L’opera sacra “La natività” (nella foto), realizzata dal leonessano Massimo BIGIONI, è stata benedetta da Padre Anavio PENDENZA, Parroco della frazione di Villa Carmine, in occasione dell’apertura dei festeggiamenti in onore di Maria SS.ma del Carmelo. Per l’occasione, presenti il Sindaco del Comune di Leonessa, Paolo TRANCASSINI, vari esponenti delle forze di pubblica sicurezza ed ordine pubblico, nonché personaggi importanti e molto cari all’artista. Le parole espresse dal Sindaco nei confronti di BIGIONI sono state di grande spessore umano ed affetto per questo illustre artista, che con grande coraggio e capacità pittoriche elevate si sta affermando nel mondo dell’arte ai massimi livelli. << BIGIONI fa conoscere Leonessa nel mondo e anche se, non mi permetto di definire la sua tecnica pittorica,(non sono un critico d’arte) dico che Massimo, con una semplicità incredibile riesce a trasmettere, attraverso la sua pittura, messaggi politici, carichi di antichi valori, l’amore per la terra, l’uomo che si misura con le difficoltà della vita, senza sentirsi schiacciato da essa. Una realtà sociale in cui ci si può ritrovare ed identificare >>. Sempre TRANCASSINI, con riferimento all’affresco: << Esso rappresenta non solo una testimonianza iconografica per la storia, ma anche un elemento artistico che arricchisce l’aspetto del paese, lo migliora dal punto di vista estetico e sottolinea la visione dinamica del paesaggio antropizzato, come caratteristica di appartenenza. L’occhio catturato dall’opera è invitato ad entrarci dentro, coinvolgendo la mente, il cuore e l’anima; che finalmente si ritrovano e si completano. Perfezione nelle forme, regala attimi di profondo pathos artistico. Le sue opere si impossessano di tutte le dimensioni, di tutti i sensi, fino ad arrivare all’appagamento dell’animo >>.

L’affresco o “buon fresco”, può vantare, nel mondo un gran numero di eccellenti dipinti a soggetto sia sacro che profano. Gli affreschi vengono osservati non soltanto dal punto di vista dello storico dell’arte ma anche dal critico letterario che osserva la traduzione inter-semiotica tra testo letterario e immagine affrescata con l’obiettivo di proporre al pubblico un itinerario che li accompagna. Piero della Francesca è uno dei padri nobili del Rinascimento italiano, il cui spirito è stato celebrato nell'immenso capolavoro di Michelangelo, artefice dei più noti affreschi del mondo racchiusi nella Cappella Sistina di Roma. “Il buon fresco”, è una tecnica difficile, che non consente nessun tipo di ripensamento poiché il colore, una volta penetrato nell’intonaco, vi resta “fissato” definitivamente. Occorre, quindi, tanta capacità, che l’artista Massimo BIGIONI, conosce bene, visto la grande mole di lavoro che sta affrontando in questi periodi. Dal primo Rinascimento, per la sua realizzazione si è diffuso, l’uso del cosiddetto “cartone”, sul quale l’artista disegna lo schizzo dell’originale in grandezza naturale per poi trasferirlo sulla parete da affrescare. Ulteriore difficoltà cui il pittore deve tenere conto è che l’essiccazione dell’intonaco determina uno schiarimento delle tinte, formando anche una superficie filigranata e dall’aspetto smaltato. Storicamente, la pittura eseguita su parete è la forma più antica del genere pittorico, tant’è vero che l’abitudine di dipingere pareti e soffitti esisteva assai prima che si cominciasse a dipingere su tavola o tela. Le testimonianze più remote a noi conosciute sono le pitture rupestri della preistoria, seguite nel tempo dalle tecniche più raffinate delle culture orientali e culminate nello splendore dell’arte antica. Gli sviluppi che poi ne seguirono risentirono molto della realizzazione delle grandi opere monumentali, poiché la pittura murale, per ovvii motivi, si è sempre articolata in simbiosi con le correnti architettoniche susseguitesi nelle varie epoche. Dipingere affreschi murali (oggi si direbbe murales) sulle case è attività secolare fatta non per scopi puramente estetici, ma principalmente per prestigio sociale e, soprattutto, per fede religiosa. L'immagine della sacra famiglia, voluta da BIGIONI, comunica a chi si avvicina il messaggio simbolico, cui il proprietario, cultore della sacralità della pittura, ha voluto che si manifestasse, di ospitalità e trascendenza verso il sacro. Un messaggio di pace e disponibilità per l'ospite o chi, anche per caso entra nella piazza principale del paese ed è subito colpito dalla straordinaria bellezza ed eleganza dell’affresco. La simbologia che esprime è raffinata, perfettamente leggibile dalle persone di ogni fascia di età e provenienza, ancor più di un testo scritto, testimone di un linguaggio universale, che comunica l’unione della famiglia, il senso di appartenenza, di fratellanza e di grande dignità. Di elevata espressione pittorica e morale, è la figura di San Giuseppe, che l’artista colloca nello spazio più alto dell’intera opera. Gli conferisce una bellezza unica, donando all’espressione del volto e degli occhi dignità, saggezza e rispetto per la sua amata Maria. BIGIONI lo raffigura con un volto maturo, segno di sacralità e santità, di venerazione per questo uomo, diventato santo solo per la sua onestà e grande onorabilità nel vivere la vita di tutti i giorni. Al centro, la Madonna con in braccio Gesù Bambino. I loro occhi denotano una parvenza di tristezza. Il maestro, ha spiegato nel suo discorso inaugurativo dell’affresco stesso, che tanti bambini pagano nel mondo gli errori degli adulti, che molto spesso sono vittime di violenze ed ingiustizie e non dobbiamo andare tanto lontano, ma all’interno delle proprie famiglie…sono spesso abbandonati e vittime di violenze. In basso, sulla destra, vediamo un pastore, con gli occhi socchiusi, che mostra grande umiltà nel portare un agnello al Santo bambino in segno di venerazione. Quell’Agnello a simboleggiare il Cristo che si immola, per la salvezza dell’umanità. Massimo BIGIONI, a testimonianza dell’essere un grande pittore contemporaneo si fa strumento e cultore, attraverso la sua arte, dei grandi valori sociali e morali e addirittura, ne trova espressione per la sua vita. Per citare un esempio di cultura e realizzazione di “Murales”, di un intero paese, si può far riferimento ai bellissimi affreschi delle case di Canale d'Agordo, che risalgono dal 1600 al 1800, integrati oggi, da alcuni in stile moderno di recente fattura. Inoltre, ne rappresenta, inoltre, una valida testimonianza anche il progetto, a concorso, sviluppato dal comune di Greccio: ”Il Sentiero degli artisti", per le vie del centro storico, lungo il quale artisti di tutto il mondo hanno realizzato affreschi murali sulle pareti delle case, nelle strade, nelle piazze, aventi per filo conduttore il francescanesimo nel mondo, e quindi la fratellanza, la pace e la solidarietà, così da trasformare il percorso in un fantastico pellegrinaggio all'interno delle tradizioni dell'arte sacra e delle capacità espressive di tutto il mondo.