con la sconfitta di Mentana del 1867. Ma TRIBIANI nel suo libro non si limita alla storia della massoneria reatina, entra nel merito dei verbali. Cerca di capire che cosa pensavano e come agivano quegli uomini che avevano dimostrato tanto patriottismo verso l'unità nazionale. Ci regala uno spaccato di vissuto reatino analizzando fonti storiche fortemente attendibili perché quei verbali non erano diretti alla lettura esterna. Essi erano redatti ad uso interno e per di più segreti. Quindi doppiamente autentici perché non dovevano essere sottoposti al vaglio critico di chicchessia. Risulta che erano persone animate da grande onestà civica e morale, che non erano contrari alla religione, che credevano in Dio, che loro chiamavano e chiamano ancora Ente Supremo, che erano severi nell'accettazione di nuovi adepti, che difendevano tutti coloro che operavano nel sociale in buona fede, come nel caso degli Scolopi reatini di San Giuseppe CALASANZIO che da oltre 150 anni garantivano a tutti i reatini, ricchi e poveri, l'istruzione quando l'analfabetismo era la regola generale della società civile. E così via. E in parallelo con questa lettura, TRIBIANI fornisce anche una lettura interessante del modo di operare dei massoni nelle loro iniziazioni e nei loro riti esoterici. Lettura non ad uso dei soli addetti ai lavori, ma di facile comprensione anche a coloro che della massoneria non sanno niente. In altre parole un obiettivo tentativo di far conoscere correttamente che cosa sono e che cosa fanno i massoni.