Nell’ambito della rassegna “Eventi d’estate a Norcia e dintorni”, su iniziativa dell’Associazione Culturale “Archeonursia”, per sabato 13 agosto, alle ore 17.00, presso il Museo della Castellina (nella foto), si svolgerà una conferenza di presentazione degli ultimi ritrovamenti archeologici effettuati nel capoluogo, più precisamente in loc. Opaco, durante gli scavi per l’ampliamento dello stabilimento della Grifo Latte. All’incontro, patrocinato dal Comune di Norcia, dal Circuito Museale Nursino e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Umbria, interverranno tutti gli archeologi che hanno seguito i lavori. Dopo i saluti del Sindaco STEFANELLI, della Presidente di Archeonursia BUCCHI e della Direttrice del Circuito Museale TURCHETTI, la Dott.ssa Liliana COSTAMAGNA, della Soprintendenza, introdurrà i lavori puntando l’attenzione sui problemi scientifici e di tutela della necropoli di Norcia. L’archeologo Luca DONNINI interverrà sul tema dell’immagine antica delle necropoli, mentre l’antropologo Fabio GIOVANNINI illustrerà l’evolversi dell’immagine delle diverse genti a Norcia, attraverso i secoli, partendo dall’analisi e dalla descrizione dei resti scheletrici. L’archeologa Chiara PROCACCI illustrerà le caratteristiche della “tomba con cinturone” nel panorama dei cinturoni arcaici nel Centro Italia, mentre l’archeologa Alessia ANZANI si soffermerà maggiormente sulle tombe di età ellenistica e sullo scavo della tomba 173. I lavori saranno conclusi dall’archeologo Massimiliano GASPERINI, che parlerà delle deposizioni neonatali ed infantili.

<< I ritrovamenti di questi ultimi due anni - ha dichiarato la ANZANI - ci hanno permesso di conoscere la necropoli più grande dell’area Sabina, a testimonianza della presenza in questo luogo di una popolazione numerosa e benestante. Sono state rinvenute 350 tombe, che vanno ad unirsi alle 103 scoperte in occasione dello scavo per la realizzazione del primo caseificio. La loro tipologia è molto varia, soprattutto in relazione alla loro datazione, che va dal VII secolo a.C. al IV d.C., dal periodo arcaico all’alto imperiale. A queste si aggiungono anche forme di sepoltura anomale. Le tombe di età ellenistica, di struttura molto pregiata, rappresentano tuttavia la fase più consistente. Fiore all’occhiello è la tomba 173, ritrovamento assolutamente singolare nell’area appenninica centrale per le sue importanti dimensioni di due metri per oltre quattro >>. Alla luce di queste rilevanti scoperte, l’approfondimento degli studi sul territorio attraverso la codificazione di tutti gli elementi emersi, risulta pertanto essere quanto mai necessario. << E’ urgente - ha concluso la ANZANI - poter studiare scientificamente tutte le informazioni acquisite nel corso degli scavi, con trattamenti di analisi dei reperti, recupero, archiviazione e classificazione degli stessi, ai fini di una loro esposizione e della redazione di una pubblicazione che attesti Norcia, quale giusto e meritato riconoscimento, tra le zone archeologicamente più importanti ed interessanti d’Italia >>.