A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

Lettera aperta alla Signora Prefetto di Rieti (nella foto)

<< La puzza di gas avvertita alla vigilia della Befana nei quartieri a nord della città di Rieti e a Città Giardino, che hanno mobilitato tutti gli organi preposti alla vigilanza della pubblica sanità, suggeriscono alcune amare considerazioni. Ancora una volta l'anno comincia male. E' accaduto che, mentre i VV.FF. e tecnici della ASL effettuavano accertamenti per individuare la provenienza della puzza che si avvertiva in tutta la vasta zona sotto Terminillo, dove sono situati l'ospedale provinciale ed il carcere ed i tanti capannoni dell'ex nucleo industriale Rieti-Cittaducale, una giovane donna è svenuta mentre si trovava nel bagno della sua abitazione “per aver respirato vapori imprecisati”, come risulta dal foglio di dismissione dal Pronto Soccorso del San Camillo De' Lellis. Questo il fatto clou della serata, mentre la puzza è stata avvertita da migliaia di abitanti della zona ed ha generato un notevole allarme sociale. La cosa poi si è aggravata quando successivamente la stessa cosa è avvenuta a Città Giardino, un quartiere densamente abitato subito oltre il centro storico, dove sono situati il tribunale e molti uffici pubblici. Durante l'accertamento, ricostruito con diligenza apprezzabile da un servizio di Alessandra Lancia su Il Messaggero di Rieti, è emerso che il gas metano, la cui rete interessa tutte le due zone colpite, non c'entra niente.

Allora è sorta l'ipotesi che la puzza provenisse dalla fogne, come in effetti è stato accertato nel caso di Città Giardino. Ma l'ARPA, per voce della direttrice Luciana Vecchi, nutre dubbi che ci sia qualcosa di liquido nella fogne, propende invece per credere che la sostanza tossica fosse nell'aria. VV.FF. e ASL credono invece allo sversamento di sostanze chimiche solventi in fogna. Anche perché in ottobre scorso analoghe segnalazioni erano state fatte a Campoloniano sul fosso Cantaro. A questo punto è bene precisare che il gas è inodore. La sua puzza viene dal tetraidrotiofene utilizzato come solvente nell'industria chimica che non è solubile in acqua, mescolato alla quale mantiene tutte le sue caratteristiche. Affermando che la causa viene da una sostanza tossica che era nell'aria, la direttrice dell'ARPA lascia intendere che è impossibile accertarne le cause perché non è possibile campionare l'aria. Una bella scusa! Mentre è possibile accertare la presenza di tetraidrotiofene nell'acqua quando si facciano controlli periodici costanti. Dal servizio della Lancia emerge anche che l'ARPA - Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, non dispone di strumentazioni adeguate per le rivelazioni. Allora sorgono spontanee alcune considerazioni sul carrozzone Regione Lazio. Se è vero, come è vero, che fin da ottobre si sono avvertite puzze di gas provenienti dal fosso Cantaro, quali azioni di monitoraggio e di prevenzione sono state poste in essere dall'ARPA? Il Cantaro porta acqua, come le fogne, l'aria non c'entra! E' vero che l'ARPA non ha le strumentazioni adeguate per gli accertamenti? Quando l'ARPA fu istituita si brindò alla salute dei cittadini. Quale è il rapporto costo-benefici di un tale ente regionale? Normalmente un ente del genere dovrebbe svolgere una azione di prevenzione su tutto il territorio della provincia di Rieti con un monitoraggio continuo di acque, fogne, scarichi industriali e privati, aria, verifiche di impianti di sostanze pericolose ecc. Che cosa è stato fatto dopo l'episodio del mese di ottobre scorso? Si può capire che qualche volta si possa essere presi si sorpresa, ma nel nostro caso non è stato così. Se qualcuno scarica nel fosso Cantaro, che passa nel nucleo industriale, o nelle fogne della stessa zona, delle sostanze tossiche, come è molto probabile, non sarà difficile accertare quali sono i possibili responsabili. Le industrie del nucleo industriale che usano sostanze tossiche sono veramente poche! Basta solo un pò di buona volontà. Oltre all'ARPA, c'è il NAS dei Carabinieri e c'è la ASL! Basta agire in coordinamento tanto caro alla Prefettura di Rieti. Ma la prevenzione non sembra il forte delle nostre istituzioni, si fa un gran rumore quando i buoi sono usciti dalla stalla. Poi torna il più assordante dei silenzi fino alla prossima catastrofe. Vedi la recente alluvione sulla quale è già calato il silenzio non solo della stampa, ma soprattutto delle iniziative. Che ne dice la Signora Prefetto alla quale spetta il coordinamento della Protezione Civile? >>.

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