Anche questa volta gli agricoltori del nostro territorio provinciale hanno fatto sentire la loro voce a livello nazionale. Infatti, in duecento, hanno preso parte alla manifestazione che si è svolta a Roma (nella foto) in favore del Made in Italy e, in particolar modo, contro il pecorino taroccato. Con loro era presente tutto lo stato maggiore di Coldiretti Rieti: dal Direttore Aldo MATTIA, il suo delegato Ivano CAPANNINI, il Presidente Enzo NESTA e tutti i presidenti di sezione. Della delegazione hanno fatto parte diverse istituzioni, sindaci ed assessori, con in testa il Vice Presidente e Assessore all'Agricoltura della Provincia di Rieti, Oreste PASTORELLI. In tutto erano migliaia di manifestanti cappelli, bandiere e foular della Coldiretti che hanno issato cartelli “Con i soldi dello Stato si licenza in Italia e si assume in Romania”, con “l’IMU gli italiani finanziano il pecorino rumeno”, ma anche “No agli OGM che uccidono il Made in Italy”, questo per esprimere della contrarietà della piazza le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente CLINI al Corriere della Sera che sono ritenute in contrasto con l’opinione della maggioranza degli italiani e un danno per l’agroalimentare italiano.

Per l’occasione, la Caciotta e il Pecorino prodotti completamente in Romania da una società partecipata dello Stato italiano sono stati portati per la prima volta dal Presidente della Coldiretti Sergio MARINI in piazza “in bella vista” a disposizione delle autorità e dei cittadini. << Un esempio eclatante in cui lo Stato favorisce la delocalizzazione e fa concorrenza agli italiani - si legge in una nota di Coldiretti - sfruttando il valore evocativo del marchio Made in Italy che è il principale patrimonio del Paese ma è spesso banalizzato, usurpato, contraffatto e sfruttato. La mancata tutela del marchio Made in Italy costa all’Italia almeno 300mila nuovi posti di lavoro solo nell’agroalimentare e supera i cento miliardi all’anno di mancato fatturato. Il marchio Italia è il principale patrimonio del Paese e dovrebbe essere adeguatamente tutelato e rispettato ma, invece è spesso banalizzato, usurpato, contraffatto e sfruttato, come dimostra il caso emblematico del “pecorino” prodotto completamente in Romania con i soldi dello Stato italiano. Un esempio dei troppi casi di disattenzione e sottovalutazione nei confronti di una delle poche leve competitive di cui il Paese dispone per ricominciare a crescere >>.