di Gianfranco PARIS

Ho letto con attenzione un lunga nota giornalistica dell'ex Assessore all'Urbanistica del Comune di Rieti, Chicco COSTINI (nella foto), che conclude degnamente la incoerente politica urbanistica delle quattro Giunte di destra che si sono susseguite in questi ultimi 18 anni. Abbiamo assistito per quasi un ventennio, in verità era iniziata molto prima, al perfezionamento di una politica di spopolamento del centro storico condotta con determinazione attraverso il rilascio di licenze edilizie extra moenia con lo strumento della lottizzazione convenzionata in barba al Piano Regolatore tenuto a bagno maria nei meandri regionali per oltre quindici anni. Con questo sistema si sono costruite case, non dove era interesse della collettività che sorgessero nuovi nuclei urbani, ma solo per esaudire la spinta speculativa dei costruttori nei luoghi dove gli stessi erano riusciti ad acquistare terreni agricoli a buon mercato o dove si erano messi d'accordo con la proprietà fondiaria. Con le stesse lottizzazioni sono state date licenze per la costruzione di locali ad uso commerciale in quantità smodata. Tutta questa disponibilità di cemento armato fresco ha contribuito a ridurre il centro storico una specie di reperto archeologico privo di qualsiasi segno di vita economica di rilievo. Ovviamente una tale espansione a macchia d'olio, senza regole e generata solo dalla speculazione edilizia, ha lasciato nella immediata periferia urbana delle sacche di verde di nessun interesse per l'agricoltura che giacciono totalmente abbandonate, tutte comunque disciplinate dal nuovo piano regolatore, che finalmente pare abbia trovato la definitiva approvazione.

Così oggi la città soffre di un grave squilibrio urbanistico che ne distrugge totalmente l'unità. Infatti, ad un centro storico omogeneo pulsante di attività, che è stato il centro della vita cittadina per secoli, è stata sostituita una città periferica disorganica, squilibrata nella sua espansione territoriale, nella quale è stato inserito di tutto senza alcun piano e senza nessun rispetto per le esigenze reali della cittadinanza. Ne deriva un corri corri generalizzato dei cittadini che si recano da nord a sud, da est ad ovest spostandosi continuamente con le loro autovetture, intasando il traffico nei punti nevralgici e ammorbando l'aria con i gas venefici dei tubi di scappamento con gravi danni per l'ambiente. A volte per passare da un posto all'altro della città occorrono più di trenta minuti, salvo intoppi che per un motivo o per l'altro sono frequentissimi. Sembra di stare a Roma! Ormai quasi tutta l'attività economica che conta: commercio, artigianato e servizi, è stata trasferita nella periferia urbana, salvo la rappresentanza degli enti locali e politici che sono rimasti nel centro storico nel cuore di un deserto demografico che farebbe inorridire i nostri padri. In questo quadro generale, che ha fatto la ricchezza, si proprio la ricchezza, di qualche assessore all'urbanistica che si è dato alla politica nel tentativo di invertire la tendenza negativa delle cose proprie, è intervenuto nel XVII anno di dominio della destra il demiurgo Chicco COSTINI, l'uomo che avrebbe dovuto rimettere le cose al suo posto nello interesse della città con i Piani Integrati. Uno strumento urbanistico previsto dal Parlamento italiano per dare un po’ di fiato all'economia consentendo piccoli interventi nelle zone compromesse e che è stato adoperato da COSTINI come strumento per scavalcare il PRG che finalmente stava sul rettilineo d'arrivo e consentire la cementificazione definitiva di quelle poche zone di verde rimaste intorno ai palazzi costruiti in tutti questi anni non lontano dalle mura. La scusa è stata quella della necessità di ristrutturare le tre zone ex industriali di Viale MARAINI, zona che nell'800-900 era certamente adatta per farci nascere insediamenti industriali, oggi seppelliti dalla storia, avallata da due signori eletti nelle liste della sinistra PAGGI e TIGLI, il primo punito dal suo elettorato tradizionale ed il secondo che ha preferito eclissarsi piuttosto che farsi punire sul campo. Va subito detto che la necessità di intervenire per sanare la “porcheria” delle zone ex industriali è sacrosanta, e nessuno a Rieti si sogna di dire il contrario, a cominciare sottoscritto. E lo dicono da decenni anche i politici locali di turno non per convinzione, ma per ragioni strumentali legate agli interessi dei gruppi politici cui sono legati, i quali sono alla ricerca da quarant'anni di vantaggiosi accordi personali o di gruppo con i proprietari di quelle aree, anziché intervenire con la mano pubblica, come invece sarebbe nello interesse della città. E COSTINI lo ha detto non solo perché finalmente quell'accordo si è raggiunto con un inciucio che vede protagonisti destra-sinistra, la prima a vantaggio del privato al quale è stata già regalata la ASM con una delibera che il TAR ha ritenuto illegittima, la seconda a vantaggio di quella Coop che ha acquistato parte di quell'area per realizzarvi una ipercoop e diventare monopolista dopo aver assorbito la fallimentare struttura della Coop '76, ma anche e soprattutto perché la scusa di quelle aree gli serviva per coprire il completamento della cementificazione di tutte le aree rimaste ancora verdi nell'immediato esterno delle mura medievali con la conseguenza di favorire tutti quei costruttori e proprietari dei fondi che con il nuovo PRG, ormai approvato, non potrebbero costruire. COSTINI nel suo lungo articolo afferma che i P.I. sono stati pensati per realizzare “ un progetto di sviluppo della città inserito in uno più ampio di interventi che vedeva interessate le zone ex industriali, Viale MATTEUCCI, il centro storico attraverso il PLUS, per favorire uno sviluppo concorrenziale ed omogeneo per non avvantaggiare alcuni imprenditori a scapito di altri”, ma omette di citare tutte le altre aree che sono state inserite nei P.I. che arrivano fino a Villa Reatina e comprendono pure le Porrara, che sono l'unica zona agricola veramente degna di essere tutelata a vantaggio della specificità dei prodotti orticoli reatini, e le zone lungo la ferrovia. Ma la cosa più importante è che le affermazioni di COSTINI contraddicono tutta la politica urbanistica della destra reatina di questi ultimi 18 anni che ha realizzato una espansione della città rilasciando licenze edilizie in ogni dove del territorio comunale realizzando in molti casi dei veri quartieri satellite e concedendo licenze a supermercati di ogni genere, affiancata in quest'opera dall'ex Nucleo Industriale Rieti-Cittaducale, oggi ASI, guidata da un uomo della sinistra eletto anche con i voti della destra, trasformando completamente il tessuto urbano del Comune capoluogo della Sabina e distruggendo il Nucleo Industriale che è stato trasformato di fatto in zona commerciale. Il tutto, dice COSTINI, per “riportare il commercio e l'artigianato, ormai trasferiti lontano, nei pressi della città”, mentre proprio in questi giorni l'ASI sta realizzando un palazzo dell'artigianato vicino al carcere e la zona artigianale di Vazia sta per essere completata. Per non dire che non si vede che cosa ci sia da risanare in Viale MATTEUCCI, lungo la Salaria per l'Aquila prima di Villa Reatina, lungo la ferrovia e nelle Porrara?! La verità è che non c'è niente da risanare, ci sono soltanto progetti di costruzione di case e negozi da parte di proprietari di fondi e palazzinari. Esattamente trenta proposte di progetti, come annunciato dall'ex sindaco nell'agosto del 2011 con un comunicato stampa. E anche ciò che potrebbe apparire positivo in realtà non lo è perché non è teso a restituire al nucleo storico della città la sua funzione di centro della vita cittadina, bensì quello di trasferire gli interessi della proprietà fondiaria e della speculazione edilizia dalla periferia verso il centro, completando integralmente la cementificazione di ogni angolo di verde rimasto nella circonferenza periferica del centro storico tra il fiume Turano, Villa Reatina, il Camposanto, Quattro strade e il fiume Velino. Bingo, direbbero quegli inglesi che vi avessero puntato qualche scommessa! La città di Rieti, caro Chicco, avrebbe bisogno di altro. E questo qualcos'altro francamente non me lo aspetto nemmeno dallo Assessore alla Urbanistica in carica CECILIA che, dai primi segni di vita, non sembra molto distaccarsi da questa visione di fondo. Forse si potrà sperare nella mancata applicazione delle delibere dei P.I., anche se dovessero uscire indenni dal ricorso al TAR che alcuni privati e alcune associazioni hanno inoltrato e che è in attesa di discussione nel merito. Ma già si lascia correre l'idea che comunque l'ex zuccherificio va sanato e subito. Ovviamente con la soluzione proposta anche da COSTINI, e già, perché essa accontenta sia il privato sponsorizzato dalla destra che la Coop sponsorizzata dalla sinistra! Ma qui si farà la nobilitate di Simone PETRANGELI e soprattutto dei giovani di cui si è circondato, a proposito proprio ieri ho appreso che, tanto per risparmiare, Simone si è subito nominata, malgrado il quasi dissesto del Comune, una assistente personale a nostre spese (chissà che fine avrà fatto lo stipendio di quella che già assisteva il Sindaco EMILI?) il quale ha fatto tante promesse ai giovani che lo hanno sostenuto per rinnovare schemi e metodi di gestione politica del Comune. La città di Rieti non ha bisogno di nuove case di abitazione e negozi, né di nuovi ipermercati, ha bisogno di spazi per dare inizio ad una politica di rilancio del centro cittadino a cominciare dalla cultura e dal terziario. Proprio ieri è stata inaugurato un nuovo spazio nel centro storico per questo fine realizzato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio. La zona dell'ex zuccherificio si presta bene per la realizzazione di strutture al servizio della cultura e delle fiere utilizzando gli edifici del vecchio zuccherificio opportunamente riadattati e realizzando tutt'intorno strutture di servizio, come è stato fatto in Umbria e nella stessa capitale. A Fermo, Provincia appena nata, si sono inventata una fiera della alimentazione allargata alle altre regioni italiane e a rappresentanze europee che in pochi anni funziona alla grande. Andate a vedere! Ma qui da noi è più importante favorire un privato e ingrassare le Coop. Il Comune faccia una ricognizione del patrimonio immobiliare di cui è proprietario e del quale sconosce l'entità. Ci provò l'ultima volta Umberto SEBASTIANI, quando era assessore per il PSDI, ma trovò grosse resistenze (a Rieti quelli che fanno proposte sensate vengono chiamati matti!). In molti casi il comune riscuote affitti ”vergognosi”. Venda questi beni inutili, con il ricavato finanzi l'esproprio per pubblica utilità dell'area dello zuccherificio e faccia di Rieti una vera città delle esposizioni, della cultura e dello sport, le uniche attività dalle quali può ripartire la rinascita del centro storico. Negli anni ‘90 pubblicai su Mondo Sabino il succo di una bella tesi di laurea scritta da due laureande in architettura, RINALDI e BISCIETTI, si la stessa RINALDI che poi è finita nel tritacarne della politica urbanistica del comune sopra descritto, sospesa su richiesta del PM, che propone una utilizzazione dell'area dello zuccherificio da paese all'avanguardia della civiltà moderna. Fatevelo rispolverare e provate a sognare una città diversa, come ha promesso Simone in campagna elettorale. L'artigianato, che ormai ha trasferito le sue officine, non ritornerà più nel centro storico, né nelle pertinenze fuori le mura. Chi lo pensa o è in mala fede o non ha capito niente di come vanno le cose di questo mondo! E' come voler riportare la pastorizia agli anni della servitù della gleba. Assessore DI PAOLO, datti una mossa! Personalmente mi aspetto molto da te, non certo passerai alla storia per il peperoncino rositaneo! E' arrivato il momento di pensare in grande!