Di seguito, riportiamo il testo integrale della lettera inviata da Clemente DOMINICI, Sindaco del Comune di Paganico Sabino e rappresentante dell’ANPCI Lazio, all’Assessore regionale agli Enti Locali, Emanuele CANGEMI (nella foto):

<< Facendo seguito ai precedenti contatti avuti con Lei e il suo Ufficio, reputo opportuno tornare ancora una volta sull’argomento in oggetto per sollecitare la prosecuzione del percorso di riforma delle Comunità Montane anche alla luce di quanto previsto dai commi 26-31 del D.L. 78/2010, convertito nella legge n°122/2010, nonché delle recenti sentenze della Corte Costituzionale sull’argomento Comunità Montane. Tenuto conto di quanto sopra, la scrivente Associazione rappresentativa dei piccoli Comuni del Lazio ritiene ormai superata, quantunque non ancora applicata, la legge regionale n°20/2008 mentre: a)permane invece l’opportunità della riduzione delle spese, ivi comprese quelle degli organismi assembleari (il rimborso delle assenze dal lavoro per i privati; le spese di convocazione, ecc); b) si continua ad avere un organismo rappresentativo non rispondente alle esigenze dei Comuni perchè non espressione diretta dei Sindaci; c) rimane preminente la necessità di avviare o rafforzare il percorso associazionistico tra i Comuni. Ritiene quindi che sia opportuno iniziare a lavorare sin da subito, anche prima del decreto governativo attuativo di quanto previsto dal D.L. 78, per costruire una normativa capace di rispondere alle esigenze dei piccoli comuni montani senza mortificarne la dignità, le competenze e la loro “mission” di Enti a presidio del territorio.

Nell’attesa, allo scopo di restituire un minimo di funzionalità alle attuali Comunità Montane e di consentire loro di poter continuare o iniziare a svolgere le funzioni associate per conto dei Comuni di riferimento, chiede che venga urgentemente predisposta una nuova proposta di legge, magari di pochissimi articoli, che mantenga provvisoriamente gli attuali 22 Enti nella composizione e nelle competenze attuali, ma con gli organismi così composti: 1) Assemblea costituita dai Sindaci dei Comuni aderenti, o assessore delegato; 2) Presidente eletto dall’assemblea al proprio interno; 3) Organo esecutivo eletto tra i componenti dell’assemblea in numero di due per le Comunità con ridotto numero di Comuni e quattro per le altre; 4) Revisore dei conti, come da legge 20/2008 (probabilmente sul punto è ancora valida). In sostanza, si propone di “congelare” la legge 20/2008 in attesa del varo delle nuove, organiche norme e di tornare provvisoriamente alla previgente normativa, salvo le modifiche di cui sopra che consentiranno un avvio o un rafforzamento spontaneo dell’associazionismo intercomunale previsto invece come obbligatorio dal D.L. 78/2010 >>.