I consiglieri provinciali Massimiliano CAPITANI, Laura ZAMPA, Sandra ALLEGRINI e Daniele PINAGLIA (PD), Enrico BASTIOLI (PSI), Giampiero PANFILI e Paola DE BONIS (PdL), e Valerio BAZZOFFIA (FLI), con una iniziativa bipartizan, hanno indirizzato una interpellanza al Presidente e alla Giunta provinciale per chiedere un intervento sull’Ente Regione che modifichi l’attuale proposta di modifica dei Consorzi di Bonifica. I Consiglieri, quasi tutti eletti nei collegi di Foligno-Spoleto, esprimono dubbi sull’efficacia del provvedimento soprattutto nel campo della difesa idraulica del suolo e chiedono un maggiore coinvolgimento partecipativo delle istanze e delle rappresentanze territoriali, prima di assumere una decisione definitiva. << La vastità territoriale dell’unico Consorzio rimanente - si legge in una nota dei consiglieri - creerebbe un comprensorio le cui enormi dimensioni e la variegata e diversa realtà idrografica-territoriale porterebbe ad un aggravio di costi di gestione con la necessaria creazione di una sovrastruttura organizzativa e gestionale per il raccordo e l’organizzazione del personale esistente >>. Questo il testo completo dell’interpellanza: << Una recente delibera della Giunta regionale riportava all’Agenzia Forestale le competenze nei comprensori di bonifica ove operavano le Comunità Montane, mentre impegnava i Consorzi ad una razionalizzazione e accorpamento dei servizi comuni (es. amministrativi, ufficio gare, catasto, etc.), prospettando un adeguamento degli ambiti (es. riduzione degli ambiti di contribuenza).

Inoltre enunciava la possibilità di un rapporto strutturato con l’Agenzia Forestale al fine di assegnare alla stessa l’esecuzione dei lavori che a oggi i consorzi appaltano all’esterno. Con la riforma proposta dalla Giunta regionale e successivamente approvata dalla I Commissione Consiliare della Regione Umbria si modifica sostanzialmente D.D.L. approvato con atto di Giunta n. 808 del 26 luglio 2011 (art.65). La nuova proposta di legge in materia di bonifica si articola in conformità a due elementi principali: costituzione di un unico Consorzio di Bonifica Regionale risultante dalla fusione dei tre esistenti; concorso della Regione nella contribuenza. Dalla proposta fusione si creerebbe un comprensorio non omogeneo e non continuo nella sua estensione, della superficie di circa 397.000 ettari (secondo, in Italia al solo Consorzio di Bonifica della Capitanata (FG) che conta 455.000 ha di superficie e più esteso del Consorzio della Bonifica Renana con sede a Bologna che ha un’estensione di 340.000 ha) alterando, in tal modo, la natura stessa dei Consorzi quali presidi idraulici e di sicurezza idrogeologica del territorio. Si ricorda che la totalità dei Comuni della Regione Umbria sono a rischio idrogeologico o per alluvionamento o per frana. La recente proposta di unificazione della Regione Veneto (presa in riferimento dalla Regione Umbria) che, dopo un articolato processo partecipativo, ha ridotto i Consorzi da 20 a 10 e contestualmente ha raggruppato comprensori con caratteristiche molto simili e con aree molto limitate. La superficie media dei Consorzi risultanti è pari a 116.000 ha. (il corrispondente dato medio dell’Umbria è 132.000 ha) e nello stesso tempo non sono stati toccati i Consorzi più strategici dal punto di vista della difesa idraulica ancorché di minori dimensioni (esempio C.B. Delta Po 53.000 ha., C.B. del Brenta Bacchiglione 58.000 ha., etc.). Le caratteristiche idraulico-idrografiche dei tre comprensori umbri sono completamente differenti fra di loro e che solo nel comprensorio della Bonifica Umbra sono gestiti circa 5.000 ha di irrigazione, realtà pressoché assente negli altri comprensori, sono censite circa 600 opere idrauliche e sono presenti 700 km di canali di cui circa 170 arginati. Il Consorzio della Bonificazione Umbra gestisce inoltre l’invaso artificiale della Diga sul Marroggia, fondamentale presidio idraulico di laminazione delle piene dell’asta Marroggia-Teverone-Timia. Sostanziali difformità sono inoltre presenti sul piano gestionale e di organizzazione funzionale dovute alle diverse esigenze e istanze territoriali. La proposta riforma rischierebbe di non portare a nessuna ottimizzazione o economia di scala in quanto le strutture esistenti andrebbero mantenute per motivi gestionali e di sicurezza idraulica nei territori di riferimento. La vastità territoriale dell’unico Consorzio proposto creerebbe un comprensorio le cui enormi dimensioni e la variegata e diversa realtà idrografica-territoriale porterebbe ad un aggravio di costi di gestione con la necessaria creazione di una sovrastruttura organizzativa e gestionale per il raccordo e l’organizzazione del personale esistente. L’accentramento creerebbe un ente ipertrofico, disomogeneo, ingovernabile con le risorse attuali, privo di quei caratteri di sussidiarietà, adeguatezza e valida dimensione gestionale previsti dai principi costituzionali e dalle regole della buona amministrazione. I Consorzi sono Enti essenzialmente operativi e territoriali, con strutture tecnico-gestionali che non bisognerebbe centralizzare ma dovrebbero rimanere presenti sul territorio al fine di garantirne il presidio di sorveglianza e sicurezza idraulica. Non esiste una correlazione lineare tra estensione territoriale ed efficienza della struttura, anzi oltre un certo limite dimensionale i costi rapportati all’unità territoriale aumenterebbero perché aumenta la complessità gestionale. Nella pur necessaria riorganizzazione e razionalizzazione del sistema endoregionale umbro si ritiene indispensabile l’individuazione di percorsi partecipati e virtuosi che ne permettano l’efficacia su tutte le realtà del territorio regionale e ne garantiscano la sostenibilità ed il mantenimento di servizi efficienti ai cittadini >>. Fatte queste premesse i consiglieri provinciali chiedono al Presidente della Provincia e alla Giunta provinciale di conoscere << … se la Provincia di Perugia si farà promotrice di una propria iniziativa nei confronti della Giunta Regionale, affinché nel Disegno di Legge sulla riforma endoregionale, venga riconfermato quanto già approvato all’art. 65 del D.D.L. di cui alla D.G.R. n. 808 del 26/07/2011 inserendo criteri oggettivi di valutazione che determinino la reale qualità dei servizi offerti dai Consorzi al fine di una scelta partecipata, razionale, efficace e non dettata da esigenze di taglio indiscriminate, prevedendo altresì di rafforzare i rapporti già esistenti tra la Provincia di Perugia e gli enti consortili per la gestione delle opere idrauliche di competenza >>.