<< Non esiste una problematica legata ai danni da cinghiali in Provincia di Rieti >>. Questo è quanto sostiene il Presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia Rieti 2, Gianfranco GIANNI. La dichiarazione consegue ad un dato di fatto. In particolare lo scarso numero di cinghiali abbattuti fino ad oggi nel territorio provinciale, nonché da una analisi, delle stime dei danni da fauna selvatica, reso possibile in quanto è l’ATC ad occuparsene, consentendo in questo modo di avere un quadro completo del fenomeno. << I danni da fauna selvatica - ha continuato GIANNI - sono sottostimati per due ordini di motivi. In primo luogo perché molti non fanno domanda di risarcimento e in secondo perché chi la fa non riceve il giusto indennizzo. In realtà, la questione cinghiali è legata esclusivamente alla incapacità di gestire i territori. Dove essi sono sottratti all’attività venatoria si registrano danni, mentre la situazione è più circoscritta dove la caccia a tale specie è consentita. In breve non esiste una questione cinghiali dove esso è specie cacciabile. Visto che la tendenza in Italia è quella di far pagare ai cacciatori i danni da fauna selvatica, appare quanto mai originale che si prospetti la possibilità che anche l’Amministrazione provinciale possa usare le risorse da destinare alla gestione del territorio per pagare i danni provocati da tale specie.

Dopo il danno la beffa. Potrebbe, quindi, accadere che i cacciatori mettono i soldi e altri, come Enti Parco e Aziende Faunistiche, venderebbero un prodotto su cui gli unici a vantare diritti sono agricoltori e cacciatori. L’ATC Rieti 2 - ha proseguito il Presidente GIANNI - si è già proposto come interlocutore considerando che esistono decine di migliaia di ettari di territorio provinciale dove i cinghiali non farebbero alcun danno, e si è attivata, per abilitare conduttori e cani limiere per operare all’interno di aree protette. Di contro la Provincia ha abilitato circa mille selecontrollori per i prelievi selettivi. Non esistono attenuanti alla mancata risoluzione della problematica. Oppure esiste un’altra chiave di lettura. Visto l’ostruzionismo delle aree protette ad intervenire sulla riduzione del numero dei cinghiali, è evidente che essendo oggi il cinghiale la maggiore fonte di alimentazione dei lupi, esiste una stretta correlazione tra l’abbondanza dei cinghiali e la crescita esponenziale del numero dei lupi. Tanto è vero ciò che ad oggi nella Provincia di Rieti i danni provocati dai lupi sono superiori ai danni provocati dai cinghiali, e tali danni vengono risarciti dai Comuni che, guarda caso sono quelli che amministrano le aree protette >>.

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