A cura dell'Avv. Gianfranco PARIS, Direttore responsabile del mensile MONDO SABINO:

<< In tutte le democrazie avanzate quando una coalizione perde le elezioni subito si apre un dibattito per capirne le cause, e normalmente i leader che governano corrono ai ripari magari canbiando la squadra dei collaboratoti nei settori più deboli che hanno generato la defaillance.
Questa regola, normale altrove, non sembra trovare applicazione in Italia, e in particolare a Rieti dove sembra che non sia successo niente e tutto torna alla più grigia normalità.
Domenica 28 marzo il centro sinistra che governa la Provincia di Rieti con una Giunta guidata da Melilli e formata da assessori del PD, del partito di Di Pietro, del PDC e del PSI (quando comprendeva anche il SEL, ha registrato una sonora sconfitta, appena attenuata dalla buona performace registrata dalla lista Bonino/Pannella che si affacciava per la prima volta nel balcone della poltica reatina.
Questa defaillance desta notevole sorpresa perché appena l'anno scorso il centro sinistra di Melilli aveva vinto alla grande sul centro destra di Felice Costini riconfermandosi alla guida della Provincia di Rieti.
E' legittimo pertanto che gli elettori del centro sinistra si domandino: ma dove sono finiti i voti del centro sinistra in così poco tempo? Eisistono in provincia di Rieti voti ballerini che passano da una parte all'altra come per partecipare ad un gioco?
La stessa domanda se la dovrebbe porre Melilli e se la dovrebbero porre tutti i membri della sua Giunta, atteso che un tale risultato suona come una sconfessione del loro operato e del loro modo di amministrare.

Invece l'IDV di Di Pietro si è addirittura compiaciuto, pur avendo perso voti rispetto alle ultime europee, e gli altri partiti della sinistra si sono accontentati delle solite percentuali. Il PD, cioè il partito che ha perduto il maggiori numero di voti e che in Regione è passato dalla maggioranza alla opposizione si è limitato a dire che occorre una analisi del caso.
Solo il SEL -Socialiti,Ecologia e Libertà- ha diffuso un comunicato che spinge verso una analisi di coalizione tesa a porre in campo i necessari rimedi.
Sulla stessa posizione i Radicali sabini che, secondo logica, da oggi in poi dovrebbero essere considerati anche loro parte della coalizione, atteso che i deputati di questo partito furono eletti nelle liste del PD per volere della gestione Veltroni.
Il calo dei voti del PD deve essere ricercato in varie direzioni, nella mia intervista diffusa subito dopo le elezioni, e che potrete leggere a pag. 7 di questo giornale, ho approndito l'aspetto occulto, ma quel che è accaduto non può essere addebitato solo al PD, c'è anche una forte responsabilità di colazione dovuta ad un immobilismo della azione politica della Giunta provinciale che dura da più di un decennio. Le due Giunte presiedute da Calabrese non hanno inciso sul tessuto socio economico della sabina reatina. La prima Giunta presieduta da Melilli non si è qualificata con una presenza incisiva sui principali problemi che ci riguardano. la Seconda si è subito avviata sullo stesso solco.
E' mancata una progettualità capace di inserire Rieti nel processo di riequlibrio del territorio della Regione Lazio, e ciò è ancora più grave perché Calabrese e Melilli hanno operato anche con governatori dello stesso partito come Badaloni e Marrazzo. Se in quei periodi avessero messo in moto processi di sviluppo del reatino adeguati, Storace nella sua parentesi di governo non avrebbe potuto bloccarli più di tanto.
Ma loro hanno vivacchiato. Sono gente educata alla gestione del potere democristiano della prima repubblica, badano più alla conservazione del potere personale che allo interesse del territorio dal quale sono stati eletti. Calabrese ne è la dimostrazione più evidente, quando il potere gli è sfuggito di mano è passato subito con disinvoltura dall'altra parte, come un tempo si passava dentro alla DC da una corrente all'altra. Solo che questa volta Calabrese è passato al'ex nemico!
In provincia c'è la convinzione che il centro sinistra per mantenersi al potere in provincia abbia un patto sottobanco con alcuni settori della destra che garantiscono più voti a Rieti al centro destra per il comune e più voti in provincia al centro sinistra per governare l'ente Provincia. Questa supposizione al lume dei ricorrenti risultati appare del tutto veritiera.
Allora che fare? Non si può continuare ad ingannare l'elettorato. Se il centro sinistra vuole essere alternativo al centro destra bisogna invertire quaeta rotta con un colpo di timone.
Logica vorrebbe che Melilli prendesse coscienza di questa situazione e operasse subito almeno un rimpasto della sua Giunta. Ci sono gli assessorati della UDC, che sono stati congelati durante la campagna elettorale perché questo partito ha fatto votare nel Lazio per il centro destra. Ora c'è il SEL, che è diverso del PSI di Pastorelli, attuale vicepresidente, ci sono i Radicali che sono il quarto partito del centro sinistra in Provincia di Rieti. Si tratta di forze nuove che possono contribuire a portare nella coalizione un iniezione di energia operativa, un contributo di progettualità anche in settori fino ad ora trascurati. C'é una rappresentanza più variegata dell'elettorato e delle esigenze del territorio.
Un rimpasto a questo punto potrebbe essere il primo passo per una rotta più lineare verso l'obiettivo di sconfiggere il centro destra, e soprattutto gli inciuci ai quali assistiamo da anni. E' inoltre necessario un ricambio nella gestione di molti enti, che sono gestiti più con criteri di sottogoverno che nell'interesse della cittadinanza.
Ecco, questa sarebbe la ricetta in un paese di democrazia avanzata. ma saranno capaci i nostri prodi di pensare in termini così alti, che poi così alti non sono? Staremo a vedere >>.

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