<< La Borsa del Turismo di Roma è una opportunità per l’economia della Capitale e dell’intero Paese, ma non può essere sgabello a tre gambe >>. Questa la dichiarazione di Massimo GARGANO (nella foto), Presidente di Coldiretti Lazio, che ha chiesto al Sindaco Gianni ALEMANNO ed al suo vice Mauro CUTRUFO di allargare al settore dell’agriturismo il tavolo della concertazione. Nel Lazio sono circa 1600 le aziende iscritte agli albi provinciali e circa 500 quelle autorizzate ad operare in regime agrituristico. Più del 50% sono aziende giovani, gestite da quarantenni e tra questi più del 40% sono donne. L’80% circa degli agriturismi laziali offre servizi di alloggio e il 50% abbina l’offerta di pernottamenti alla somministrazione di pasti e bevande. Il 75% degli agriturismi offre in aggiunta attività sportive e ricreativo-culturali ben inserite in un territorio di circuiti storico artistico paesaggistici con la presenza di parchi ed aree protette.

Per quanto riguarda la ristorazione, primo motivo che spinge i turisti a scegliere Roma e l’Italia come meta dei loro viaggi, quella degli agriturismi romani si basa al 70% su prodotti tipici locali cui si aggiunge il 30% di prodotti dell’artigianato e dell’industria locale. << Sono questi i numeri che devono far riflettere la Politica - ha dichiarato Aldo MATTIA, Direttore di Coldiretti Lazio. Pensare di promuovere una borsa del turismo lasciando fuori l’offerta agrituristica, significherebbe offrire ai grandi tour operator mondiali, del turismo congressuale, degli imminenti appuntamenti come la Formula Uno, le Olimpiadi e gli Europei di calcio, un ventaglio di proposte molto limitato >>. << Un lusso - ha concluso GARGANO - che la Politica non può permettersi se ha veramente intenzione di puntare alla pole position del mercato dei viaggi e dell’ospitalità agroalimentare del Made in Italy >>.

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