di Gianfranco PARIS

Ogni tanto in Italia va di moda qualche novità che viene dall'estero e, per meglio far vedere che siamo al passo con i tempi, la adottiamo con lo stesso nome originale riempiendo il vocabolario italiano di termini che provengono da altre lingue. Come si dice: siamo aperti al nuovo. E va bene così. In questi ultimi tempi va di moda l'Urban Center. Un “coso” che riguarda l'urbanistica introdotto dal nuovo assessore all'urbanistica che il Sindaco nominò al posto di Marzio LEONCINI dopo il noto infortunio giudiziario. L'idea è dovuta alla facoltà di ingegneria della Sabina Universitas diretta dal Prof. CERERE, il quale non fa mistero di aver suggerito qualcosa di straordinario. Mi interessai subito della cosa perché l'urbanistica è uno dei problemi più importanti della città di Rieti, purtroppo ridotta ad una serie di agglomerati cementizi senza anime e con corpi bruttissimi. Pensai, finalmente qualcosa di buono. Aria salubre in sostituzione di quella ammorbata da LEONCINI e non solo. L'Urban Center dovrebbe essere un luogo dove tutti i cittadini prendono cognizione di tutti i progetti urbanistici ed edilizi che riguardano la città e partecipano attivamente al loro esame e alla loro approvazione. L'Assessore all'Urbanistica lo presentò disegnato come un luogo pieno di plastici e di cartelloni illustrativi. A Rieti l'Urban Center è invece ancora un “non luogo” perché una sede, dopo circa due anni, non ce l'ha e non ha svolto alcuna attività concreta. Nel mentre invece il consiglio comunale ha varato le delibere dei Piani Integrati che consentiranno, se il TAR non le boccerà, di colare cemento dentro tutte le aree ancora libere del centro cittadino e dintorni.

Ad un osservatore esterno questa situazione appare anomala. Come è possibile che, mentre si propone un istituto di partecipazione ai processi decisionali del comune, contemporaneamente si varano gli strumenti principali che consentiranno la cementificazione definitiva della città urbana? Ma tant'è! Nel frattempo finalmente il consiglio comunale ha adottato il regolamento che consentirà l'operatività dell'Urban Center. Ad una prima lettura appare evidente che esso ripete nei suoi organi decisionali la stessa struttura del consiglio comunale riducendone addirittura le possibilità di controllo. Infatti i poteri decisionali dell'Urban Center sono concentrati su persone di fiducia della maggioranza e perfino il membro che dovrebbe rappresentare la minoranza è stato eletto con i voti della maggioranza. Quindi addio voci di dissenso. Almeno in consiglio comunale le voci di dissenso sono quelle vere! Questo tipo di struttura, alla quale potremmo dare il nome COSTINI-CERERE, sarà quella che dovrebbe consentire a noi cittadini di essere partecipi del riordino e della crescita urbanistica della città. Intanto un primo risultato lo ha di certo raggiunto, è diventato un cavallo di battaglia della campagna elettorale del candidato alle Primarie del centrodestra contitolare dell'idea. Così bisogna dare l'impressione che funzioni. E c'è in atto un tira-molla per la sua prima convocazione. Pare che ciò accadrà il 7 marzo p.v., ma non si sa dove e per che cosa. Forse per distribuire secondo le regole del manuale CENCELLI nuove cariche e nuovi compensi? Uno strumento di tal genere che, a sentire l'ex Assessore proponente, doveva essere la panacea di tutti i mali prodotti dalla scellerata politica urbanistica del centrosinistra prima e del centrodestra di Marzio LEONCINI poi, comincia veramente male. E' proprio vero, da tutti coloro che in qualche modo partecipano o hanno partecipato in questi ultimi decenni alla vita politica italiana non c'è da aspettarsi niente di buono! Bisogna ripartire da zero, con gente nuova e non contaminata da coloro che hanno avuto a che fare con la partitocrazia imperante.