E' nato il “Centro nazionale per il DNA barcoding delle specie forestali” (FORBOL). Voluto dal Dipartimento DAF della Tuscia, che ne ha il coordinamento, vede coinvolte le università di Bari, Firenze e Cosenza con il patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato all’Ambiente e alla Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio e gli auspici della Sabina Universitas. Scopo del Centro è l’applicazione agli ecosistemi e alle specie forestali dell’approccio barcoding. Con il termine “Dna-Barcode” si intende, letteralmente, un codice a barre genetico con cui ottenere un nuovo tipo di catalogazione e definizione degli organismi viventi attraverso una piccola sequenza di DNA. Le possibilità di utilizzo del Barcoding sono numerose. Questo approccio consente, tra l’altro, di: - lavorare con frammenti di tessuti per identificare una specie a partire da una piccola parte di tessuto vivente o fossile. Ad esempio, può essere utilizzato per identificare velocemente animali, parassiti o materiali vegetali indesiderati all'interno di generi alimentari o prodotti commerciali; - riconoscere le specie a tutti gli stadi della vita; ad esempio, semi, frutti, pollini; - discernere “tipi” simili per smascherare organismi pericolosi che apparentemente sembrano innocui e permettere un'accurata analisi della biodiversità differenziando specie dubbie, sottospecie, varietà, endemismi; - ridurre la soggettività e l’ambiguità di studi e valutazioni mediante una libreria di codici a barre digitali che verrebbero a fornire una referenza univoca a livello mondiale per facilitare l'identificazione delle specie;

- espandere le conoscenze sulle specie: la sconcertante biodiversità di circa 2 milioni di specie già conosciute ed identificate su base morfologica potrebbe ampliarsi poiché gli scienziati sarebbero facilitati nel riconoscimento rapido di nuove specie; - aprire la strada per la creazione di una guida elettronica tascabile da campo: la tecnica del barcoding lega l'identificazione biologica del DNA all'informatizzazione e immagazzinamento dei dati su computer che potrebbe essere utilizzata direttamente al momento del bisogno, lontano dai laboratori di ricerca. Il progetto del “Barcode of life”, ovvero “Codice a barre della vita” fornisce, quindi, una chiave aggiuntiva per la conoscenza del mondo vivente. Per la sua applicazione è nato il Consorzio per il Codice a Barre della Vita (CBOL - Consortium for the Barcode of Life), un’iniziativa internazionale alla quale partecipano diverse Istituzioni di Ricerca tra le quali: i Giardini Botanici di Londra (Kew Garden), New York ed Edimburgo, i Musei di Storia Naturale di Londra e Copenhagen, varie università di Inghilterra, Canada, Stati Uniti, Messico, Brasile, Sudafrica, ecc., oltre a vari Istituti nazionali di ricerca sulla Biodiversità. Il nostro Paese si è attivato solo recentemente, con alcune iniziative relative al settore animale, mentre FORBOL, che rientra ufficialmente in CBOL, rappresenta il primo gruppo di lavoro nazionale per il settore vegetale. Oltre all’indubbio interesse scientifico per biologi, ecologi, medici ed operatori del settore forestale, FORBOL potrà fornire un determinante contributo alle politiche di gestione dell’ambiente attraverso una migliore conoscenza delle peculiarità o delle emergenze naturalistiche esistenti nel territorio. I Parchi e le Riserve Naturali, ad esempio, potrebbero disporre un sistema valido per descrivere e monitorare nel tempo la biodiversità presente. Si esce, in altri termini, dalla pianificazione territoriale generica o meramente descrittiva. Ulteriori conseguenze applicative riguarderebbero la possibilità di identificare con certezza vegetali velenosi e loro derivati tossici, certificare o tracciare il destino di materiali vivaistici o addirittura dei legnami per contrastare l’importazione e il commercio di specie rare o protette. Con FORBOL, l’Università della Tuscia va ad inserirsi in un settore della ricerca d’avanguardia a livello mondiale, rispondendo ancora una volta pienamente alle sollecitazioni ministeriali di cambiamento e innovazione scientifica. Inoltre, migliora la propria offerta didattica sviluppando nuove possibilità di specializzazione per gli studenti dei corsi forestali di primo livello (Laurea in Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura, SFN) e di secondo livello (Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dell’Ambiente Forestale e Difesa del Suolo) la cui preparazione verte fondamentalmente sulla gestione delle risorse naturali, soprattutto forestali, coniugata con la più scrupolosa salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio.

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