Riceviamo e pubblichiamo integralmente le dichiarazioni di Luigi GERBINO e Chicco COSTINI.

Luigi GERBINO:

<< ho letto il Suo richiamo alla necessità di istituire un Codice Etico del PdL. Lo ritengo giusto, doveroso e, stante il crescente proliferare di fatti delittuosi nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, la sola strada per evitare quella deriva morale che fu l’elemento di debolezza che portò alla fine della Prima Repubblica. Ritengo necessario, però, operare dei distinguo fra reati. Ci possono essere degli imprenditori che sono persone indagate o condannate perché un lavoratore delle loro imprese ha subito un infortunio e ritengo che questo non possa essere motivo di dimissioni da un’eventuale carica amministrativa come, invece, necessariamente dovrebbe essere nel caso si sia indagati per l’attività inerente al proprio incarico di amministratore pubblico. È evidente, quindi, che tale Codice non può in alcun caso escludere dall’attività le classi imprenditoriali. Per le incompatibilità c’è già la legge e per le inopportunità politiche dovrebbe esserci il buonsenso di chi decide e l’etica degli interessati.

Il Suo richiamo in questo momento non può non essere indirizzato al sottoscritto. A tal proposito, mi permetto di provare a chiarirLe che sul fotovoltaico non c’è conflitto di interesse. Chiunque può agire in tal senso: è come acquistare un qualsiasi oggetto di largo consumo. Inoltre, il sottoscritto - nella vicenda di cui si parla - ha soltanto ceduto a terzi il diritto di superficie dei propri terreni e sono certo che la magistratura chiarirà la mia posizione, che è comunque un fatto privato e nulla ha a che fare con l’attività di pubblico amministratore. Comunque, sin da subito, per dare il buon esempio, sarebbe opportuno che l’intera compagine amministrativa del Comune, della Giunta, e dei C.d.A. delle aziende controllate facesse richiesta di comunicazione delle iscrizioni nel Registro delle Notizie di Reato (ex. art. 335, c. 3° del c.p.p.) oltre che della visura, a richiesta della pubblica amministrazione, del casellario giudiziale e lo rendesse pubblico. Qualora degli amministratori pubblici risultassero indagati in ragione del proprio ufficio sarebbe assolutamente necessario che si dimettessero. È ovvio che mi aspetto che Lei per primo dia il buon esempio >>.

Chicco COSTINI:

<< Lascia perplessi il linguaggio utilizzato da Luigi Gerbino, soprattutto in alcune affermazioni volutamente criptiche che forse tendono a insinuare qualcosa. Non ho nessun problema a rendere pubblica la mia situazione in merito a questioni di natura giudiziaria, in quanto non ho ricevuto alcun avviso di garanzia per la mia attività di amministratore. Per maggiore trasparenza, posso affermare di essere stato querelato per diffamazione due anni fa per un volantino di natura politica. Un procedimento che si è concluso con l'archiviazione. Ribadisco con forza la mia onestà nell'azione amministrativa che intraprendo ma qualora mi ritrovassi al centro di una vicenda giudiziaria come assessore non esiterei a dimettermi. Cosa che non fa il presidente Gerbino. Se è vero, infatti, che l'indagine sul fotovoltaico riguarda la sua sfera privata, ciò è comunque in conflitto con il suo ruolo di presidente dell'Asm, come palesemente lascia intendere anche la sua rinuncia alle delega per l'energia alternativa. Il ruolo tenuto da Gerbino non è quello di semplice 'affittuario' ma è di parte in causa, come dimostrano le conferenze stampa tenute all'Asm o le attività portate avanti in presenza di amministratori delegati di società private coinvolte. Per questo credo che si debba dimettere >>.