<< Il cammino quaresimale ci ha accompagnato alla soglia dell’evento che fonda la nostra fede, cioè la risurrezione del Signore, il passaggio dal buio della morte allo splendore della luce della vita. Il ciclo delle letture domenicali e feriali non solo ci ha costantemente richiamato alla penitenza, alla conversione e alla fiducia nella misericordia di Dio, ma ci ha anche aiutato quasi a scandagliare le profonde, spesso ambigue e comunque complesse dinamiche dell’animo umano. Come dice un detto rabbinico, "voltala e rivoltala, nella Bibbia troverai tutto". La Parola di Dio non è solo un messaggio di speranza che ci invita ad andare oltre, ma è anche un manuale di vita vissuta che ci aiuta a varcare gli abissi oscuri della nostra mediocrità, per incontrare la grande luce della vita e della gioia. La freschezza della primavera imminente si coniuga bene con la bellezza dei testi, domenicali e feriali, della liturgia del tempo pasquale, per farci entrare nel mistero del Risorto. Ripartire dalla Parola è già un primo segno pasquale che fa bene alla nostra fede e alla nostra vita quotidiana: è un invito a riscoprire anche questa dimensione umana, se vogliamo, emotiva del contatto con la Parola. Molte comunità trovano numerose occasioni di incontro con la Scrittura, e di questo gioisco. Sappiamo che quel seme gettato farà tanto bene nell’immediato e a lungo termine. Rileggendo alcuni messaggi pasquali degli anni scorsi mi sono reso conto che, purtroppo, le cose non sono migliorate, anzi sembrano peggiorare con il passare del tempo, sia a livello internazionale che nazionale e locale.

Sarebbe ancora più doloroso enumerare alcune delle tragedie che ci hanno sconvolto, di recente. Le conosciamo tutti. Abbiamo una speranza che non delude, Colui che ha scardinato le porte della morte e ci ha aperto il passaggio alla vita nuova, Colui che ha sconfitto il male e la morte e che ci ha riconciliato con il Padre: Gesù Cristo! La nostra Chiesa, tra le pur numerose difficoltà in cui si trova, deve poter trovare modi ed energie, antichi e nuovi, per tornare ad annunciare con credibilità le grandi opere di Dio e del Figlio suo. Questa è la mèta che si pone il cammino di attuazione del Sinodo diocesano e il progetto diocesano di evangelizzazione che si sta attuando e verrà esplicitato con apposito documento. Anche a livello di strutture stiamo rinnovando la suddivisione del nostro territorio con la ufficializzazione dei Vicariati Foranei, come cammino propedeutico alle Unità Pastorali. Tutto, però, deve essere finalizzato a far conoscere sempre più il volto amante del Cristo che si accompagna ad ogni persona, che soffre, che lotta e che spera. Non si tratta di favole (poi la vita, si dice, è un’altra cosa) si tratta della base su cui costruire un futuro migliore, a livello politico, culturale, ecclesiale, sociale. E in questo tutti i cristiani devono sentirsi protagonisti. Provo a lanciare una provocazione. È vero, anche nel passato, quando la società era completamente cristianizzata, vi erano tragedie, drammi, suicidi, massacri: forse se ne parlava meno. Ma possiamo escludere che la perdita diffusa del senso del sacro, del senso di Dio, forse più nella pratica che nella teoria, abbia potuto incentivare questo vortice pauroso di male che ci opprime da ogni parte? È sufficiente un senso della vita disgiunto dalla dimensione del sacro? La disperazione dilagante nel cuore di tanti è disperata e affannosa ricerca di Dio. Gesù Cristo, il giusto, ci ha fatto conoscere il volto del Padre e noi saremo risorti con lui nella misura in cui sapremo accoglierlo nella nostra vita. La Chiesa, il Vescovo, ogni cristiano, le famiglie cristiane, devono accogliere la vita nuova del Cristo Risorto, costruendo e offrendo quella dimensione di speranza di cui l’umanità ha tanto bisogno. Buona Pasqua a tutti e a ciascuno! >>.