Tutto pronto per l'edizione 2009 del Rokka Village. Anche quest'anno un mix ideale di arte, musica, teatro, cinema e gastronomia che partirà questa serà, alle ore 21.30, con la proiezione del film "Gran Torino". A seguire, il 20 agosto ci sarà Sagra degli Gnocchi al Castrato; venerdì 21 sarà la volta della Sagra delle Pappardelle al Cinghiale; sabato 22 appuntamento con la tradizionale Sagra dei Maccheroni a Fezze. << Rokka Village è al sesto anno di vita. A questa età si hanno i denti, si cammina e si parla. Ma i festival - ha dichiarato Stefano MICHELI, a nome degli organizzatori - sono più veloci degli esseri umani perché sono fatti di tante persone e di ingarbugliate esperienze. Tutto ciò per lasciare traccia di un frammento di realtà italiana in corsa attraverso il presente. Al Rokka Village 2009 ci rincontreremo per chiudere percorsi che saranno diventati diari o appunti, testi compiuti o sospesi, cercando di intravedere il senso di questo viaggio, i cambi di marcia possibili, le direzioni. Lo sappiamo che i problemi da affrontare sono tanti e spesso più importanti di quelli che riguardano la cultura. C'è la guerra, l'immigrazione e le malattie, la prostituzione, la violenza giovanile e la criminalità organizzata, il problema della casa, il terrorismo e l´ambiente. Lo sappiamo perché ce ne siamo occupati anche noi. Sono questioni che conosciamo e affrontiamo continuamente prendendo posizioni scomode, ignorate e censurate.

Però abbiamo anche cercato di non accontentarci dei contenuti. Abbiamo provato a costruire un progetto, ANTID-OTI, che mettesse in luce il lavoro degli artisti, abbiamo cercato di proporre laboratori e incontri, ma qualsiasi progetto si è interrotto per mancanza di spazi, di soldi e di sensibilità. Siamo arrivati all’epilogo. Non possiamo correre scalzi e nudi. Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior cantava DE ANDRE'. In sei anni Rokka Village un po´ di fiori li ha raccolti. Perché coi fiori si può fare arte e poesia come fecero Van Gogh e Baudelaire. E perciò si può fare anche il teatro e la musica, ma un festival ha bisogno di tempo, spazio e lavoro - ha concluso MICHELI. Ha bisogno di un palco su cui far montare gli attori coi loro fiori, di luci per illuminarli, di microfoni per farli ascoltare. Ha bisogno di un teatro per rappresentare il teatro. Il letame non basta. Così tutti gli anni alla fine del festival ci siamo detti "chi ce l´ha fatto fare a imbarcarci in questa faticaccia?" Poi tutti gli anni ci siamo rimessi a lavorare. Non c´è due senza tre e noi siamo arrivati a sei. Mi sa che il conto si ferma qui >>.