di Gianfranco PARIS

Si avvicinano di nuovo le elezioni e torna il "lieto" motivo della ferrovia Rieti-Roma. La cosa è francamente "ripugnante" perché dimostra come i nostri politici locali pensano che i reatini siano tanti scemi da prendere per il naso.
Cito per tutti l'affissione di cartelloni pubblicitari a spese dei cittadini fatta operare dal governatore Storace durante il suo mandato nel primo quinquennio degli anni duemila attraverso la quale noi tutti potevamo apprendere che la ferrovia Rieti-Roma era ormai una cosa fatta e veniva spacciata come un'opera realizzata!
In un qualsiasi paese dove gli abitanti hanno midollo spinale Storace sarebbe stato preso a sassate. Invece Storace, dopo la trombatura alle nuove elezioni contro Marrazzo, fu subito eletto ministro della sanità della Repubblica italiana, e tutti sappiamo come è andata a finire con le imputazioni a suo carico e a carico della moglie di Fini.
Ma torniamo alla nostra ferrovia. Questa favola della ferrovia Rieti-Roma, dopo essere stata archiviata nelle prima metà del secolo scorso, ricicciò come argomento di importanza economica all'inizio degli anni novanta anche per merito di Mondo Sabino che le sottopose alla pubblica attenzione con una serie di articoli del direttore e di alcuni collaboratori della Sabina romana.
Raccolse lo spunto Guglielmo Rositani quando fu eletto deputato a sorpresa nel 1994. Ma allora non si parlò di ferrovia Rieti-Roma fine a se stessa. Si parlò invece di una ferrovia a grande velocità che partendo da Roma, trasportasse passeggeri e merci a San Benedetto del Tronto attraverso Rieti e Ascoli Piceno.

Un collegamento ferroviario che in solo un'ora e mezzo portasse passeggeri e merci dal Tirreno all'Adriatico e viceversa, collegando i quattro porti dell'Italia centrale: Ancona e Pescara ad est e Civitavecchia e Napoli ad ovest.
E tutto questo con quattro soldi rispetto a quanti necessari nel caso si volesse realizzare una tale infrastruttura con rete stradale.
Ma come tutte le cose buone, valle a far capire a chi ha interessi contrari! Così Rositani, dopo i primi entusiasmi lasciò cadere la cosa.
Cominciò a sostenere con Cicchetti e Ciaramelletti una ferrovia su scala regionale che collegasse Rieti a Roma. Una specie di metropolitana con il presunto scopo di rendere più facile la vita ai pendolari.
Infatti ciò di cui si parla oggi è una specie di ferrovia a scartamento ridotto, con velocità da lumaca, con percorso adattato alla tortuosità del terreno, una specie di trenino d'altri tempi che i paesi europei, dopo averli recuperati dagli altri tempi, usano per motivi turistici.
A conti fatti chi dovesse partire da Rieti per andare a lavorare a Roma impiegherebe in totale 92 minuti, senza contare i canonici ritardi delle ferrovie italiane, cioè oltre un ora e mezza alla quale debbono poi essere addizionati i tempi per recarsi dalla stazione ferroviaria Tiburtina ...
Oggi, volendo, si può partire dalla stazione ferroviaria di Rieti alle 8 e arrivare a Roma alle 9.30 passando da Orte con l'attuale ferrovia costruita nel decennio anni 80 del 1800, e tutto ciò senza spendere soldi per il nuovo tracciato e senza danni per il paesaggio della Sabina.
Con un comunicato che lascia intravedere solo un nuovo rumore elettorale Rositani, Cicolani, Cicchetti ecc. ora sono tornati alla carica affemando che una tale ferrovia è di nuovo cosa fatta. Allora sarà bene ricordare a tutti quale è la situazione ad oggi.
Ad oggi risulta solo un progetto preliminare della Rieti-Passo Corese ed un solo progetto definitivo della sola Osteria Nuova-Passo Corese.
Non esiste ancora un progetto definitivo per il tratto Osteria Nuova-Rieti e non risulta nessun finanziamento dal CIPE oltre i novanta milioni nel 2013. I soldi ottenuti fino ad oggi sono stati spesi tutti per pagare la progettazione definitiva del tratto Passo Corese-Osteria Nuova.
Con due comunicati separati Rositani e Cicolani, come nel gioco delle parti, mescolano volutamente somme di presunti finanziamenti allo scopo di accreditare l'ipotesi che ora i soldi ci sono o sono arrivati e che la ferrovia è di nuovo cosa fatta, come quando Storace fece installare i tabelloni pubblicitari sulla Salaria.
Sabina Radicale in un comunicato contenente numeri certi e decisioni vere ha ben descritto questa "giullarata" dei numeri "ballata" da Cicolani e Rositani.
Scrive testualmente Sabina Radicale: "Riguardo ai soldi, sostanzialmente esatte alcune delle cifre citate, infatti nel 2003 il costo della Rieti-Passo Corese era valutato 792,2 ml di euro, nel 2006 si fi ssava a 350 ml il limite di spesa del tratto fino ad Osteria Nuova e si stanziavano 8,046 ml all'anno per 15 anni a partire dal 2007; quindi circa 120, di cui 90 erano
quelli da usare per i lavori, e gli altri come oneri derivanti da eventuali finanziamenti necessari.
Però il problema è che la decisione del CIPE che stanzierebbe i 350 ml non risulta né da verbali della seduta del 6/11, né da nessuna delibera precedente, come dai verbali e dalle delibere che possono essere consultate via internet.
Troppo facile poi ironizzare sulla "promessa" dei 420 ml e sul quadro finanziario sicuro.
Quello che risuta invece è che i 90 ml sono allocati a partire dal 2013, in coda al raddoppio della Terni-Spoleto come risulta dalla Relazione sullo stato delle infrastrutture del marzo 2006.
Misteriosa è l'origine dei 420 ml che per Rositani sono già deliberati mentre per Cicolani sembra di capire che lo saranno.
Non si capisce infine, continua Sabina Radicale, perché Cicolani ritenga che avendo stanziato (ma abbiamo visto che non è vero) i 350 ml necessari per il tratto Passo Corese-Osteria Nuova, questo garantisca il tratto Osteria Nuova-Rieti per il quale occorerebbero altri 440 ml!
Quindi il tamburo della grancassa di Rositani, Cicolani suona sul vuoto. Ma loro appartengono al clan di Berlusconi che con le "balle" fa crescere la gramigna, e pare che abbiano ben appreso quell'arte!
Ma per chiudere su questo argomento bisogna ancora cercare di capire quali sono i fini ultimi di tanta insistenza su una ferrovia di questo tipo che, almeno Rositani, per i suoi trascorsi ferroviari a favore della direttissima Tirreno-Adriatico, dovrebbe essere consapevole che non serve al nostro territorio. La ferrovia è infatti intimamente legata al Polo Logistico.
Il fatto è che alcuni ceti imprenditoriali, trainati dagli edili, hanno messo gli occhi sopra a quella parte della Sabina che gravita su Roma, dove pensano di realizzare sostanziose speculazioni edilizie.
Essi hanno trovato alleati bipartisan nei settori politici più forti del nostro paese, cioè nel PDL e nel PD, che agiscono di conserva. La provincia di Rieti realizza questa spartizione del potere bipartisan da quindici anni con la Provincia al PD e il Comune di Rieti al PDL.
La camera di compensazione sta nel consiglio regionale dove PD e PDL agiscono di conserva, a prescindere da chi è il governatore, recitando il ruolo delle parti come inuna sceneggiata.
Tanto per capirci Marrazzo ha dovuto fare e marcia indietro sul Polo Logistico infatti aveva promesso a Poggio Mirteto che lui non lo avrebbe mai fatto realizzare, a causa di questi scellerati accordi. Il Polo Logistico è uno dei pilastri per far diventare la valle del Tevere un agglomerato di cemento annato con grande gioia degli specultori dell'edilizia.
Lo scopo è quindi quello di far diventare tutta quella zona una periferia di Roma per scaricarci tutte le negatività urbanistiche della metropoli e sottrarla ad una sana programmazione regionale che consenta a tutta la Sabina di sfruttare le sue potenzialità agricole e turistiche.
E quegli allocchi degli abitanti della provincia di Rieti credono che sia il Polo Logistico che la ferrovia Rieti ? Roma servano allo sviluppo economico, del "nostro" territorio!