Durante l'odierna seduta del Consiglio provinciale monotematico (nella foto) è stata ribadita l’importanza della diga di Montedoglio e la sua assoluta necessità per l’economia del territorio. << Quella di oggi è un’assise aperta ai contributi esterni - ha dichiarato il Presidente della Giunta provinciale, Marco Vinicio GUASTICCHI - perché è necessario fare chiarezza e sgomberare le informazioni sbagliate che sono filtrate dopo l’allarme del mese scorso. Noi siamo un ente di area vasta e quindi ci siamo trovati in prima linea (con 23 equipaggi della Polizia Provinciale) dando anche un supporto ai sindaci che si trovavano in grave difficoltà. Vorremmo anche sapere quando l’acqua si potrà riutilizzare in sicurezza e a pieno regime. Chiariamo: nessuno può mettere in dubbio che la diga di Montedoglio sia vitale per tutto il territorio: oggi è difficile trovare qualcuno che non lo riconosca. Togliamo dunque dal campo tutte le cattive informazioni che sono trapelate anche su Facebook. Per noi si può dire che si è trattato di una esercitazione di Polizia, è infatti mancata la grande protagonista: l’acqua. Quando si parla allora di gestione di Montedoglio, gli enti devono fare da filtro, penso che come Provincia possiamo istituire dei consigli per monitorare la situazione: questa partita si gioca insieme, in maniera condivisa >>.

Nel suo intervento l’Assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda CECCHINI, ha descritto la situazione dell’ente irriguo umbro-toscano, che sta diventando un nuovo soggetto pubblico: << Terremo fermo il principio che la diga rimanga di proprietà del Demanio. Dal punto di vista sociale, essendo del territorio, so bene cosa abbia significato per la gente l’evento del dicembre scorso: da quella volta, nell’immaginario collettivo ognuno pensa che si possa riverificare. Ora abbiamo un invaso dimezzato - ha concluso la CECCHINI - ma non dovrebbero esserci problemi per l’uso idropotabile ed irriguo, cerchiamo però di accelerare il ripristino totale della struttura, questo quando la magistratura avrà terminato il suo percorso >>. L’Ing. Gianluca PAGGI, della Provincia, ha spiegato, supportato anche da immagini e da video, che cosa è successo il 29 dicembre scorso: << L’ente irriguo ha lanciato un allarme di tipo 2, visto che si sono verificati allagamenti diffusi. L’invaso di Montedoglio ha una funzione idropotabile per molti comuni toscani e umbri, di irrigazione per tutto l’Alto Tevere, la Val di Chiana e il Lago Trasimeno e quella di laminazione delle piene in inverno e di garanzia del deflusso minimo vitale >>. L’Ing. Tommaso MORAMARCO del CNR ha posto poi nel suo intervento la questione: la diga di Montedoglio è una risorsa o un problema per il territorio? << Non voglio nemmeno sentire parlare di un paragone con il Vajont - ha spiegato MORAMARCO - la diga è una risorsa, un’opera mastodontica che è capace anche di laminare le pietre. Non esiste un’opera idraulica a rischio zero, tale pericolo però può essere ridotto a livelli accettabili come nel caso del dicembre scorso >>. L’ingegnere ha anche mostrato vari momenti nella “storia” della diga nel quali la struttura è servita, al contrario, non per creare problemi ma per assorbire le varie piene che si sono verificate: << ... se Montedoglio non ci fosse stato, avremmo avuto delle conseguenze ben peggiori >>.