Di seguito, riportiamo il testo integrale della lettera inviata da Clemente DOMINICI (nella foto), Sindaco del Comune di Paganico Sabino e rappresentante dell’ANPCI Lazio, a Renata POLVERINI, Presidente della Regione Lazio:

<< La scrivente associazione rappresentativa dei Piccoli Comuni della Regione rappresenta ancora una volta alle SS.LL. l’esigenza di uscire dalla grave situazione di stallo in cui si trovano le Comunità Montane del Lazio in seguito alla mancata attuazione della Legge Regionale n°20/2008. Tuttavia, ritenendo peraltro superata la stessa legge 20/2008 sia per quanto riguarda l’obbligo di procedere alla gestione dei servizi comunali in forma associata ex D.L. 78/2010 sia per le intervenute sentenze della Corte Costituzionale n°237/2009 e 326/2010 che hanno affermato la potestà legislativa regionale sulle Comunità Montane, chiede che si avvii sollecitamente - anche in assenza del Decreto Presidente Consiglio Ministri di cui al c. 31 dell’art. 14 D.L.78 - il necessario percorso che porti alla delimitazione dei nuovi ambiti territoriali associativi. Nell’attesa, tenuto conto della complessità degli argomenti sul tappeto, ritiene opportuna la sollecita approvazione di una “leggina” che rimetta in gioco le attuali Comunità Montane con organismi snelli e poco costosi ma che siano nel contempo espressione dei Comuni aderenti. Quanto sopra perché in questa maniera si potrebbe rafforzare il ruolo di Ente che gestisce volontariamente i servizi associati per conto dei Comuni, precedendo così gli interventi draconiani previsti dal D.L.78/2010 ed, al tempo stesso, avviare un percorso associazionistico partecipato e rispondente alle esigenze dei territori.

In questa ottica, si reputa opportuno proporre l’allegato testo legislativo di pochi articoli che raccolga le esigenze di snellezza degli organi, di rappresentatività dei Comuni all’interno delle C.M., di conseguimento di ulteriori risparmi gestionali. L’unico “allargamento” rispetto a quanto previsto dalla legge 20/2008 sarebbe costituito dall’ampliamento delle giunte (quattro o sei), ma questo - a costo zero - sia per consentire una maggiore rappresentatività dei Comuni nella fase di gestione dei servizi associati sia per disporre di una più partecipata supervisione dei sindaci >>.